Armando Testa: tra pubblicità e arte

Ca’ Pesaro apre le porte alla nuova stagione espositiva del 2024 con una mostra straordinaria dedicata a Armando Testa (1917-1992). Sebbene le sue opere siano state già presenti nelle collezioni civiche veneziane con 17 pezzi dal dicembre 2022, questo geniale creativo piemontese sarà ora protagonista di una rassegna monografica che permetterà di esplorare aspetti inediti della sua produzione.

Dai suoi esordi torinesi presso la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia e con l’insegnamento di Ezio D’Errico, la mostra mira a tracciare il percorso artistico di uno dei protagonisti della cultura visiva contemporanea. Le opere di Testa sono il risultato di una molteplicità di linguaggi espressivi sperimentati durante la sua lunga carriera, che ha ispirato gli artisti contemporanei e ha portato Gillo Dorfles a definirlo “visualizzatore globale”.

Dalle sue prime vittorie nel concorso per ICI nel 1937, seguite dalla collaborazione con aziende iconiche come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli, fino alle pubblicità e ai loghi per Lavazza, Sasso, Carpano, Simmenthal e Lines, l’impatto delle sue creazioni è stato duraturo e significativo. Le immagini e le animazioni per la televisione negli anni Cinquanta e Sessanta hanno contribuito a plasmare la storia della pubblicità e della cultura internazionale.

L’esposizione non si limiterà alla sua produzione commerciale, ma esplorerà anche le attività legate ai temi sociali e alla diffusione culturale a cui Testa si è dedicato, come le campagne per Amnesty International e il suo impegno contro la povertà e la fame nel mondo.

La mostra offrirà un’ampia visione della lezione artistica di Armando Testa, con particolare attenzione alle sue qualità di pittore, scultore e disegnatore. Attraverso significative interviste e contributi video, i visitatori avranno l’opportunità di rivedere un capitolo importante della storia dell’arte e le giovani generazioni potranno scoprire il genio creativo che ha segnato il nostro passato recente.

Biennale Arte 2024: Stranieri ovunque-Foreigners everywhere

La 60ª Esposizione Internazionale d’Arte, in programma dal 20 aprile al 24 novembre, porterà il titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere“. Questo tema, ispirato alla serie di opere del collettivo Claire Fontaine, originario di Parigi e con base a Palermo, presenta sculture al neon multicolori che riproducono l’espressione “Stranieri Ovunque” in diverse lingue. Il nome deriva dal collettivo torinese degli anni Duemila che lottava contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia, e il curatore Adriano Pedrosa hanno annunciato oggi il tema, spiegando che il contesto dell’opera riflette le molteplici crisi legate al movimento e all’esistenza delle persone all’interno di confini nazionali e culturali. Il termine “Stranieri Ovunque” ha un duplice significato, indicando sia la presenza ubiqua degli stranieri ovunque nel mondo, sia il senso di estraneità che tutti possono provare, indipendentemente dalla loro collocazione geografica.

La mostra si concentrerà sul concetto di estraneità, includendo opere di artisti queer, outsider e indigeni, tutti spesso considerati stranieri nei rispettivi contesti. Questi artisti saranno al centro dell’attenzione, insieme a una selezione di opere del XX secolo provenienti da diverse regioni del mondo, che rifletteranno sulla diaspora degli artisti italiani nel corso del Novecento.

Cicutto ha sottolineato l’importanza di cambiare il punto di vista sull’arte contemporanea, abbracciando non solo una prospettiva estetica ma anche geografica. La mostra includerà opere del secolo scorso, ora considerate punti di riferimento per le nuove generazioni, con una particolare attenzione ai nomi italiani all’interno di questo movimento artistico globale.

Marco Polo in mostra a Palazzo Ducale

A partire dal 6 aprile 2024, sarà possibile immergersi nell’affascinante mostra dal titolo “I mondi di Marco Polo: Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento”  presso il Palazzo Ducale di Venezia, in occasione del settimo centenario della sua scomparsa. L’esposizione offrirà un viaggio emozionante attraverso le sale del Palazzo, con oltre 300 opere provenienti dalle collezioni veneziane e da rinomate istituzioni italiane, europee e musei internazionali come Armenia, Cina, Qatar e Canada.

A cura di Chiara Scarcelli e Giovanni Curatola, la mostra presenterà dipinti, reperti storici, manufatti e approfondirà anche l’opera letteraria del mercante veneziano. Questo percorso fornirà una visione dettagliata della geografia fisica, politica e umana dei suoi viaggi in Asia, come descritto nel libro “Il Milione”.
La mostra sottolineerà l’importanza dell’apertura culturale, della curiosità e dell’interesse per la diversità, valori ancora attuali oggi.

Articolata in diverse sezioni, la mostra inizierà con un’esplorazione della vita cittadina e commerciale a Venezia, evidenziando il ruolo dei viaggi nella cultura commerciale veneta prima e dopo l’epoca dei Polo. Saranno dedicati ampi spazi alla cartografia e all’analisi dell’influenza dei racconti dei mercanti su questa disciplina.

La mostra esplorerà inoltre i vari mondi attraversati dai Polo, con le loro diverse realtà politiche, militari, artistiche e religiose. Si farà riferimento alle diverse fedi e culti religiosi, come descritto da Marco Polo stesso nel suo straordinario testo, che comprende popolazioni cristiane, musulmane, cinesi di varie fedi, induiste in India e altro ancora.

Una sezione della mostra sarà dedicata alla diffusione multilingue de “Il Milione” e al “mito” di Marco Polo nell’Ottocento e nel Novecento, con una riflessione sulle rappresentazioni della figura del mercante e della sua avventura nell’arte contemporanea.

Per coinvolgere appieno tutti i visitatori, saranno disponibili visite guidate alla mostra e un divertente Activity Book per i più giovani, ricco di aneddoti, giochi, indizi e racconti legati al viaggio di Marco Polo nelle terre del Gran Khan e all’opera “Il Milione”. Saranno inoltre organizzate attività per famiglie, adulti, ragazzi e scuole.

A Venezia la più completa esposizione di Helmut Newton

Dal 28 marzo al 24 novembre 2024, Venezia accoglierà una straordinaria esposizione dedicata a Helmut Newton, il celebre fotografo tedesco. Questo evento offre un’opportunità unica di esplorare l’intera vita e carriera dell’artista attraverso una ricca selezione di opere, ospitate nelle prestigiose Stanze della Fotografia. Con oltre 250 immagini in mostra, accompagnate da preziosi documenti d’archivio e polaroid, i visitatori avranno l’occasione di immergersi completamente nel mondo creativo di Newton, rivivendo le tappe cruciali della sua evoluzione stilistica.

Il percorso espositivo, articolato in sei capitoli che seguono un ordine cronologico preciso, offre uno sguardo dettagliato su ogni fase della vita e della carriera dell’artista. Emergono così le significative collaborazioni degli anni Sessanta con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld, così come le innovazioni della serie “Naked and Dressed” del 1981 e le prestigiose commissioni degli anni Novanta, che includono importanti case di moda e designer come Chanel, Thierry Mugler, YSL e Wolford.

Helmut Newton è stato un fotografo senza precedenti, il cui lavoro ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria visiva collettiva. La sua opera unica e influente sfida qualsiasi tentativo di comprensione completa, dimostrando la sua straordinaria portata e la sua eterna rilevanza.

La mostra retrospettiva “Helmut Newton: Legacy” è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e Denis Curti, direttore artistico delle Stanze della Fotografia. Un evento imperdibile per tutti gli amanti della fotografia e dell’arte, che offre un’occasione senza pari di avvicinarsi all’eccezionale genio creativo di Helmut Newton.

JULIE MEHRETU. ENSEMBLE

Oltre sessanta dipinti e incisioni di Julie Mehretu, insieme ad una variegata selezione di opere dei suoi amici artisti e figure che l’hanno influenzata, prendono vita nei due piani espositivi di Palazzo Grassi dal 17 marzo 2024 al 6 gennaio 2025, nell’ambito della mostra “Julie Mehretu. Ensemble” dedicata alla sua arte.

L’opera dell’artista americana, nata ad Addis Abeba nel 1970, si distingue per la sua astrazione che fonde influenze diverse, tutte filtrate attraverso la sua visione unica che rielabora la storia dell’arte, la sociopolitica, la geografia, l’attualità e la vita personale.

Le sue composizioni sono sensuali ed emotive, permeate da tracce e segni immaginativi che emergono dalla complessità di idee stratificate, originate dal suo lungo impegno con le tradizioni e le tracce della storia e della fotografia.

La mostra presenta lavori prodotti durante i venticinque anni di carriera di Mehretu, provenienti dalla Collezione Pinault, dalla sua collezione privata e da musei internazionali e diverse collezioni. Accanto alle opere dell’artista, si trovano quelle di altri artisti e autori come Nairy Baghramian, Huma Bhabha, Robin Coste Lewis, Tacita Dean, David Hammons, Paul Pfeiffer e Jessica Rankin, rappresentando una fusione di poesia, pittura, scultura, cinema e musica.

La pratica artistica di Julie Mehretu è fortemente caratterizzata dalla collaborazione e dalla conversazione con altri artisti, e la mostra offre uno sguardo collettivo su una comunità artistica che si confronta costantemente, creando relazioni e affinità intellettuali ed emotive.

Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia

Durante il Rinascimento, Venezia emerge come il principale centro italiano per la produzione e la distribuzione di stampe, grazie alla sua posizione privilegiata come emporio internazionale aperto alle grandi rotte mercantili. Questo status la rende il fulcro di una “rivoluzione per immagini”, dove si sviluppano e vengono commercializzate alcune delle più importanti e affascinanti opere grafiche ed editoriali del XVI secolo.

La Fondazione Musei Civici di Venezia, insieme al Museo Civico di Bassano del Grappa, dedica un ampio progetto a questa straordinaria stagione artistica. Il progetto ripercorre i più significativi risultati dell‘arte grafica nella Serenissima, ponendola sullo stesso piano della pittura, quasi come se fossero riflesse l’una nell’altra.

La mostra si concentra sulle collezioni delle due istituzioni, parzialmente restaurate grazie al sostegno di Save Venice, e include opere provenienti da raccolte private e pubbliche, come la Biblioteca Nazionale Marciana, la Fondazione Giorgio Cini e altre importanti istituzioni. Il progetto si svolge contemporaneamente in entrambe le sedi, accompagnato da un catalogo unico, e è suddiviso in sezioni cronologiche e tematiche.

Tra i temi affrontati vi sono le innovazioni del tardo Quattrocento, i grandi formati, gli incisori veneziani e stranieri, la nascita del chiaroscuro, l’influenza di Tiziano e altri maestri, e molto altro ancora. Ogni sezione è arricchita da approfondimenti pensati appositamente per specifiche sedi, evidenziando l’originalità dei percorsi proposti e la ricchezza delle raccolte.

Le opere esposte rappresentano un ampio spettro di temi artistici e coinvolgono alcuni dei più importanti artisti del tempo. Attraverso le stampe, Venezia rivela la sua importanza per la tradizione artistica europea, fungendo da crocevia di esperienze in costante evoluzione e aggiornamento.

Banksy. Painting Walls

La mostra “Banksy. Painting Walls” offre ai suoi visitatori l’opportunità unica di immergersi nell’universo artistico di un creativo che da oltre vent’anni domina la scena culturale mondiale. In particolare, attraverso la sua capacità di intervenire con messaggi artistici persino nei contesti di guerra, Banksy dimostra ancora una volta la sua straordinaria capacità di connettersi con il presente, mantenendo un impegno artistico che si distingue per l’affrontare temi cruciali come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali, i flussi migratori, i conflitti e i diritti umani.

Il fulcro di questa esposizione sono tre muri originali dipinti dall’artista britannico. Si tratta di tre opere straordinarie provenienti da collezioni private, realizzate da Banksy rispettivamente nel 2009, nel 2010 e nel 2018, e situate a Londra, nel Devon e nel Galles. I tre lavori mettono in scena tre giovani adolescenti, incarnando la sensibilità di una nuova generazione che sembra risuonare in sintonia con le tematiche care all’artista inglese.

In particolare, “Season’s Greetings”, apparso a Port Talbot, in Galles, nel dicembre 2018, è stato scelto come immagine emblematica della mostra. Quest’opera raffigura un giovane con le braccia spalancate e la lingua protesa per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo, ma si scopre che questi “fiocchi” sono in realtà cenere che si solleva da un bidone della spazzatura in fiamme. Port Talbot, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come la città più inquinata del Regno Unito, diventa così lo sfondo drammatico di questa rappresentazione.

Oltre a questi tre muri principali, la mostra includerà altri lavori significativi come “Heart Boy” e “Robot/Computer Boy”, oltre a una selezione di pezzi unici che arricchiranno ulteriormente l’esperienza espositiva, per un totale di circa cento opere originali.

Venezia rende omaggio a Marco Polo

In occasione del settimo centenario dalla scomparsa di Marco Polo nel 1324, il Comune di Venezia ha avviato un ricco calendario di eventi in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e numerose altre organizzazioni associative locali, nazionali e internazionali. Queste iniziative mirano a celebrare la memoria di questo veneziano illustre, riconosciuto per aver redatto il primo resoconto completo e affidabile dell’Oriente, contribuendo così alla reciproca conoscenza tra Asia ed Europa. Il sostegno alle celebrazioni è stato sancito il 29 dicembre con un decreto del Ministero della Cultura, firmato da Gennaro Sangiuliano su richiesta del Comune e dell’Università veneziana. Il Comitato Nazionale per le celebrazioni, presieduto dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e coordinato dalla rettrice Tiziana Lippiello, è stato istituito per sovrintendere a queste attività.

Le celebrazioni, insieme al Comitato, si protrarranno per tre anni, con ulteriori iniziative previste nel 2025 e nel 2026. Marco Polo è famoso per aver esplorato le terre dell’Oriente lontano, e la sua epica storia di viaggiatore ha creato un legame profondo con culture e popoli distanti, sia via mare che via terra. “La riscoperta della figura di Marco Polo solleva questioni di grande attualità”, spiega il sindaco di Venezia e presidente del Comitato promotore, Luigi Brugnaro. “Come possiamo dialogare con altre culture preservando la nostra identità? Come possiamo gestire i rapporti tra i popoli e le città? Come possiamo tramandare l’arte e la capacità lavorativa?” Le regioni e i mari esplorati da Marco Polo durante i suoi vent’anni di viaggio sono spesso oggi al centro di tensioni diplomatiche. Grazie al ricordo di Marco Polo, Venezia intende lanciare un messaggio di speranza, pace e fratellanza, rimanendo aperta a nuove proposte per perseguire questo obiettivo.

Numerose sono anche le iniziative del calendario cafoscarino, che si trasformano in un momento di profonda riflessione sulla vita e il contributo di Marco Polo, attraverso un programma scientifico e culturale avvincente. Le attività a livello locale, che includono letture pubbliche in luoghi simbolici della città, percorsi culturali e cicli di conferenze aperti ai cittadini, mirano a facilitare la comprensione della complessa figura di quest’uomo del Medioevo e delle implicazioni del suo viaggio sullo sviluppo del pensiero occidentale.
Saranno attivati e realizzati anche progetti teatrali e multimediali, con laboratori incentrati sulla ricezione del mito di Marco Polo nei media del Novecento: opere liriche, fumetti, adattamenti cinematografici e televisivi, nonché workshop creativi dedicati agli studenti delle scuole primarie e secondarie di Venezia, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto.
Per il pubblico internazionale, sono previste iniziative in collaborazione con la Rai per la trasmissione di sceneggiati storici su Marco Polo, al fine di diffondere la conoscenza di questa figura affascinante a livello globale.

DAVID “CHIM”SEYMOUR. Il Mondo e Venezia

È a David ‘Chim’ Seymour che il Museo di Palazzo Grimani (Direzione regionale Musei Veneto del Ministero della Cultura) dedica, dal 6 dicembre 2023 al 17 marzo 2024, il secondo appuntamento con i maggiori protagonisti della fotografia internazionale del Novecento e che hanno, nella loro carriera, scelto di interpretare quell’unicum che è rappresentato da Venezia.

Il progetto, promosso dalla Direzione regionale Musei Veneto – Museo di Palazzo Grimani in collaborazione con Suazes, ha debuttato lo scorso anno con la fortunata monografica su Inge Morath presentata con il titolo “Fotografare da Venezia in poi”, ammirata da oltre 30 mila persone. “Questa mostra si inserisce in una specifica progettualità che mira a far conoscere la produzione artistica di celebri maestri della fotografia e al contempo mostrare loro reportage dedicati alla città lagunare, esponendoli all’interno dei meravigliosi spazi di Palazzo Grimani”, anticipa il curatore Marco Minuz.

Nel caso di questa mostra dedicata a David Seymour saranno circa 200 i pezzi esposti tra fotografie, documenti, lettere e riviste d’epoca. Ad essere rappresentati nelle 150 immagini selezionate, collocate cronologicamente tra il 1936 e il 1956, saranno i più importanti reportage del fotografo polacco, come la Francia del 1936, la Guerra Civile spagnola, l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, il progetto del 1948 intitolato “Children of War”, commissionato dall’UNICEF e dedicato agli orfani di guerra, Israele ed Egitto negli anni Cinquanta del secolo. A questi si aggiungono le serie Ritratti e Personalità, nonché il già menzionato nucleo di foto realizzate a Venezia.

A completare la descrizione del “mondo” di Chim, una cinquantina di documenti, tra cui una sezione con alcuni documenti dedicati alla Maleta Mexicana, la celebre valigia messicana piena di tesori fotografici che si credevano perduti per sempre (riferiti alla guerra civile spagnola) e invece ritrovati con commozione e sorpresa a Parigi nel 1995 ed ora di proprietà dell’ICP di New York.

 

Orari:
Martedì-domenica dalle 10.00 alle 19.00; ultimo ingresso ore 18.00, lunedì chiuso.

 

A Ca’ Pesaro il ritratto veneziano dell’Ottocento

La mostra straordinaria intitolata “Il ritratto veneziano dell’Ottocento“, promossa da Ca’ Pesaro e ubicata nei locali espositivi del secondo piano del museo, rappresenta un’opportunità unica per immergersi nella rassegna del 1923 curata da Nino Barbantini.
L’esposizione offre la straordinaria possibilità di riscoprire i volti di numerosi protagonisti della società, dell’arte, della cultura e della vita di un vasto territorio che si estende dal capoluogo veneto fino al Friuli Venezia Giulia.

Il percorso espositivo attraversa le opere di autori illustri come Hayez, Molmenti, Grigoletti, Schiavoni, Lipparini, figure che vengono esplorate e riportate alla luce. Questi artisti hanno vissuto e si sono formati a Venezia, lasciando dietro di sé testimonianze preziose della società del loro tempo, dello spirito dell’epoca e dei cambiamenti epocali che ne hanno caratterizzato i protagonisti.

La mostra presenta un autentico patrimonio di immagini, ritraendo famiglie, intellettuali, artisti, patrioti e donne, alcune delle quali erano a loro volta artiste, contribuendo così a dipingere un affresco completo e avvincente di un’epoca ricca di fascino e trasformazioni.

Tour guidato dei segreti del Carnevale di Venezia sulle orme di Casanova

 

 Compra un biglietto per il Tour

 

Scopri i segreti del Carnevale con una guida in costume tradizionale veneziano del XVII secolo

La tua guida mascherata ti farà conoscere la storia del Carnevale di Venezia, mostrandoti le maschere utilizzate una volta per nascondere l’identità delle persone e spiegandoti come vengono realizzate.
Casanova era un famoso amante ed avventuriero, noto per la sua stravaganza. Nato a Venezia, è cresciuto nella zona di San Samuele.

Visita i luoghi dove visse Casanova e ascolta storie e aneddoti sulla sua vita

Durante il tour, la tua guida ti condurrà per le strette vie della città, passando davanti alla sua casa e alla casa del poeta Giorgio Baffo, che introdusse il giovane Casanova ai piaceri della vita mondana.
Visiterai il Ridotto, il primo Casinò di Venezia, dove Casanova incontrava l’Aristocrazia Veneziana.
Ascolterai storie affascinanti sulle cortigiane veneziane che hanno contribuito a rendere la città vibrante di vita.

Assapora un ottimo cappuccino caldo e frittelle veneziane in un bar locale

Al termine del tour, potrai gustare un ottimo cappuccino caldo accompagnato da frittelle, dolce tipico del Carnevale, in un tradizionale caffè a pochi passi da Piazza San Marco. Sarà un tour ricco di desiderio, passione, piacere e divertimento!

Da ricordare:

Per partecipare a questo evento, è necessario indossare un abbigliamento carnevalesco, come un costume o un mantello e una maschera. Tieni presente che non sarà possibile ottenere un rimborso in caso di ritardo o di assenza all’evento.

 

 Compra un biglietto per il Tour

Laboratorio di maschere per il Carnevale di Venezia 2024

 

Compra un biglietto per il laboratorio

 

Crea la tua maschera di carnevale

Vivi un’esperienza unica e crea la tua maschera di Carnevale!

 

Impara le tecniche da una guida esperta

Godrai della magia della creazione artigianale e del fascino di tagliare e plasmare la carta, seguendo gli antichi stampi in pietra. Un esperto artigiano ti guiderà e ti aiuterà a trasformare semplici pezzi di carta in una maschera.

 

Decora la maschera con materiali preziosi e portala a casa con te

Utilizzerai tessuti, colori, cristalli Swarovski, foglia d’oro e piume per creare la tua maschera unica e preziosa. Alla fine del workshop porterai a casa la tua creazione, come ricordo di un’esperienza indimenticabile.

 

Cosa è incluso: Workshop, maschera, materiali e decorazioni
 

Compra un biglietto per il laboratorio

Marcel Duchamp e la seduzione della copia

Da 14 ottobre 2023 al 18 marzo, 2024, la Collezione Peggy Guggenheim presenta l’attesa mostra Marcel Duchamp e la seduzione della copia, a cura di Paul B. Franklin, studioso indipendente residente a Parigi e tra i massimi esperti di Marcel Duchamp (1887-1968). Si tratta della prima, grande personale che il museo veneziano dedica a Duchamp, tra gli artisti più influenti e innovativi del Novecento, storico amico
nonché consigliere della mecenate americana Peggy Guggenheim.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia presenta una sessantina di opere realizzate tra il 1911 e il 1968. È la prima volta che un così ampio nucleo di opere di Duchamp appartenenti alla collezione Codognato viene esposto in occasione di una mostra pubblica. 

Duchamp riproduce ripetutamente le proprie opere in tecniche e dimensioni diverse e con la massima cura, e grazie a queste copie diffonde il suo corpus di opere, altrimenti modesto, senza generare nulla di indiscutibilmente nuovo, aggirando così con grande abilità il mercato dell’arte e la sua voracità. Ricreando i suoi lavori Duchamp dimostra che alcuni duplicati e i loro originali offrono un analogo piacere estetico, e mettendo costantemente in discussione la gerarchia tradizionale tra originale e copia ridefinisce ciò che costituisce un’opera d’arte e, per estensione, l’identità dell’artista.

Grazie alla panoramica offerta da questa mostra si può cogliere la portata straordinaria dell’ossessione di Duchamp per la copia come mezzo specifico di espressione artistica e comprendere fino a che punto le sue creazioni bizzarre e spesso ibride abbiano confuso e talvolta del tutto eluso le classificazioni artistiche in uso al momento in cui furono create.  

Attraverso il percorso espositivo curato da Franklin non solo si potranno discernere le intricate connessioni visive, tematiche e concettuali che uniscono i diversi lavori di Duchamp in un unico corpus, ma si potrà anche cogliere la misura in cui questi “oggetti” stravaganti, spesso ibridi, hanno turbato e talvolta rifuggito totalmente le classificazioni artistiche tradizionali dell’epoca in cui sono stati creati.
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo illustrato, edito da Marsilio Arte, con il saggio del curatore. 

Serata danzante e cena in costume di Carnevale di Venezia 2024

 

Compra un biglietto per il ballo

Vivi una serata divertente ed elegante tra balli, costumi e cena nella magnifica Sala del Ridotto per festeggiare in grande stile il Carnevale di Venezia.

Lasciati stupire dall’edificio storico al tuo arrivo. Poi, alla festa, fare un salto indietro nel tempo ascoltando musiche barocche, arie liriche, ma soprattutto divertendosi imparando i passi base dei balli storici di gruppo, sotto la guida dei maestri di ballo.

Ricevi un aperitivo di benvenuto e una cena di quattro portate abbinata a vini regionali per completare i festeggiamenti che non dimenticherai.

 

Puoi scegliere tra le seguenti opzioni disponibili nella casella dell’ordine:

  • biglietto d’ingresso: evento senza noleggio del costume
  • categoria noleggio costume giallo (Opzione 1): include un costume con tessuti e passamanerie di qualità
  • categoria noleggio costume verde (Opzione 2): include un costume più elaborato con tessuti e passamanerie pregiate
  • categoria noleggio costumi rossi (Opzione 3):  include un modello esclusivo della collezione dell’atelier

 

Cosa è incluso

  • Cena di quattro portate
  • Biglietto d’ingresso
  • Drink di benvenuto
  • Vino

 

 

Compra un biglietto per il ballo

Venice Fashion Week 2023

La Venice Fashion Week celebra il suo decimo anniversario con una serie di eventi, progetti di produzione frutto di collaborazioni tra designer internazionali e maestri d’arte veneziani, e iniziative volte a scoprire Venezia in una luce nuova. L’evento non è solo dedicato alla moda, ma anche all’importante tema della sostenibilità e all’innovazione. Un elemento chiave di questa celebrazione è “Atelier Aperti“, un’opportunità per il pubblico di scoprire le gemme artigianali nascoste nella città.

Il programma della Venice Fashion Week 2023 è incredibilmente variegato, abbracciando progetti di moda, ricerca, innovazione e tecnologia. Venezia è al centro di questa esperienza e rappresenta la cornice perfetta per questo evento che promuove una moda etica e sostenibile, valorizza l’abilità dei maestri artigiani e dà spazio ai talenti emergenti. Inoltre, sviluppa progetti inclusivi nell’ambito della moda, del turismo e degli stili di vita.

Presentazioni sartoriali, workshop, incontri con designer e creativi, visite agli Atelier Aperti e convegni focalizzati sulla moda etica e sostenibile che mirano a guardare al futuro, ma senza trascurare le tradizioni dei grandi maestri artigiani, con sessioni di approfondimento sulle tecniche utilizzate nella moda sostenibile e i segreti sartoriali che stanno dietro alle collezioni.

Scrittori, creativi, mostre fotografiche, sfilate speciali e cocktail event esploreranno la moda da molteplici prospettive, arricchendo ulteriormente l’esperienza. 

Altro progetto interessante che prenderà il via durante la Venice Fashion Week è “Tessuti Connettivi“,  uno “human lab” che metterà a confronto talenti della moda sostenibile con eccellenze dell’artigianato per progettare prodotti che abbracciano il concetto di upcycling e nuovi stili di vita.

Un evento completo e coinvolgente, che celebra la moda, l’artigianato, la sostenibilità e l’innovazione, offrendo al pubblico l’opportunità di esplorare il mondo affascinante della moda veneziana e molto altro ancora.

APERTURA STRAORDINARIA DEL GIARDINO SORANZO CAPPELLO

Il Palazzo Soranzo Cappello, situato lungo le Fondamenta Rio Marin, è attualmente la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Questo edificio, dalle radici antiche, fu oggetto di rinnovamenti tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento per iniziativa della famiglia Bragadin. Successivamente, fu acquistato da Lorenzo Soranzo, procuratore di San Marco, il quale, a partire dal 1625, promosse ulteriori interventi di abbellimento, sia per quanto riguarda la facciata che l’arricchimento degli arredi architettonici e scultorei del giardino.

Il giardino, nascosto dietro la facciata del palazzo, è uno dei più celebri di Venezia. È stato descritto in diverse opere letterarie dell’Ottocento, tra cui spiccano il romanzo “Il Fuoco” di Gabriele d’Annunzio, dove il giardino dei Soranzo diviene il luogo degli incontri amorosi tra Stelio e Foscarina, e il racconto “Il carteggio Aspern” di Henry James, in cui è ambientata la tormentata ricerca del carteggio del poeta Jeffrey Aspern proprio all’interno di questo palazzo.

La configurazione attuale del giardino è stata restaurata con cura dopo l’acquisizione dell’intero complesso da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La corte monumentale presenta tre lati caratterizzati da nicchie con le statue di Giulio Cesare e dei primi undici imperatori romani, a simboleggiare la grandezza della famiglia Soranzo. Tra la corte e il giardino, sono collocate due opere scultoree: il “Ratto delle Sabine” o, secondo un’altra interpretazione, le “Fatiche di Ercole”. Sullo sfondo del giardino trovi una loggia con otto colonne e un timpano triangolare, sormontato da statue allegoriche.

All’interno del giardino, i prati sono disposti in base alla partitura illustrata da Vincenzo Coronelli nel 1709 mentre l’area degli ex-orti, situata a nord-est, è suddivisa in due parti da un pergolato, con un prato fiorito più vicino alla fondamenta e un prato dedicato ai frutti all’interno.

Il giardino di Palazzo Soranzo Cappello è un autentico gioiello di Venezia, carico di storia e fascino, che ha ispirato numerose opere letterarie e che oggi rappresenta un patrimonio culturale di inestimabile valore.

Apertura straordinaria

La Soprintendenza, aderendo al Piano di valorizzazione dei luoghi della cultura, promosso dal Ministero della Cultura, offre ai visitatori l’opportunità di accedere gratuitamente al Giardino storico di Palazzo Soranzo Cappello a Venezia.

Durante l’ apertura straordinaria il personale della Soprintendenza sarà a disposizione del pubblico per approfondimenti e visite guidate.

L’apertura straordinaria del giardino si terrà dalle 15.30 alle 19.00, con visite guidate gratuite alle 16.00, 17.00 e 18.00 nei seguenti giorni:

  • martedì 26 settembre
  • martedì 3 ottobre
  • martedì 10 ottobre
  • martedì 17 ottobre

Accesso libero, senza obbligo di prenotazione, fino ad esaurimento posti disponibili (max 25 persone). Si consiglia di arrivare qualche minuto prima della visita guidata, che, in caso di maltempo, sarà rimandata a data da destinarsi.

V Festival delle Idee: Elogio dell’incertezza

Quest’anno il Festival delle Idee si concentra sull’idea di incertezza, liberandola dalla sua connotazione negativa e considerandola come una forza rigeneratrice. L’incertezza, infatti, può essere una spinta alla ricerca di nuove soluzioni, senza paura del cambiamento.

Durante un intero mese, il Festival prenderà vita in luoghi iconici di Venezia e Mestre, trasformando questi spazi in temporanee aree di conoscenza accessibili a tutti. Immaginiamolo come una moderna “stoà” in cui condividere idee e connettere pensieri.

Gli ospiti di spicco dell’ evento provengono da una vasta gamma di settori, tra cui letteratura, giornalismo, imprenditoria, musica, scienza, sport, divulgazione e social media. Queste diverse voci verranno invitate a esplorare un tema da molteplici prospettive, scatenando riflessioni, generando idee e promuovendo lo scambio culturale. Particolare attenzione sarà dedicata al pubblico giovane, che è sempre stato al centro delle nostre priorità.

In un’epoca in cui tutto sembra consumarsi in fretta e alla velocità della luce, questo Festival riafferma il valore delle idee, restituendo potere alla parola, unico strumento in grado di regalarci il tempo per ascoltare, riflettere e approfondire la conoscenza.

Gli ospiti

Oltre all’evento unico il 18 ottobre con lo storico fondatore di Lonely Planet Tony Wheeler in dialogo con Beppe Severgnini, è prevista la presenza di Umberto Galimberti, Alessandro D’Avenia, Amitav Ghosh, Paolo Borzacchiello con Paolo Stella, Pegah Moshir Pour, Vincenzo Schettini, Mario Calabresi, Marco Bianchi, Don Antonio Spadaro, Amara, Vito Mancuso, Giovanni Caccamo, Sonia Bergamasco, Stefania Parmeggiani.

I luoghi

Teatri: Sale Apollinee del Gran Teatro la Fenice, Teatro Malibran, Teatro Toniolo.

Università: Auditorium IUAV e Ca’ Foscari.

Centri culturali: Candiani a Mestre.

Poli museali: M9 a Mestre.

Altri luoghi: Padiglione Rama dell’Ulss3; Scuola Grande di San Marco, Accademia di Belle Arti a Venezia; Forte Marghera per le giornate di workshop.

 

 

A Venezia la prima edizione del Salone dell’Alto Artigianato Italiano

Venezia, la città più antica del futuro, incanta con la sua bellezza senza tempo e la sua unicità che si è mantenuta intatta attraverso i secoli. L’arsenale di Venezia, uno dei simboli storici della Repubblica Serenissima  è stato scelto come luogo ideale per ospitare il Salone dell’Alto Artigianato Italiano da giovedì 28 settembre a domenica 1 ottobre. Qui, storia, arte e cultura si fondono, seguendo le tracce degli antichi mestieri in una città che ha lasciato un’impronta indelebile sulla scena mondiale grazie all’eccellenza delle sue creazioni artigianali.

 

Un tributo alla maestria artigiana e alla tradizione italiana

Il Salone dell’Alto Artigianato Italiano si svilupperà in un contesto senza paragoni, offrendo una straordinaria vetrina per l’eccellenza artigiana del nostro paese. Saranno presenti una vasta gamma di settori, dai tessuti pregiati alla ceramica, dalla gioielleria al vetro soffiato, dai mobili di design e molto altro ancora. Ogni artigiano porterà con sé la propria identità culturale e le tradizioni regionali, regalando ai visitatori un emozionante e suggestivo viaggio attraverso i colori e i materiali provenienti da ogni angolo d’Italia.

Molti degli espositori presenti non si limiteranno semplicemente a mostrare i loro prodotti, ma offriranno anche appassionanti dimostrazioni dal vivo durante l’evento. Sarà una opportunità straordinaria per gli spettatori di interagire direttamente, porre domande e approfondire la comprensione delle tecniche artigianali che sono state tramandate per secoli. Gli artigiani condivideranno non solo le loro competenze, ma anche le storie, le esperienze e le sfide che hanno affrontato nel corso del loro percorso, creando così un forte legame emotivo tra il pubblico e il mondo affascinante dell’artigianato.

Nuove acquisizioni per le Gallerie dell’Accademia

Fino al 1 ottobre 2023 le Gallerie dell’Accademia di Venezia aprono al pubblico per la mostra Da Vivarini a Tiepolo. Nuove acquisizioni per le Gallerie dell’Accademia, a cura di Michele Nicolaci.

Il pubblico potrà ammirare dieci nuove opere fino ad adesso inedite perché appartenenti o a collezioni private o inaccessibili, comprate di recente dallo Stato per oltre un milione di euro. Le acquisizioni saranno tutte esposte in un nuovo spazio (Sala XVIa) destinato a mostre dedicate a temi specifici e parte delle cosiddette sale palladiane del museo, appena restaurate e riaperte.

Il patrimonio culturale delle Gallerie si arricchisce così di capolavori come il dipinto inedito Sansone e Dalila della straordinaria pittrice veneziana Giulia Lama; le tre tavole di Bartolomeo Vivarini che si aggiungono a quelle già in collezione del Polittico dei Tagliapietra e un disegno di Giambattista Tiepolo, il primo disegno acquisito dalle Gallerie che raffigura due teste di fantasia.

Inoltre, le Gallerie dell’Accademia sono diventate proprietarie della Coppia di amanti (La dichiarazione) di Bonifacio de’ Pitati; della tela di notevoli dimensioni con Cristo davanti a Caifa di Pietro Ricchi; di una Scena della vita di San Pietro Martire di Antonio Vivarini e di un’inedita e piccola tela di Francesco Fontebasso.

«Si tratta di opere diverse tra loro sia nella tipologia, dalle tavole di polittici rinascimentali ai disegni, sia nella cronologia, dal Rinascimento dei Vivarini al Settecento di Giambattista Tiepolo, ma in ogni caso parliamo di integrazioni molto significative per le Gallerie dell’Accademia» ha detto il direttore Giulio Manieri Elia.

 

La Sala XVIa

L’esposizione inaugura il nuovo spazio della Sala XVI, parte delle cosiddette “sale palladiane” del museo, recentemente restaurate e riaperte, destinato ad esposizioni di dimensioni ridotte, quali ad esempio “dossier” dedicati a specifiche opere e artisti, restauri effettuati, prestiti temporanei.

 

ORARI DI APERTURA

LUNEDÌ: 8.15-14.00 – IL LUNEDÌ LA VENDITA DEI BIGLIETTI TERMINA ALLE ORE 13.00

DA MARTEDÌ A DOMENICA: 8.15-19.15 – LA VENDITA DEI BIGLIETTI TERMINA ALLE ORE 18.15

Un tour dei bacari veneziani

Se c’è un’attività che i veneziani amano davvero fare dopo una giornata di lavoro, è fare un giro nei bacari. Come potresti già sapere, lo Spritz è l’aperitivo più rinomato a Venezia, un cocktail preparato con prosecco, acqua e Aperol.

Per sperimentare l’emozione di un “tour dei bacari” senza dover spendere una fortuna, basta recarsi in uno di questi accoglienti locali. “Bacaro” è la parola veneziana che si riferisce a quei piccoli bar tipici di Venezia, dove puoi assaporare i caratteristici “cicchetti” (stuzzichini) e goderti un buon bicchiere di vino a prezzi accessibili.

Per vivere una giornata a Venezia come un vero veneziano, non perderti il Tour dei Bacari

 

TOUR DEI BACARI 

 

 

Durante il tuo tour a piedi potrai assaggiare:

  • Spritz: l’aperitivo veneziano per eccellenza. Il suo nome deriva da “spritzen”, una parola austriaca che si riferisce alla pratica del periodo bellico di annacquare il vino con bevande frizzanti. Negli anni ’20 fu inventato il drink che conosciamo oggi e all’acqua frizzante e al vino fu aggiunto l’Aperol dal gusto dolce.
  • Crostini: pane tostato farcito con sfiziosi prodotti della zona, come le ‘sarde in saor’ (sarde con cipolle caramellate, pinoli all’aceto e lievito), salumi, formaggi, salse al tartufo, ecc
  • Piatti caldi: specialità veneziane come risotto, mozzarella in carrozza, baccalà con farina di mais e melanzane alla parmigiana (melanzane con salsa di pomodoro, mozzarella e basilico)
  • Caffè espresso e cioccolato: concludi il tuo tour gustando uno dei migliori espressi della città, insieme a deliziosi cioccolatini artigianali preparati nella pasticceria più famosa di Venezia

Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli

L’arte dimostra ancora una volta di essere molto più di un semplice virtuosismo estetico, diventando un importante testimone storico e concettuale. La mostra del Museo Correr offre un’occasione unica per valorizzare opere d’arte legate alla tematica della giustizia e condividere con il pubblico creazioni meno conosciute ma altrettanto significative.

Il percorso inizia nella magnifica sala della Biblioteca Pisani, dove le pareti sono rivestite da librerie in radica di olmo che ospitano preziose edizioni storiche. Questo spazio di antico sapere accoglie i visitatori e mostra una selezione di volumi, incisioni, miniature e disegni dedicati alla giustizia. Tra le immagini più significative, c’è l'”Offerta del libro”, uno schema tradizionale che Giustizia consegna al dedicatario in rappresentanza dell’autore, simboleggiando equità e diritto.

La mostra presenta anche opere di artisti contemporanei, come Ai Weiwei, Kendell Geers e Koen Vanmechelen, che hanno concesso le loro creazioni dalla Fondazione Berengo, dimostrando come il vetro possa ancora essere un interprete concettuale duttile.

Attraverso sei sezioni, la mostra segue lo svilupparsi della figura allegorica della giustizia, dalle antiche civiltà fino all’età moderna. Sono esposti reperti archeologici, monete e medaglie, nonché “racconti e interpretazioni” realizzati dai più importanti artisti dal Medioevo al XX secolo.

Opere su carta, legno, tela e tavola mostrano la Giustizia come semidea, Virtù e Personificazione, ma anche come Allegoria della stessa città di Venezia. Gli attributi e le compagne della Giustizia rendono facilmente riconoscibile la sua figura. I luoghi dedicati alla Giustizia, i palazzi dell’età moderna costruiti per amministrarla, sono arricchiti da apparati decorativi di grandi artisti che celebrano questa figura e attingono da schemi e contenuti dei loro predecessori.

La mostra include anche opere di artisti rinomati come Guercino, Andrea Del Sarto, Martini, Nani, Reni, Sansovino, Vasari, Maccari e un bulino di Raffaello. Inoltre, vengono esposte scene che ritraggono atti e protagonisti della giustizia, da eroi e santi a episodi di pratica della legge, che diventano il leitmotiv della mostra.

La mostra è una straordinaria opportunità per immergersi nell’arte e nella storia della Giustizia, scoprendo opere di grande valore e conoscendo meglio questo importante aspetto della cultura e della società veneziana.

La Venezia di Casanova

Nato nella parrocchia di San Samuele a Venezia da due modesti attori che recitavano nel teatro di San Samuele, Giacomo Casanova è ricordato principalmente come avventuriero e seduttore, il cui nome è diventato sinonimo di libertino.

La sua produzione letteraria è molto vasta, ma è la sua opera più celebre, “Histoire de ma vie” (Storia della mia vita), a contribuire in modo significativo alla sua fama di grande conquistatore di donne. In quest’opera, Casanova descrive con la massima sincerità le sue avventure, i viaggi e gli innumerevoli incontri galanti.

Uno dei momenti più famosi della sua vita fu la “Fuga dai Piombi“. Arrestato per aver sedotto molte donne di magistrati, si trovò rinchiuso in quel terribile luogo. Temendo una severa punizione, tentò di evadere scavando un buco nella sua cella, ma il suo primo tentativo fallì .

Il secondo tentativo avvenne con l’aiuto di un altro prigioniero rinchiuso in una cella vicina, il frate Marino Balbi. Scavarono un buco nel soffitto della loro cella e, dal tetto di Palazzo Ducale, si calarono fino al cortile. Fuggirono velocemente su una gondola che li portò sulla terraferma, permettendo loro di lasciare la Repubblica.

Casanova trovò inizialmente rifugio a Parigi ma, dopo un lungo viaggio attraverso l’Europa, nel 1774 riuscì a ottenere la grazia dagli inquisitori veneziani, permettendogli così di fare ritorno nella sua amata Venezia.

La sua ultima dimora veneziana si trovava in Barbaria de le Tole, dove condivideva la vita con una umile donna che, durante il periodo di esilio, gli aveva scritto numerose lettere affettuose.

Tuttavia, nel 1783, Casanova decise di lasciare Venezia per accettare un ruolo di bibliotecario a Dux, in Boemia e fu in questa nuova terra che visse gli ultimi anni della sua vita. Si spense nel 1798 venendo a conoscenza degli eventi della Rivoluzione Francese e della triste caduta della Repubblica di Venezia.

Se vuoi conoscere altri aneddoti e segreti della vita di Casanova non perderti il tour con una guida locale che ti farà esplorare luoghi unici passeggiando per stretti vicoli e tunnel di Venezia.

 

 

 Compra un biglietto per il tour

LINO TAGLIAPIETRA: L’ORIGINE DEL VIAGGIO

 

La mostra presso le rinnovate sale del Museo Ca’ Rezzonico di Venezia è stata organizzata dalla Fondazione Lino Tagliapietra e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia per celebrare l’artista Lino Tagliapietra.

Le 21 opere in mostra, realizzate negli ultimi 30 anni, includono tecniche tradizionali muranesi come il vetro soffiato con canne, la filigrana, le murrine e l’incalmo. La mostra offre una vista di opere iconiche come Dinosaur, Fuji, Asola, Niomea, Oca, Africa e Hopi. Il percorso espositivo è stato progettato dall’architetto Chiara Lamonarca tra il primo e il secondo piano del palazzo.

La mostra include anche una selezione di pannelli realizzati tra il 1999 e il 2012, che sono quadri bidimensionali in vetro fuso che sovrappongono tecniche e colori diversi. I titoli dei pannelli, come Finestra sul campiello, Ponticello e Rio Grande, non solo rappresentano luoghi importanti per il maestro, ma anche le sue grandi passioni, come la pittura di Rothko.

L’esposizione si conclude al secondo piano con il pannello Giuditta. L’opera, posizionata come una pala d’altare in vetro tra due pale, si distingue per i suoi colori accesi e il profilo stilizzato del soggetto. Rappresenta una preghiera e un ringraziamento per una vita trascorsa nella creazione di arte in vetro.

 

ORARI: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00). Le operazioni di chiusura del museo iniziano 20 minuti prima dell’orario indicato. Chiuso il martedì

Cento anni di NasonMoretti

 

Storia di una famiglia del vetro muranese

 

La mostra celebra i cent’anni di attività della cristalleria NasonMoretti, una delle realtà muranesi più originali e fiorenti.
La mostra apre gli archivi e condivide con il pubblico del Museo del Vetro una storia importante fatta di oltre diecimila modelli.
La Nason & Moretti ha scelto fin dall’inizio l’arte della tavola, reinterpretandola secondo formule contemporanee con un piglio di profonda modernità.

La cristalleria è diventata un punto di riferimento del design fin dagli anni Cinquanta, quando le coppe Lidia si aggiudicano il Compasso d’oro e comincia la sua presenza alla Biennale di Venezia. La mostra darà conto degli oggetti di maggior successo creati dalla fornace e dalle collaborazioni con alcuni importanti nomi del design e dell’architettura, senza trascurare una sezione dedicata all’attualità.

 

Non perderti un tour guidato nelle isole di Murano per scoprire l’arte del vetro e partecipare a un workshop!

 

Compra un biglietto per la lavorazione del vetro 

Art Night Venezia 2023

 

Torna Art Night con un’edizione ricchissima di eventi e novità

 

Sabato 17 giugno torna Art Night Venezia, la notte bianca della cultura ideata e coordinata dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con il Comune di Venezia.
La manifestazione, da tempo entrata nel calendario ufficiale delle Notti dell’arte europee, tra le più attese in città, ideata e coordinata dall’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con il Comune di Venezia, patrocinata dalla Regione Veneto, ritorna ad animare con le calli, i campi e i palazzi veneziani con l’affflato dell’arte.

 

Oltre 124 le istituzioni partecipanti e più di 150 appuntamenti in programma

 

Partenza come sempre dal cortile principale di Ca’ Foscari, con la tradizionale inaugurazione, la distribuzione degli ambiti gadgets e i saluti istituzionali, mentre domenica 18 giugno torna l’appuntamento della prima colazione che quest’anno si rinnova e diventa arcobaleno nel giardino della sede Cafoscarina di San Sebastiano. 

 

 

 L’intera città quindi si animerà grazie all’apertura serale e completamente gratuita di musei, istituzioni culturali, teatri, librerie, gallerie, associazioni, studi d’artista e il brivido blu di Art Night percorrerà per tutta la sera e la notte le istituzioni partecipanti con un programma ricchissimo.

 

SCOPRI IL PROGRAMMA 

A TORCELLO LA MOSTRA TERRA/CIELO

Sull’isola di Torcello affondano le radici di Venezia. Ed è qui che Simonetta Gorreri, curatrice di numerose esposizioni internazionali, dal 12 maggio al 31 luglio, presenta un nuovo visionario progetto di arte contemporanea ambientale che coinvolge l’isola: si tratta della mostra ‘open-air’ TERRACIELO.

Otto opere ‘site specific’, ossia materialmente create dalle mani degli artisti in loco, invitati per l’occasione dall’associazione Artlife for the World ad esporre nell’ambito di questo progetto. Durante l’inaugurazione la protagonista è stata anche una originale performance. In questo contesto la protagonista è stata la DANCING ARMOR – armatura danzante – che è stata realizzata dall’art-designer Sabrina Baldacchini e che viene indossata dalla performer Jennifer Cabrera: “avvolto dalla sua armatura Attila vuole emergere dalla terra dopo tanti anni… il corpo vibra, si contorce, avviene una inaspettata trasformazione”. Attila è una donna. L’armatura poi torna accanto al suo Trono per essere contemplata. Al centro dell‘isola di Torcello vi è infatti un manufatto del V secolo noto proprio come il Trono di Attila.

Recarsi a Torcello significa immergersi in questo progetto artistico riscoprendo gli spazi dell’isola: è possibile, spiega la curatrice Simonetta Gorreri “intervenire oggi su un modello medioevale e pre-romano – l’isola di Torcello e ciò che la compone appunto – attraverso espressioni artistiche”. “Perciò – prosegue – gli artisti si sono recati qui per scegliere personalmente il contesto e la connotazione naturalistica dove realizzare l’opera. L’obiettivo di ogni installazione è quello di valorizzare l’isola nella sua importanza paesaggistica e storica. Mentre sta al concetto di arte contemporanea interpretare il messaggio dell’oggi, e delle sue problematiche, attraverso appunto una espressione artistica libera non condizionata capace di porre l’accento sul nuovo”.

Gli artisti/le opere

Maruzza Bianchi Michiel (Italia) / ABITARE IL TEMPIO – BUILDING LIVING

Candida Ferrari (Italia) / VOLUMI E CROMIE – VOLUMES AND COLORS

Paola Blazquez (Spagna) / ORIGINE DELLA LAGUNA – ORIGIN OF THE LAGOON

Claudia Corò (Italia) / LUCE SOMMERSA – SUBMERGED LIGHT

DAMSS ART Daniela Arnoldi e Marco Sarzi–Sartori (Italia) / TORC – TORC

Paolo Stefani (Francia) / PROGETTO ATTILA – ATTILA PROJECT

Gottardo Bonacini (Italia) / PLENILUNIO/FULL MOON

Guilherme Carvalho (Francia) / L’ASCOLTO DELLE ANATRE – LISTENING TO THE DUCKS

Un progetto Artlife for the World Contemporary Art Events for the World Venice

 

Compra un biglietto per un tour di Torcello, Murano e Burano

68ESIMA REGATA STORICA DELLE ANTICHE REPUBBLICHE MARINARE

Celebrare le rivalità e le imprese delle più note Repubbliche Marinare italiane, ovvero Venezia, Amalfi, Genova e Pisa: è questo lo scopo del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, la manifestazione sportiva istituita nel 1955 e che quest’anno, per la sua 68esima edizione, torna ad essere disputata nella laguna veneziana, che venerdì 2 e sabato 3 giugno accoglierà nelle acque della sua laguna gli equipaggi di Genova, Pisa e Amalfi.

Venerdì sfilerà, insieme alla presentazione degli equipaggi, il corteo delle quattro repubbliche all’interno dell’Arsenale e nel contesto del Salone Nautico.
Il giorno seguente, sabato, vedrà invece la tanto attesa disputa maschile,  e grazie a un maxi-schermo si potrà assistere al completo svolgimento della regata, dalle sue prime battute fino alla sua conclusione.

A bordo di ogni galea trovano spazio otto vogatori e un timoniere, e ciascuna di esse si distingue per i colori e le splendide polene. Per la polena che taglia prima il traguardo, a conclusione del percorso, l’ambito trofeo in oro e argento realizzato dalla Scuola Orafa Fiorentina che rimane nelle mani della città vincitrice per un anno, per poi essere rimesso in palio in occasione della Regata successiva.

 

Programma

Venerdì 2 giugno

– Ore 17.00, Corteo Storico: sfilata delle delegazioni in costume di Pisa, Amalfi, Genova, Venezia – da Piazza San Marco lungo la Riva degli Schiavoni e fino a Arsenale

– Ore 18.30 Regata equipaggi femminili/misti (percorso 1000 metri) nei pressi dell’isola di San Michele, con arrivo di fronte a Fondamente Nove – Ospedale.

– Ore 19.30 Premiazione regata equipaggi femminili/misti e cerimonia di presentazione degli equipaggi Palio Repubbliche Marinare, presso Arsenale – Salone Nautico di Venezia.

Sabato 3 giugno

– Ore 18.00, Bacino di San Marco: 68^ Regata delle Antiche Repubbliche Marinare Italiane (distanza 2.000 metri): dai Giardini di Sant’Elena lungo il Bacino di San Marco fino al traguardo di fronte la Basilica della Salute. 

A seguire: premiazione degli equipaggi in Campo della Salute. 

In Gondola alla scoperta di luoghi segreti

Venezia è una città unica al mondo che merita di essere visitata più volte, anche solo per vivere il suo sogno ad occhi aperti.

Oltre ai luoghi iconici come il Ponte di Rialto o Piazza San Marco, ci sono anche dei luoghi segreti che vale la pena scoprire. 

 

Questo tour in gondola  ti condurrà alla scoperta di alcuni preziosi tesori culturali della città, come il Palazzo della Torre, Palazzo Gaffaro, la chiesa di Santa Maria dei Carmini, Palazzo Zenobio, e molti altri luoghi per lo più sconosciuti ai turisti.

 

Acquista un tour della Venezia segreta

BIENNALE ARCHITETTURA 2023

The Laboratory of the Future 

Sarà aperta al pubblico da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera la 18. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo The Laboratory of the Future a cura di Lesley Lokko, organizzata dalla Biennale di Venezia. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 18 e 19 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 20 maggio 2023.

Nelle consuete sedi veneziane si affronteranno i temi della decolonizzazione e decarbonizzazione puntando come mai prima d’ora i riflettori sull’Africa e sulla sua diaspora. 
The Laboratory of the Future è una mostra divisa in sei parti e comprende 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa.

Carnival

Il programma di The Laboratory of the Future è arricchito dal Carnival, un ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance durante i sei mesi di mostra, volti a esplorare i temi della Biennale Architettura 2023.

Carnival offre un luogo in cui vengono scambiate, ascoltate, analizzate e ricordate parole, prospettive e opinioni – ha spiegato Lesley Lokko. Politici, policymakers, poeti, registi, documentaristi, scrittori, attivisti, organizzatori di comunità e intellettuali pubblici condivideranno il palco con architetti, accademici e studenti. Questo programma vuole essere una forma di pratica dell’architettura che tenta di colmare il divario tra gli architetti e il pubblico.”

CARLA ACCARDI. Gli anni Settanta: i Lenzuoli

L’iniziativa del Museo Correr cade a ridosso del centenario della nascita di Carla Accardi che, pur avendo vissuto a Roma, ha stabilito, nel corso della propria esistenza, un legame costante con Venezia, sia a livello individuale che professionale. Tra l’altro, nel 1948 ha esordito alla Biennale facendovi ritorno nel 1964 (sala personale introdotta in catalogo da Carla Lonzi), nel 1976, nel 1988 (sala personale) e nel 1993 comparendo anche nell’edizione del 2022. Opere, foto e altro materiale documentario attestano il suo rapporto con la città lagunare compresa un’immagine del 1952 quando, in occasione di una mostra alla Galleria del Cavallino, visitò col marito, l’artista Antonio Sanfilippo, e Tancredi Parmeggiani la collezione Guggenheim.

Il progetto veneziano a cura di Pier Paolo Pancotto, in quanto omaggio e non mostra antologica, presenta, sotto forma di installazione, una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo. Si tratta di un numero ristretto di opere, raramente visibili ma, pur nella loro particolarità, del tutto indicative della ricerca dell’artista e, a loro modo, riassuntive del suo percorso creativo.

ORARI: tutti i giorni 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).

Ugo Mulas in mostra a Venezia

Un centro internazionale di ricerca e valorizzazione della fotografia e della cultura delle immagini, in continuità con il disegno culturale che ha animato la Casa dei Tre Oci, ma con una spinta e una visione ancora più internazionali. L’iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini porta la fotografia nelle Sale del Convitto sull’Isola di San Giorgio Maggiore, all’interno della Fondazione Giorgio Cini, solidificando il sodalizio naturale tra la fotografia e l’Isola, che custodisce un immenso patrimonio documentario con una delle più importanti collezioni fotografiche d’Europa.

Un’ampia e completa retrospettiva dedicata ad Ugo Mulas, che presenta per la prima volta un’importante selezione di immagini vintage. Più di 300 immagini, tra cui 30 foto mai esposte prima d’ora, documenti, libri, pubblicazioni, filmati, per l’esposizione che offre una sintesi in grado di restituire una lettura che si apre alle diverse esperienze affrontate da Ugo Mulas, fotografo trasversale, capace di entrare in contatto con tanti generi diversi ed estrapolarne l’essenza.
Quattordici capitoli tematici accompagnano il pubblico alla scoperta dello stile di questo fotografo “totale” che ha appunto saputo, nel corso della sua intensa esperienza, cimentarsi con soggetti e tematiche differenti.

Orari di apertura

Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19. Chiuso il mercoledì

Aperture straordinarie: mercoledì 26 aprile, mercoledì 3 e 31 maggio

 

 
Scopri il Tour della Fondazione Giorgio Cini

43^ edizione di Su e Zo per i Ponti

Divenuta negli anni un appuntamento fisso nel calendario degli eventi veneziani, si tratta di una passeggiata di solidarietà all’insegna del turismo sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e del territorio.

Quest’anno lo slogan della Su e Zo per i Ponti recita “Meraviglia da condividere”: l’invito è di lasciarsi meravigliare dai luoghi meno noti della città, meno affollati e prevedibili, ma proprio per questo più veri e autentici.

Una grande novità per l’edizione 2023: l’Arsenale torna a spalancare le sue porte ai partecipanti della Su e Zo. Sarà presente un ristoro per ciascuno dei due percorsi: in Parco Savorgnan per il percorso completo e al Porto di Venezia per il percorso breve.

Il costo del cartellino di partecipazione in prevendita è di € 8,50 a persona (€ 9,50 il giorno della manifestazione, salvo esaurimento dei cartellini disponibili) e come per ogni edizione ogni eventuale utile sarà devoluto in beneficenza, quest’anno a favore della Missione Salesiana di Quebrada Honda, Perù. Sarà possibile sostenere la missione in Perù anche acquistando la T-shirt solidale dell’evento: per ogni capo venduto si devolverà un euro in beneficenza.

Ad ogni partecipante una medaglia da collezione e per i gruppi oltre i 50 iscritti una targa in ceramica artigianale.

PROGRAMMA:

Ore 08.30:

S. MESSA in Basilica di San Marco

 

Dalle ore 9.30 alle ore 11.00:

PARTENZA percorso completo da Piazza San Marco (11 km, 42 ponti)

 

PARTENZA percorso breve dal Porto di Venezia (5,4 km, 19 ponti)

Le partenze sono scandite in base alla fascia oraria prescelta in fase di iscrizione: 9.30, 9.45, 10.00, 10.15, 10.30, 10.45, 11.00.

 

Ore 13.00: PREMIAZIONI speciali dei gruppi più numerosi in Piazza S. Marco

 

Ore 15.00: CHIUSURA DELLA MANIFESTAZIONE

 

La manifestazione si svolgerà con qualsiasi condizione meteorologica.

Al Peggy Guggenheim la mostra “Edmondo Bacci. L’energia della luce”

Sarà visitabile fino al 18 settembre la mostra presso la Collezione Peggy Guggenheim ‘Edmondo Bacci. L’energia della luce’ che intende approfondire la parte più lirica tra le opere di Bacci, molte delle quali mai esposte prima, tra dipinti e disegni inediti.
Tra gli artisti contemporanei più innovativi a livello nazionale per la forza generativa del colore, la rottura dei piani spaziali e il ritmo circolare della pennellata, Bacci si colloca entro la ristretta cerchia di eccellenze artistiche venete.

Un artista del mondo

L’esposizione propone una serie di opere fondamentali per comprendere l’evoluzione del linguaggio colore-luce dell’artista e lascia spazio a un altro aspetto interessante, e meno noto dello stesso: lo sperimentalismo degli anni Sessanta-Settanta a cui Bacci rivolge la sua ricerca negli ultimi anni di lavoro.
Il percorso espositivo si conclude con un tributo alla partecipazione di Bacci alla XXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nel 1958.
Bacci è stato soprattutto un artista del mondo, uno dei pochi artisti italiani capaci di raggiungere il successo in vita, esponendo nei più importanti musei e gallerie d’arte nazionali e internazionali.

 

Compra un biglietto per la Collezione Peggy Guggenheim
 

Il Labirinto Borges

Nell’isola di San Giorgio Maggiore si trova uno dei parchi più belli d’Italia. 

Qui nel X secolo, i monaci benedettini fondarono il primo monastero, il Monastero di San Giorgio Maggiore, oggi sede della Fondazione Giorgio Cini.

In quest’isola è nato il progetto del Labirinto Borges con l’intento di celebrare la figura del grande scrittore argentino, Jorge Luis Borges, a 25 anni dalla sua scomparsa. L’idea è stata sviluppata dall’architetto inglese Randoll Coate, in collaborazione con la Fundación Internacional Jorge Luis Borges e con il supporto della vedova del celebre autore, Maria Kodama.

Nel giugno 2021 il labirinto ha aperto ufficialmente per la prima volta al pubblico, dieci anni dopo la sua creazione.

Il labirinto, che si estende per poco più di un chilometro, è stato ispirato dal famoso racconto di Borges “Il giardino dei sentieri che si biforcano”. Lungo il percorso, i visitatori possono trovare oggetti simbolici che richiamano le opere dello scrittore, tra cui specchi, clessidre, un bastone, una tigre, un enorme punto interrogativo e le iniziali della vedova Kodama.

Il Labirinto Borges è composto da 3200 piante di bosso, raccolte in siepi alte novanta centimetri, che sono state disposte in modo da formare il nome Borges due volte, visibile chiaramente dall’alto. Il labirinto è ben visibile dalla terrazza del Centro Branca della Fondazione, che permette una vista panoramica dall’alto.

 

Compra un biglietto per un tour della Fondazione Giorgio Cini

Chronorama. Tesori Fotografici del XX secolo

Qualche giorno fa, presso Palazzo Grassi a Venezia, si è svolto il dinner inaugurale di Chronorama. Tesori Fotografici del XX secolo, la prima grande mostra di capolavori fotografici provenienti dagli archivi di Condé Nast, recentemente acquisiti dalla Pinault Collection e curati da Matthieu Humery.

La mostra presenta 400 immagini suddivise per decenni tra illustrazioni, fotografie di moda, still life, foto di architettura e ritratti. L’obiettivo è quello di mostrare le infinite possibilità dell’archivio nel rappresentare la complessità del linguaggio fotografico e la capacità delle riviste di riflettere lo spirito culturale di un secolo.

Il curatore della mostra, Matthieu Humery, esperto di fotografia e direttore del Living Archives Program presso la Luma Foundation di Arles, ha affermato: “È una mostra sull’archeologia del XX secolo: le fotografie sono opere d’arte e sono le prime in assoluto a esserlo“.

Anna Wintour, chief content officer di Condé Nast e direttore editoriale globale di Vogue, ha commentato l’incredibile lavoro di Alexander Liberman, leggendario direttore editoriale di Condé Nast, che ha commissionato gran parte delle fotografie esposte: “Scegliete immagini che infiammino la pagina“, diceva sempre. Grazie alla generosità dei signori Pinault, queste immagini hanno ora una dimora straordinaria che offrirà alle generazioni future non solo un enorme valore aggiunto, ma anche una comprensione più profonda dell’età d’oro della fotografia.

A Palazzo Ducale i dipinti e disegni di Carpaccio

La pittura di Vittore Carpaccio (1460/66 ca – 1525/26 ca) celebra fantasticamente Venezia al volgere del XV secolo, quando la Serenissima dominava un vasto impero marittimo-commerciale e fioriva come grande centro di cultura.

Stiamo parlando di un artista straordinario, uno dei grandi protagonisti della pittura veneta del Quattrocento sapientemente ospitato e raccontato oggi nella splendida cornice di Palazzo Ducale.

Una celebrazione importantissima per restituire gloria ad un artista che ha donato vanto e grande considerazione, consolidando il binomio indissolubile tra l’arte e il capoluogo veneto.

La mostra si avvantaggia anche di un consistente nucleo di disegni autografi del pittore, autore del più ampio corpus sopravvissuto di disegni “di studio” del primo Rinascimento. Essi rivelano la singolare immaginazione di Carpaccio, il rigore della sua tecnica nonché i suoi interessi per la prospettiva, la natura, la luce.

Dipinti e disegni sono prestati da importanti collezioni museali e private d’Europa e degli Stati Uniti nonché da chiese di Venezia e degli antichi territori della Serenissima che li custodiscono fin dall’origine.

MOSTRA SHATTERING BEAUTY DI SIMON BERGER

Il Museo del Vetro di Murano ospita in questo periodo la mostra “SHATTERING BEAUTY. SIMON BERGER“, la prima personale dell’artista svizzero nella laguna di Venezia.
Con tutte opere site-specific, la mostra presenta la tecnica innovativa di Berger, che utilizza il vetro come una tela su cui creare intensi ritratti a colpi di martello, oltre a nuove sperimentazioni tridimensionali.

Per Shattering Beauty, oltre a una selezione di ritratti in vetro – alternati a specchi – che sfidano le modalità della percezione, saranno presentate anche diverse tele “animate” inserite in cubi di metallo che invitano ad interagire con l’installazione. Sono opere che richiedono un’attenzione ravvicinata da parte del visitatore. Chiedono di essere guardate da diverse prospepttive, mentre dispiegano il loro fascino enigmatico.

La mostra è a cura di Sandrine Welte e Chiara Squarcina ed è organizzata dalla Fondazione Musei Civici Venezia in collaborazione con Berengo Studio.

Graziano Arici. Oltre Venezia ‘Now is the Winter of our Discontent’

 

Dal 17 dicembre al 1 maggio 2023 alla Fondazione Querini Stampalia è in programma la mostra “Oltre Venezia – Now is the Winter of our Discontent”, promossa dalla Fondazione stessa e dal Museo Réattu di Arles. Per la prima volta viene esposta in Italia la produzione artistica di Graziano Arici, fotografo nato a Venezia nel 1949 e trapiantato ad Arles, dove vive dal 2012.
 
Vengono presentati più di quarant’anni di scatti, oltre quattrocento fotografie tra il 1979 e il 2020. Un vero e proprio archivio del mondo (Albania, Germania, Inghilterra, Bosnia-Erzegovina, Spagna, Stati Uniti, Francia, Georgia, Italia, Kazakistan, Russia, Slovacchia, Svizzera).

“Il lavoro personale di Graziano Arici è di una ricchezza estetica, intellettuale e tecnica, di una qualità che suscita ammirazione” – così Daniel Rouvier cocuratore della mostra e direttore del Museo Réattu di Arles – “Non può essere ridotto a semplice sguardo documentario sul mondo, testimonianza della sua evoluzione, delle sue ricchezze e delle sue bizzarrie. Questo filo conduttore esiste, ma il fotografo lo trascende, rendendo ogni sua immagine un’opera fotografica a pieno titolo, sia plasticamente che emotivamente”. 

Nel 2017 Graziano Arici ha donato il suo Archivio – di più di un milione e mezzo di immagini, costituito in gran parte dal suo lavoro ma anche da migliaia di fotografie, di stampe e decine di migliaia di negativi di ritratti e di immagini della cultura internazionale a Venezia precedenti l’inizio del suo lavoro – alla Fondazione Querini Stampalia che si è impegnata a custodirlo e valorizzarlo. 

Dopo decenni di lavoro per famose agenzie di stampa, Graziano Arici con questo progetto espositivo emerge come un grande fotografo. Le mostre del Musée Réattu di Arles nel 2021 e della Fondazione Querini Stampalia oggi non sono delle retrospettive, ma punti di partenza, che portano alla luce un’opera e un artista. 

La mostra è aperta dal martedì a domenica dalle 10 alle 18; lunedì chiuso. Il prezzo d’ingresso è di 14 euro per il biglietto intero e di 10 per quello ridotto. Tutte le domeniche dell’anno i residenti nel Comune di Venezia hanno ingresso gratuito alla Fondazione e alle mostre temporanee, compresa questa. 

Teatro Goldoni: la stagione 2022/2023

La stagione 2022/2023 segna una tappa importante nella storia del Teatro Goldoni, che si avvicina all’inizio delle celebrazioni per i 400 anni. Venerdì 28 ottobre, alle ore 20.30, Alessandro Preziosi aprirà i festeggiamenti per questo storico compleanno con lo spettacolo Goldoni&Goldoni. Il gioco della memoria, un omaggio allo straordinario commediografo e ai quattro secoli di storia del Teatro veneziano che porta il suo nome. Un’occasione irripetibile per riflettere sul rapporto tra il Veneto e il teatro, tra i territori e le sue molteplici vocazioni artistiche, lungo un tracciato che attraversa quattro secoli e che trova le sue radici nel glorioso Stato ‘da tera e da mar’.

 

 

La stagione 2022/2023 a Venezia

 

La stagione Heart-Art nei prossimi mesi continuerà a far battere il cuore del pubblico con grandi nomi della scena italiana e veneta: da Andrea Pennacchi con lo spettacolo Da qui alla luna (20-21 ottobre), un racconto della tragedia della tempesta “Vaia” sul di Matteo Righetto e per la regia Giorgio Sangati, a Luigi Lo Cascio in scena con Pa’ (17-20 novembre), spettacolo scritto a quattro mani con Marco Tullio Giordana, che ne cura anche la regia, in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.
Si prosegue poi con Maddalena Crippa, protagonista della nuova regia de Il compleanno (15-18 dicembre) di Harold Pinter curata da Peter Stein. Una storia intensa e ricca di emozioni è invece quella de Il figlio di Florian Zeller interpretata da Cesare Bocci (19-22 gennaio), mentre Elena Sofia Ricci (23-26 febbraio) si confronta con il testo di Tennessee Williams, La dolce ala della giovinezza, diretta da Pier Luigi Pizzi.
Con la partecipazione straordinaria di Giorgio Ferrara nel ruolo di Sir Wilfrid arriva a Venezia una delle più apprezzate commedie di Agata Christie, Testimone d’accusa (23-26 marzo) con la regia di Geppy Gleijeses ed in scena Vanessa Gravina e Giulio Corso.
Infine a completare il programma del Teatro Goldoni non poteva mancare un testo del celebre commediografo di cui porta il nome: dopo il successo di Spettri il Teatro Stabile del Veneto ha affidato al regista lituano Rimas Tuminas la nuova produzione di Un curioso accidente il cui debutto prima nazionale a Venezia è previsto dal 20 al 23 aprile.

Un altro nome internazionale che spicca nel cartellone 22/23 è quello di Irina Brook, la regista, produttrice e attrice franco britannica dirige per il Teatro Stabile del Veneto House of us (29 novembre-11 dicembre), un progetto performativo che andrà in scena alla Casa dei Tre Oci con gli attori neo diplomati dell’Accademia Teatrale “Carlo Goldoni” protagonisti assieme all’attore Geoffrey Carey.

Venice Fashion Week 2022

 

Torna a Venezia dal 19 al 29 ottobre 2022 la settimana della moda sostenibile e artigianale con un programma diffuso di sfilate, cocktail, conferenze e mostre.

 

Organizzata da Venezia da Vivere, Venice Fashion Week rende dal 2013 Venezia la sede di un dibattito internazionale sulla moda sostenibile, i mestieri d’arte e il design contemporaneo.

 

La settimana della moda di Venezia presenta collezioni di brand emergenti, artigianali e sostenibili italiani e internazionali, valorizza il talento creativo, presenta i maestri d’arte e il saper fare nel rispetto delle risorse ambientali e umane.

Per i visitatori, pubblico, buyer, stampa e operatori della moda, Venice Fashion Week rappresenta un’esperienza di arricchimento a ritmo lento, dove incontri e racconti sono fatti di persona, rispettando l’andamento di una città da salvaguardare.

Venezia infatti si propone come città esemplare per la transizione alla sostenibilità, hanno evidenziato gli organizzatori. E’ da sempre una fabbrica lenta di moda etica. Una moda caratterizzata da tessuti preziosi e durevoli. L’obiettivo della manifestazione  è proseguire l’attività svolta finora e trasformare la città in un laboratorio di talenti creativi, anche universitari, provenienti da tutto il mondo che producano magnificenza e qualità.

Venice Fashion Week è una manifestazione patrocinata dal Comune di Venezia e inserita nella programmazione per i festeggiamenti dei 1600 anni della Città. A Ca’ Farsetti è stata presentata la decima edizione dagli assessori al Turismo Simone Venturini e alla Promozione del territorio Paola Mar. 

Il calendario di Venezia – ha detto Venturini – è ora costellato di eventi di moda, iniziative di grande richiamo internazionale. Qui giunge un turismo ricercato in cerca di creazioni auteniche, eclusive e uniche, come quelle dei nostri artigiani dei settori moda, legno, gioielleria, vetro e così via. Dobbiamo far conoscere queste bellezze inserendole in un circuito complementare al turismo di altà qualità. Turismo e artigianato insieme dunque per elevare Venezia, che ora si propone anche come capitale della moda sostenibile. Torniamo ai capi esclusivi, che durano, creati con passione, con materie prime pregiate. Questa edizione della Venice Fashion Week permetterà di scoprire le bellezze artigiane di Venezia insieme a una serie di eventi collaterali”. 

 

Tutti gli eventi sono gratuiti con prenotazione scrivendo a info@venicefashionweek.com. È necessario attendere la conferma.

Gli eventi saranno dal vivo con dirette online dalle sfilate e dai backstage sui canali online di @veneziadavivere e @venicefashionweek.

 

Scopri tutto il programma qui

BIENNALE MUSICA 2022

Il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Out of Stage si svolgerà dal 14 al 25 settembre 2022, diretto da Lucia Ronchetti. Il programma presenterà numerosi appuntamenti incentrati sulle nuove forme di teatro musicale sperimentale. L’attività di Biennale College Musica sarà come di consueto parte integrante del programma del Festival.

Gli sviluppi recenti del teatro musicale in stretto collegamento con lo sperimentalismo dell’opera barocca veneziana. E’ Out of Stage, “titolo che si riferisce ai lavori concepiti per luoghi e situazioni diverse da quelle offerte dal palcoscenico tradizionale, tratteggia una larga prospettiva del teatro musicale contemporaneo e del ruolo delle nuove tecnologie, della multimedialità, con programmazione di realtà virtuale e realtà aumentata applicata al suono, secondo forme e generi nuovi, codificati dai compositori coinvolti nel festival”.

 

È il compositore Giorgio Battistelli, fra i nomi più riconosciuti in Italia e all’estero, il Leone d’Oro alla carriera della musicaper il suo lavoro di teatro musicale sperimentale e la sua intensa produzione operistica, realizzata dalle più importanti istituzioni europee”; mentre all’ensemble Ars Ludi, formato da tre percussionisti d’eccezione – Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gianluca Ruggeri, è attribuito il Leone d’Argento della musicaper il virtuosismo esecutivo e la capacità di trasformare il mondo percussivo in un’avvincente Machina Mundi”. Lo ha deciso il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, accogliendo la proposta di Lucia Ronchetti. 

 

 

 

Ars Ludi sarà, inoltre, attore di diversi concerti, oltre a partecipare alle attività di Biennale College Musica.
Una nuova versione dell’opera cult di Giorgio Battistelli, il grande affresco scenico e musicale Experimentum Mundi, concluderà infine – il 25 settembre 2022 – il Festival al Teatro alle Tese.

 

 

 

Scopri tutto il programma qui

Studi bizantini: dal 22 al 27 agosto il Congresso internazionale

Dal 22 al 27 agosto 2022 si terrà a Venezia il 24° Congresso Internazionale di Studi Bizantini organizzato dall’Associazione Italiana di Studi Bizantini e dall’International Association of Byzantine Studies in collaborazione e con il sostegno dell’Università Ca’ Foscari Venezia (Dipartimento di Studi Umanistici) e dell’Università degli Studi di Padova (Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari e Dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica)

Si tratta di un evento unico per la quantità e la qualità degli studiosi coinvolti e di rilevanza mondiale per le nazionalità partecipanti: ci saranno rappresentanti di prestigiose Università quali Harvard, Oxford, Princeton, Sorbonne che ospitano importanti centri di studi bizantini. Il Congresso di Studi Bizantini, che vede la sua nascita nel 1924, si svolge ogni cinque anni ed è stato ospitato solo due volte in Italia (nel 1936 a Roma e nel 1951 a Palermo)

Ospitarlo a Venezia, la città definita “Quasi alterum Byzantium” per il suo storico legame con l‘Impero Bizantino, e la “porta” dei Greci in Occidente, è un’importante occasione per rafforzare il legame tra il territorio, le sue origini e la sua storia. Il congresso si aprirà il 22 agosto al Teatro la Fenice, proseguirà a Venezia nella sede del Campus Economico di San Giobbe dell’Università Ca’ Foscari Venezia e nella giornata del 25 agosto si svolgerà presso il Complesso del Beato Pellegrino e al Palazzo Liviano all’Università di Padova.

 

Qual è il significato di un convegno così importante sul mondo bizantino in una città come Venezia?

Risponde Alessandra Bucossi, docente di Civiltà bizantina e membro del Comitato Organizzatore del 24° Congresso Internazionale di Studi Bizantini:

” Venezia è l’erede e la custode dell’identità bizantina in Occidente. La storia della Serenissima e quella di Costantinopoli si intrecciano dal Medioevo ai nostri giorni e, ancora oggi, Venezia ospita capolavori di maestranze bizantine, per esempio, i mosaici di San Marco (cattedrale la cui struttura fu ispirata dalla Chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli) e le spoglie preziosissime della capitale dell’Impero Bizantino dai tempi della Quarta Crociata (1204), come per esempio la famosa quadriga di cavalli. È a Venezia che il Cardinale Bessarione affida la sua ricca collezione di manoscritti a pochi anni dalla caduta di Costantinopoli per mano dei Turchi (1453), perché considera la Serenissima “Quasi Alterum Byzantium”, quasi una seconda Bisanzio. Con questo gesto il Bessarione salvò l’eredità culturale greca che è patrimonio dell’umanità: l’ingegno greco, la sua letteratura, la sua filosofia, i suoi capolavori.”

 

GLI EVENTI APERTI AL PUBBLICO  A VENEZIA

 

LE MOSTRE

Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia: manoscritti, testi e carte
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Salone Sansoviniano 23-28 agosto 2022 (chiusa il 26 agosto).Orario: 10-18.
Ingresso dai Musei Civici – Museo Correr, San Marco – Ala Napoleonica.

La mostra mira a riportare alla luce manoscritti e carte, conservati in Marciana, che raccontino del legame tra Cipro e Venezia, che dominò sull’isola per oltre un secolo (1473-1571). Sono esposti 32 pezzi di epoca medievale e rinascimentale.

Bessarion’s Book in Defense of Plato: Among the Papers of the Last Byzantine Philosopher
Venezia, Musei Civici – Museo Correr 24 agosto – 31 ottobre 2022. Orario: 10-18.
Ingresso dai Musei Civici – Museo Correr, San Marco – Ala Napoleonica.

La mostra illustra l’importanza dell’eredità intellettuale greca per il Rinascimento, indagando il ruolo del Cardinale Bessarione e altri dotti bizantini.

 

GLI INCONTRI

Bessarion’s Literary Heritage: Textual Developments and Intellectual Journeys
Mercoledì 24 agosto 2022, dalle 10 alle 13.
Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, Castello 3412, Sala del Capitolo
Con la partecipazione di Gianmario Cattaneo, Isabel Grimm-Stadelmann, Sergei Mariev, John Monfasani e Peter Schreiner

Tradurre in italiano la letteratura demotica tardobizantina: perché, per chi?
Venerdì 26 agosto 2022, dalle 17.30 alle 20.
Ateneo Veneto, Campo San Fantin, San Marco 1897 
Workshop organizzato da Caterina Carpinato, coordinato da Margherita Losacco, con la partecipazione di Tommaso Braccini, Gianna Carbonaro, Cristiano Luciani, Marco Riccobon, Luigi Silvano e Francesca Vuturo

IV edizione del Festival delle Idee a tema “Emozioni Collettive”

Inserito tra i Grandi Eventi della Regione del Veneto, patrocinato dalla Regione e dal Comune di Venezia, è inserito nel programma del progetto Capitale della Cultura d’impresa 2022 di Assindustria VenetoCentro e Confindustria Venezia Rovigo. Si tratta di un Festival che mette in rete enti e istituzioni del territorio e di cui sono stati già annunciati i primi ospiti.

Tra tutti spicca la presenza dell’instapoet canadese Rupi Kaur (evento straordinario – unica data italiana, 23 ottobre Teatro Malibran Venezia), che ha fatto rinascere l’arte poetica attraverso i social, conquistando i giovani di tutto il mondo. Poetessa, performer, scrittrice, illustratrice, Kaur, ha venduto 250mila copie dei suoi libri in Italia, 10 milioni nel mondo ed è stata tradotta in 42 lingue.

Tra i nomi e i personaggi che saranno al Festival anche l’imprenditore filosofo Brunello Cucinelli, il fondatore di Eataly Oscar Farinetti e l’icona della moda Regina Schrecker . E poi ancora Aldo Cazzullo, Gio Evan, Albertino, Arianna Fontana, Enrico Galiano, Amara, Stefano Massini, Mario Tozzi, Umberto Galimberti, Gloria Campaner con Ilaria Gaspari e Antonio Caprarica.

L’edizione 2022: Emozioni Collettive

Sono le Emozioni collettive il tema che il Festival delle Idee ha scelto per la quarta edizione. Espressione di personalità, creatività, passionalità e motore di relazioni: mai come in questo momento storico sentiamo il bisogno di viverle, consapevoli che esse rappresentano un capitale umano insostituibile, tessuto connettivo della nostra esistenza. Perché, come ci ricorda Umberto Galimberti: “Platone invita a privilegiare la mente razionale, capace di governare le passioni del cuore. Ma noi non possiamo dimenticare che anche il cuore ha le sue ragioni”.

Ne abbiamo individuate alcune: nostalgia, fragilità, empatia, gentilezza e gratitudine; cinque emozioni come i cinque sensi, che ci aiutano a interpretare al meglio la nostra contemporaneità e possono costituire un percorso di partecipazione universale.

La nuova sezione “Viaggi in poltrona”

Il Festival non poteva dimenticare una sezione tutta dedicata al viaggio, imprescindibile attività umana che ci porta ad andare verso l’ignoto per cercare la trasformazione, guidati proprio dalle emozioni. Sospesi tra sorpresa e disorientamento, intuizione e ispirazione noi cittadini viaggiatori, oggi, ci troviamo a dover ricalibrare le nostre emozioni e il perimetro dei nostri viaggi, a calcolare l’impatto ecologico dei nostro vagare, eppure determinati a riappropriarci del viaggio come atto vitale e a ribellarci alla perdita d’incanto del mondo.

Luoghi

Polo Museale M9, Teatro Toniolo, Padiglione Rama Ospedale dell’Angelo, Corte Legrenzi – la piazzetta delle Idee – a Mestre; Teatro Malibran, Sale Apollinee Teatro La Fenice, Auditorium Santa Margherita Università Ca’ Foscari, Aula Magna Tolentini Università Iuav a Venezia.

Ingresso

Una parte degli eventi in programma avrà un fee di ingresso, il resto degli appuntamenti sarà ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria sul sito www.festivalidee.it e attraverso il sistema di prenotazione EMMA di Rnb4Culture in uso presso M9.

I biglietti per l’evento con Rupi Kaur sono già in vendita nei canali Vela Spa.

Sabine Weiss. La poesia dell’istante

La Casa dei Tre Oci di Venezia presenta, dall’11 marzo al 23 ottobre 2022, la più ampia retrospettiva mai realizzata finora, la prima in Italia, dedicata alla fotografa franco-svizzera Sabine Weiss, scomparsa all’età di 97 anni nella sua casa di Parigi lo scorso 28 dicembre 2021, tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.

Unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo – Sabine Weiss ha partecipato attivamente alla costruzione di questo percorso espositivo, aprendo i suoi archivi personali, conservati a Parigi, per raccontare la sua straordinaria storia e presentare il suo lavoro in maniera ampia e strutturata.

L’esposizione è il primo e più importante tributo internazionale alla sua carriera, con oltre 200 fotografie. Curata da Virginie Chardin, la retrospettiva è promossa dalla Fondazione di Venezia, realizzata da Marsilio Arte in collaborazione con Berggruen Institute, prodotta dall’Atelier Sabine Weiss – Laure DelloyeAugustins, con il sostegno di Jeu de Paume e del Festival internazionale LesRencontres de la photographie d’Arles, sotto l’alto patronato del Consolato generale di Svizzera a Milano.

Gli scatti esposti ai Tre Oci ripercorrono, insieme a diverse pubblicazioni e riviste dell’epoca, il lavoro della fotografa, dagli esordi nel 1935 agli anni 2000. Come testimoniano in mostra le foto dei bambini e dei passanti, fin dall’inizio, Sabine Weiss dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai, come si evince dalle sue parole: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l’emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».

Nata Weber a Saint-Gingolph, in Svizzera, il 23 luglio 1924, Sabine, che prenderà il cognome del marito, il pittore americano Hugh Weiss (Philadelphia, 1925 – Parigi, 2007), si avvicina alla fotografia in giovane età. Compie l’apprendistato presso i Boissonnas, una dinastia di fotografi che lavorano a Ginevra dalla fine del XIX secolo. Nel 1946 lascia Ginevra per Parigi e diviene l’assistente di Willy Maywald, fotografo tedesco specializzato in moda e ritratti. Quando sposa Hugh, nel 1950, intraprende la carriera di fotografa indipendente. Insieme, si trasferiscono in un piccolo studio parigino e frequentano la scena artistica del dopoguerra.

Uno dei nuclei principali della rassegna “Sabine Weiss. La poesia dell’istante” racconta proprio gli anni ’50 del Novecento, momento del riconoscimento internazionale della fotografa. Nel 1952, infatti, la sua carriera ha una svolta decisiva quando entra nell’agenzia Rapho, su raccomandazione di Robert Doisneau. Dal 1953 in poi le sue fotografie sono pubblicate da grandi giornali internazionali come “Picture Post”, “Paris Match”, “Vogue”, “Le Ore”, “The New York Times”, “Life”, “Newsweek”. Nello stesso anno Weiss partecipa alla mostra “Post War European Photography” al Museum of Modern Art di New York (MoMA) e nel 1954 l’Art Institute di Chicago le dedica un’importante personale. Nel 1955 tre dei suoi scatti sono scelti da Edward Steichen per la storica antologica “The Family of Man”, al MoMA di New York.

Dal 1952 al 1961 Sabine Weiss collabora con “Vogue”, accanto a fotografi come William Klein, Henry Clarke e Guy Bourdin, realizzando alcuni memorabili servizi di moda, di cui in mostra sono esposti vivaci scatti a colori insieme a una quindicina di numeri originali della celebre rivista.

Una sezione del percorso è dedicata ai suoi ritratti di pittori, scultori, attori e musicisti. Per cinque anni, Hugh Weiss è il mentore dell’artista Niki de Saint Phalle, mentre Sabine è vicina ad Annette Giacometti, la moglie del grande scultore Alberto. In mostra non mancano i loro ritratti accanto a quelli di altre personalità come Robert Rauschenberg, André Breton, Alberto Giacometti, Niki de Saint-Phalle, Anna Karina, Françoise Sagan, Romy Schneider, Ella Fitzgerald, Simone Signoret, Brigitte Bardot.

L’America, raggiunta nel 1955 sul transatlantico Liberté in compagnia del marito Hugh, la impressiona fortemente, e i suoi scatti brulicanti di dettagli realizzati nelle strade di New York, dal Bronx ad Harlem, da Chinatown alla Ninth Avenue, sono pubblicati dal “New York Times” in un ampio servizio dal titolo “I newyorkesi (e la Washington) di una parigina”. Sono immagini che raccontano l’America con un punto di vista francese, dall’umorismo spiccato, molte delle quali vengono esposte solo oggi, per la prima volta in Italia, in occasione della retrospettiva ai Tre Oci.

Il percorso riserva ampio spazio anche ai lavori realizzati da Weiss negli anni ’80 e ‘90, all’età di sessanta e settant’anni, durante i suoi viaggi nell’Isola di Réunion, in Portogallo, India, Birmania, Bulgaria, Giappone, Polonia ed Egitto. Come osserva la curatrice Virginie Chardin, «ciò che colpisce lo spettatore è la sensazione di isolamento e a volte di tenera tristezza che queste fotografie tarde emanano, in cui bambini e anziani sono accomunati dalla loro fragilità. Una melancolia e qualche volta cupa austerità emergono da queste immagini, in contrasto con la personalità vivace e giocosa della fotografa, sulla quale il tempo sembra non avere presa».

Oltre alle fotografie, in mostra sono presentati anche alcuni estratti da film documentari a lei dedicati (“La Chambre Noire” di Claude Fayard,1965; “Sabine Weiss” di Jean-Pierre Franey, 2005; “Il mio lavoro come fotografa” di StéphanieGrosjean, 2014) nei quali la fotografa ha raccontato, in diversi periodi della sua vita, il suo percorso artistico, le sue esperienze di viaggio e la difficoltà di essere una fotografa donna. La forza della sua curiosità per il mondo e la sua gioia di vedere e documentare fanno di Sabine Weiss un simbolo di coraggio e di libertà per tutte le donne fotografe.

Il catalogo, pubblicato da Marsilio Arte, propone molte immagini inedite, i testi di Virginie Chardin, curatrice della rassegna, e di Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci.

Orari di apertura

Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19, tranne il martedì.

Biglietti

Per informazioni:
booktreoci@gmail.com
info@treoci.org

Prenotazioni:
www.ticketone.it
Call Center: 892.101
Prenotazioni gruppi 0410980227

Canaletto incontra Guardi

Vedute veneziane a confronto: il Molo verso la Basilica della Salute
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
6 agosto – 24 ottobre 2021

Ospite d’eccezione della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro sarà la smagliante veduta di Canaletto raffigurante “Il Molo verso ovest con la Zecca e la colonna di San Teodoro” della Civica Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. Il prestito è frutto di uno scambio temporaneo tra le due istituzioni museali generatosi in occasione della contemporanea mostra milanese dedicata alla scultura italiana del Rinascimento (Il Corpo e l’Anima da Donatello a Michelangelo, Milano, Castello Sforzesco, 21 luglio – 24 ottobre).

L’esposizione della tela accanto al dipinto di ugual soggetto di Francesco Guardi di collezione Franchetti offre la possibilità di accostare due straordinarie vedute veneziane, tra le più apprezzate dai turisti aristocratici del Grand Tour, ponendo a confronto diretto due “fermi immagine” di protagonisti assoluti del vedutismo lagunare del Settecento: la luminosa versione di Canaletto, di ampio respiro scenografico e impeccabile coerenza prospettica, riferibile alla maturità del pittore, e la vibrante interpretazione lirica offerta da Francesco Guardi in una fase avanzata del suo operato, ormai lontana, nella sua indeterminatezza fantastica, dal nitido rigore che aveva suggellato, in una immagine solare, “come incisa nel cristallo” (A. Mariuz), la Venezia di Canaletto nella percezione dei viaggiatori e dei collezionisti dell’epoca.

Nel prospetto immortalato dai due artisti si condensano edifici che incarnano la storia stessa di Venezia e ci accompagnano nella scoperta dei suoi mutamenti e delle sue persistenze urbanistiche, in un viaggio nel tempo che celebra quest’anno i 1600 anni dalla fondazione leggendaria della città.

La mostra, seconda tappa della rassegna Ospiti in Galleria inaugurata nel 2020, è ricompresa nel percorso di visita attuale del museo e non comporta maggiorazione del costo del biglietto d’ingresso.

ORARI DI APERTURA DEL MUSEO (agosto)

Mercoledì – Sabato
9.00 – 13.30
(chiusura biglietteria ore 13.00)

Si ricorda che, in ottemperanza alle disposizioni governative vigenti (DL del 23 luglio 2021), a partire da venerdì 6 agosto l’accesso alla Galleria è consentito previa esibizione del Green Pass corredato da un valido documento d’identità, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 12 anni e soggetti con certificazione medica specifica.

Vetrine accese | Gli artisti degli atelier in Piazza San Marco

L’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa apre il nuovo anno dando visibilità agli attuali assegnatari degli Atelier di Palazzo Carminati e del Chiostro dei SS Cosma e Damiano.
A partire da mercoledì 27 gennaio 2021, nelle quattro vetrine della Galleria di piazza San Marco, verranno allestite alcune opere pensate dagli artisti appositamente per questi particolari spazi.

Ogni anno l’Istituzione assegna 15 Atelier, animando lo storico programma di residenze iniziato nel 1901. La sua mission consiste nel promuovere, aiutare, formare, con gli strumenti e
il supporto adeguati, i giovani artisti. Vetrine accese nasce all’interno di questi obiettivi, offrendo visibilità alla creatività contemporanea, ancora in una fase di emergenza e di speranzosa attesa della prossima riapertura della Galleria.

Per circa tre mesi, gli artisti si alterneranno, a gruppi di quattro, impegnando ciascuno una vetrina: i lavori potranno essere apprezzati con grande autonomia, con una visione a volte occasionale e fortuita, altre solitaria e attenta. Gli interventi spazieranno dalla fotografia al video, dalla pittura alla stampa.
Di seguito il calendario delle esposizioni:

da mercoledì 27 gennaio a domenica 14 febbraio
Rémi Deymier
Giuseppe Di Liberto
Sara Manzan
Edoardo Ongarato

da mercoledì 17 febbraio a domenica 7 marzo
Giacomo Bianco
Francesco Casati
Giulia Deganello
Jingge Dong

da mercoledì 10 marzo a domenica 28 marzo
Bruno Fantelli
Stefano Cescon
Federica Zanlucchi
Alessandro Zonta

da mercoledì 31 marzo a domenica 18 aprile
Simone Carraro
Elena Della Corna
Angela Grigolato

Sede: Vetrine della Galleria di Piazza San Marco, 71/c

Per maggiori informazioni:
041 5207797
info@bevilacqualamasa.it
press@bevilacqualamasa.it

#Venezia77. Palazzo del cinema blindato

Sobrietà e prudenza ma grande amore per il cinema.
Accessi web liberi per seguire la mostra a distanza.

Un Palazzo del cinema così blindato non c’è mai stato in precedenza. Un muro che si erge lungo tutto il perimetro esterno della sala grande ed impedisce di fatto la visione da parte del pubblico sul red carpet. Il pubblico ed i fan che solitamente gremiscono il piazzale ed acclamano ogni entrata dei loro divi, sono tagliati fuori ed ovviamente non è possibile neanche mezzo selfie. I personaggi stessi che normalmente si aspettano ed apprezzano l’incontro dal vivo con il loro pubblico, in questa edizione del festival, attraversano sobriamente questo corridoio rosso solo per le telecamere e pochi fotografi. Esternamente il pubblico si “consola” seguendo sul mega schermo le immagini riprese in diretta e facendo sentire la propria voce e la propria presenza aldilà di “the wall”.

Le ragioni di tante misure di divisione e sicurezza sono note, quindi al festival si respira un aria di accettazione e compostezza da parte di tutti, abituati ormai da mesi di limitazioni e code di ogni tipo. Si attendono i controlli ad ogni varco, le misurazioni di temperatura o assegnazioni dei posti limitati su prenotazione etc… Pur tralasciando tutte le esteriorità che non sono possibili in questa edizione, c’è un’aria di pacatezza che in qualche modo riporta l’attenzione del festival ai contenuti essenziali, cioè
riassaporare la magica aggregazione sociale delle sale cinematografiche, i film e gli autori.

Un grande plauso a tutta la Biennale, dal presidente Roberto Cicutto al direttore Alberto Barbera, a tutti i dirigenti ed impiegati fino alle maestranze che hanno reso possibile questa edizione. Un segnale importantissimo di riapertura per l’industria del cinema che ha sofferto enormemente in questi mesi, uno sguardo oltre, verso il futuro, come da sempre ci ha abituato questa nostra importante istituzione.

Per iniziativa di Alberto Barbera e Thierry Frémaux, rispettivamente Direttore della Mostra del Cinema di Venezia e del Festival di Cannes, i Direttori Artistici di alcuni
importanti festival europei si sono riuniti a Venezia in occasione dell’apertura della 77. Mostra del Cinema, per esprimere solidarietà nei confronti dei colleghi costretti ad
annullare o a posticipare la loro manifestazione a causa della pandemia, e per manifestare pieno sostegno all’industria del cinema, colpita dalla più grave crisi della sua lunga storia.

Gli otto Direttori, Alberto Barbera (Venice International Film Festival), Carlo Chatrian (Berlin International Film Festival), Thierry Frémaux (Cannes Film Festival), Lili Hinstin (Locarno Film Festival), Vanja Kaludjerčić (International Rotterdam Film Festival), Karel Och (International Film Festival Karlovy Vary), José Luis Rebordinos (San Sebastian International Film Festival), Tricia Tuttle (BFI London Film Festival), in simbolica rappresentanza di tutti i festival del mondo, hanno condiviso un toccante documento presentato in occasione di una conferenza stampa nel giorno d’apertura dal quale ecco un piccolo estratto:

…Per la prima volta, nel 2020, è successo quello che neppure due guerre mondiali erano riuscite a fare: chiudere la sale cinematografiche, interrompere le riprese dei film, costringere numerosi festival a cancellare la loro edizione. Gli amanti del cinema non hanno potuto dar sfogo alla propria passione. Abbiamo patito l’assenza del cinema, la mancanza di nuovi film, non abbiamo potuto discutere di cinema litigando attorno ai film. È stato triste. Tuttavia, ci siamo resi conto di una cosa importante: se mai il cinema era stato così assente, mai era stato così presente. Presente nei nostri cuori certo, ma presente anche in tutti i mezzi domestici a nostra disposizione, nelle storie che ci si raccontava in famiglia. Il cinema viveva grazie ai ricordi, all’emozione e alla gioia che ci aveva offerto prima. Come i libri e la musica, anche il cinema ha fatto parte della storia del virus e del confinamento a cui siamo stati costretti…

ACCESSI WEB PER SEGUIRE LA MOSTRA LIBERAMENTE

Per quanto molti accessi “in persona” a sale ed eventi sono stati limitati anche agli addetti ai lavori, per conservare la massima sicurezza sanitaria, la Biennale ha studiato una serie di nuove aperture con libero accesso per rendere partecipe pubblico ed appassionati.
Si potranno seguire a distanza:

→ ACCESSO LIBERO ALLA DIRETTA STREAMING DELLE CONFERENZE STAMPA
www.labiennale.org/it/cinema/2020/streaming

→ ACCESSO LIBERO A VENICE VR EXPANDED
Dal 2016, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stato uno dei primi festival cinematografici ad aver dimostrato interesse verso il mondo del Virtual Reality. Per l’edizione del Venice VR 2020, il concorso ufficiale della sezione Virtual Reality della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica sarà disponibile interamente online. Rinominato Venice VR Expanded, a riflettere lo spostamento del progetto ora esclusivamente virtuale, sarà accessibile esclusivamente online, su una piattaforma dedicata realizzata da VRrOOm, con il sostegno di HTC Viveport, Facebook’s Oculus, e VRChat.

→ ACCESSO LIBERO (per spettatori maggiori di 14 anni):
FORMULARIO DI REGISTRAZIONE web9.labiennale.org/vr-expanded
– Accesso ai 23 progetti in Concorso
– Accesso alla sezione “Best Of” (9 progetti)
– Accesso alla sezione Biennale College Cinema VR (4 progetti)

→ SALA WEB – FILM DELLA MOSTRA ONLINE A PREZZI ACCESSIBILI
Selezione di film di Orizzonti, Fuori Concorso e Biennale College – Cinema
Le proiezioni si terranno in streaming, in contemporanea con le presentazioni ufficiali dei film al Lido, poi on demand per 5 giorni. Si tratta di un’opportunità speciale per il pubblico di tutto il mondo per scoprire autori e film della Mostra rappresentativi delle più innovative tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale.
Per il territorio italiano:
www.mymovies.it/ondemand/biennalecinema
per il territorio internazionale:
www.festivalscope.com/page/venice-sala-web

Sicuramente fedele alla sua mission, la Mostra ancora una volta, vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo.

Diana Barrows

Annullati i fuochi artificiali della Festa del Redentore

Annullati i fuochi artificiali della Festa del Redentore 2020.

Annullati i fuochi artificiali della Festa del Redentore 2020

La festa sarà dunque in tono minore: continua intanto l’allestimento del ponte votivo galleggiante, a moduli, che sarà concluso soltanto sabato mattina. Il ponte collegherà la riva delle Zattere con quella della Giudecca e permetterà dunque ai pellegrini di raggiungere la chiesa intitolata al Redentore. Ma i tanto attesi fuochi d’artificio che richiamavano in città migliaia di barche che si radunavano intorno alle barche quest’anno non ci saranno.

La Festa del Redentore è tra le festività più sinceramente sentite dai veneziani, in cui convivono l’aspetto religioso e quello spettacolare, grazie al fantasmagorico spettacolo pirotecnico che, la notte del sabato, attrae migliaia di visitatori: sull’inimitabile palcoscenico del Bacino di San Marco giochi di luce e di riflessi tracciano un caleidoscopio di colori che si staglia dietro le guglie, le cupole e i campanili della città. La tradizione vuole che al tramonto le imbarcazioni, perfettamente addobbate con frasche e palloncini colorati e ben illuminate, comincino ad affluire nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca. In barca si consuma un’abbondante cena a base di piatti della tradizione veneziana in attesa dello spettacolo pirotecnico, che inizia alle ore 23.30 e dura fino a mezzanotte inoltrata.

Se vuoi rivivere le emozioni delle scorse edizioni clicca qui!

 

I Musei Civici di Venezia riapertura ai visitatori

Da venerdì 31 luglio aprono al pubblico i seguenti Musei Civici di Venezia con il seguente orario:

Palazzo Ducale tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)

Museo del Vetro di Murano dal giovedì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00 

Museo del Merletto di Burano dal giovedì alla domenica dalle 12.00 alle 16.00

Museo di Palazzo Mocenigo dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00

Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00 (domenica 6 settembre, in occasione della Regata Storica, il Museo chiuderà alle 14.00).

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00

 

Da sabato 1 agosto riapre il primo piano del Museo Correr, tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).

Sempre da tale data sarà possibile visitare il percorso degli Itinerari Segreti di Palazzo Ducale e tornerà in vigore il biglietto I MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO valido per Palazzo Ducale e per il percorso integrato del primo piano del Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.

Nel rispetto delle attuali norme per il contenimento dell’emergenza sanitaria, il precorso di visita del Museo Correr è limitato al primo piano.

Informazioni sul percorso espositivo > Da venerdì 4 settembre sarà visitabile il Museo di Casa di Carlo Goldoni dal venerdì alla domenica dalle 12.00 alle 16.00

Da venerdì 11 settembre riapre Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00  

Sarà possibile acquistare il biglietto d’ingresso a Palazzo Ducale on-line. L’acquisto sarà possibile anche presso la biglietteria, dove raccomandiamo l’uso di carte o bancomat ed evitare di utilizzare i contanti.

Fonte: https://www.visitmuve.it/it/aperture-muve/

Buon 2019! Capodanno a Venezia e Mestre

Tutto pronto per la notte più magica in città. Immancabile il consueto appuntamento col naso all’insù per lo spettacolo di fuochi d’artificio che a mezzanotte illumina la prima notte del nuovo anno. Non mancano però altri  appuntamenti in laguna e terraferma, con trasporti intensificati per l’occasione. VENEZIA, Bacino San Marco  Riva degli Schiavoni, Riva Ca’ di Dio, Riva San Biagio e Riva dei Sette Martiri: sono questi i luoghi più indicati per godersi lo spettacolo pirotecnico che allo scoccare della Mezzanotte illumina tutta Venezia. Sono previsti treni speciali in partenza dalla Stazione Santa Lucia direzione terraferma. I bagni pubblici di Piazza San Marco (ubicati in calle dell’Ascension-Vallaresso, Bocca di Piazza San Marco), San Bartolomeo, Accademia, Bragora e Piazzale Roma saranno aperti anche durante la notte. Saranno istituiti varchi d’accesso per il pubblico, che potranno essere chiusi nel caso si raggiungesse l’affollamento massimo previsto per l’area. VENEZIA, Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice Sarà Myung-Whun Chung, pluripremiato maestro coreano, a dirigere il Concerto di Capodanno del Teatro La Fenice, affiancato da due solisti d’eccezione: la soprano Nadine Sierra e il tenore Francesco Meli. VENEZIA, Teatro Goldoni Forse il capodanno più divertente è quello che si festeggia al Teatro Goldoni di Venezia con Carlo & Giorgio e il loro spettacolo campione di incassi Temporary Show. Il duo comico sarà in scena in doppia replica lunedì 31 dicembre (alle 21) e martedì 1 gennaio (alle 17), per salutare il 2018 e dare il benvenuto al nuovo anno tra risate e buonumore. MESTRE, Teatro Corso Anche in terraferma non mancano le risate: al Teatro Corso di Mestre il capodanno si festeggia con la comicità d’autore firmata Leonardo Manera con i suoi “Fenomeni Italiani”, per salutare il 2018 tra risate e divertimento assieme al pubblico. E dopo lo spettacolo, brindisi di mezzanotte per dare il benvenuto al nuovo anno. MESTRE, Piazza Ferretto Festa grande in centro Mestre: in Piazza Ferretto protagonista la musica di Radio Piterpan che dalle 22.30 occupa il palco mestrino col direttore dell’emittente Marco Baxo e la dj Lady Helen in veste di animatori e presentatori e dj Andy Mancuso in consolle. Il programma della serata si preannuncia ricco di musica. Protagonista il gruppo DEAR JACK quartetto italiano composto da Lorenzo Cantarini (chitarra e voce), Francesco Pierozzi (chitarra), Alessandro Presti (basso) e Riccardo Ruiu (batteria e voce).

Dal 31 Marzo a Palazzo Zaguri

“Venice Secrets, Crime and Justice” in mostra dal 31 Marzo a Palazzo Zaguri

Palazzo Zaguri presenta al pubblico la Mostra “Venice Secrets, Crime and Justice” – dal 31 marzo 2018 a Venezia. Una mostra epocale che racconta con reperti unici e suggestive ricostruzioni i lati oscuri della storia di Venezia attraverso il tema della giustizia, sfatando miti e antimiti di una delle realtà storiche più longeve nel panorama europeo e per molti aspetti all’avanguardia. Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni: l’indagine e la tortura, carceri e carcerati, le esecuzioni capitali, l’inquisizione tra miti e leggende. Le trentasei sale espositive offriranno l’opportunità di visionare centinaia di strumenti di tortura e di morte, decine di quadri, vestiti d’epoca e libri antichi, il tutto esposto al mondo per la prima volta e proveniente da biblioteche, musei e collezioni private italiane e straniere. Esperti hanno ricostruito delle celle dell’inquisizione e un teatro anatomico con cadaveri plastinati a ricordo di come i giustiziati venivano usati per la scienza. Studiosi internazionali e scrittori famosi hanno lavorato per narrare e far rivivere le grandi tragedie come quelle del Doge Marin Falier o del Conte di Carmagnola, i libertini Lorenzo Da Ponte e Giacomo Casanova che frequentavano Ca’ Zaguri. Non solo gli allucinanti spettacoli delle condanne a morte e le infernali pene inflitte, ma anche le numerose fantasie popolari come il povero Fornareto o il mostro Biagio Luganegher. Oltre le storie presenti anche i segreti delle magistrature che componevano l’articolata struttura dello Stato. Ampio spazio è dedicato al Sant’Ufficio attraverso numerosi esempi: dallo scontro tra la Repubblica di Venezia e la Santa Sede, alle figure del Frate Servita Paolo Sarpi, il filosofo Giordano Bruno e la cortigiana Veronica Franco. Aperto tutti i giorni, da lunedì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 21.00. Info su www.venicesecrets.net

INCROCI DI CIVILTA 2019. Festival internazionale di Letteratura a Venezia dal 3 al 6 Aprile

La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta. (Fernando Pessoa) Torna per la dodicesima edizione di  Incroci di civiltà, il Festival Internazionale di Letteratura organizzata col patrocinio di Ca’ Foscari Venezia che dal 3 al 6 Aprile 2019 inonderà Venezia di parole, incontri, poesia. IL PROGRAMMA COMPLETO. mercoledì 3 Aprile 17.30 – Inaugurazione al Teatro Carlo Goldoni Premio BAUER – Ca’ Foscari Jonathan Coe (Gran Bretagna) conversa con Flavio Gregori giovedì 4 Aprile 09.30 – Auditorium Santa Margherita CF Su Tong (Cina) conversa con Marco Ceresa e Jing Bartz 11.30 – Auditorium Santa Margherita CF Igor Vishnevetsky (Russia) conversa con Daniela Rizzi 14:00 – Auditorium Santa Margherita CF Sjón (Islanda) conversa con Massimiliano Bampi 16:00 – Auditorium Santa Margherita CF Art and Science collaboration Karin Andersen (Germania) e Roberto Marchesini (Italia) conversano con Silvia Burini 18:00 – Auditorium Santa Margherita CF Manuel Vilas (Spagna) conversa con Elide Pittarello e Adrián J. Sáez García 21:00 – Teatrino di Palazzo Grassi Guadalupe Nettel (Messico) conversa con Margherita Cannavacciuolo venerdì 5 Aprile 9.30 – Auditorium Santa Margherita CF Incroci di poesia contemporanea 1 Jacqueline Bishop (Giamaica) Jean Flaminien (Francia) Aaron Poochigian (Stati Uniti) Marija Stepanova (Russia) 12:00 – Auditorium Santa Margherita CF Incroci di poesia contemporanea 2 Eugenijus Ališanka (Lituania) Carl-Christian Elze (Germania) Chris Mann (Sudafrica) 15:00 – Auditorium Santa Margherita CF Fiona McFarlane (Australia) e Francesco Targhetta (Italia) conversano con Severino Antonelli 17:30 – Auditorium Santa Margherita CF Mikael Niemi (Svezia) e Jón Kalman Stefánsson (Islanda) conversano con Massimo Ciaravolo 21:00 – T Fondaco dei Tedeschi – DFS Paulina Flores (Cile) conversa con Igiaba Scego in parallelo 21.00 – Palazzo Trevisan degli Ulivi Arno Camenisch (Svizzera) conversa con Roberta Gado Rassegna Suisse Pride | Venezia sabato 6 Aprile 9.30 – Fondazione Querini Stampalia Venezia Mostafa Ensafi (Iran) conversa con Daniela Meneghini e Giacomo Longhi 11.15 – Fondazione Querini Stampalia Venezia Alexandre Hmine (Svizzera) e Michelle Steinbeck (Svizzera) conversano con Yari Bernasconi Rassegna Suisse Pride | Venezia in parallelo 11.00 – Carcere femminile della Giudecca IAS – Interrogatorio Alla Scrittura Melania G. Mazzucco (Italia) 14.00 – Ocean Space, Chiesa di San Lorenzo Maja Lunde (Norvegia) conversa con Boris Ondreička e Sara Culeddu 16:00 – Auditorium Santa Margherita CF Melania G. Mazzucco (Italia) e Ilija Trojanow (Germania) conversano con Rosella Mamoli Zorzi e Luca Molà 18:00 – Auditorium Santa Margherita CF Daniel Pennac (Francia) conversa con Pietro Del Soldà       INFO UTILI Tutti gli appuntamenti sono ad INGRESSO LIBERO con PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA online su www.incrocidicivilta.org Le prenotazioni all’incontro IAS – Interrogatorio Alla Scrittura con Melania G. Mazzucco che si terrà presso il Carcere femminile della Giudecca sabato 6 aprile alle ore 11.00 sono esaurite!

#DomenicaalMuseo: domenica 3 Dicembre tornano i musei gratis nel veneziano

“Tanto io ce l’ho qui a due passi, una volta o l’altra ci vado”.

Quella “volta” è domenica 3 Dicembre se ti va di approfittare della #DomenicaalMuseo, l’appuntamento con la cultura del territorio aperta tutte le prime domeniche del mese in via del tutto gratuita. Per l’intera giornata oltre 450 tra musei, siti archeologici e monumenti in tutta Italia accoglieranno liberamente cittadini e turisti per una giornata dedicata alla scoperta del patrimonio culturale nazionale.
Questi i luoghi che finalemente potrai visitare nel veneziano:

Museo archeologico nazionale di Altino
Via S. Eliodoro 56 a Quarto d’Altino
Orario: 8.30 – 19.30

Museo nazionale di Villa Pisani
Via Doge Pisani 7 a Stra
Orario: da martedì a domenica d 9.00-17.00 (utlimo accesso alle 16.00); Labirinto chiuso da novembre a marzo.

Galleria “Giorgio Franchetti” alla Cà d’Oro
Cannaregio 3932, Venezia
Orario: lunedì: 8.15 – 14.00 martedì – domenica: 8.15 – 19.15
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.

Gallerie dell’Accademia
Dorsoduro – Venezia
Orario: Lunedì: 8.15 – 14.00 Martedì a Domenica: 8.15 – 19.15.
Biglietto: la vendita dei biglietti termina 45 minuti prima della chiusura; biglietteria aperta dalle 8.15 alle 14.00 il lunedì, dalle 8.15 alle 19.30 nei feriali e dalle 8.15 alle 19.30 nei festivi.

Museo archeologico nazionale di Venezia
Piazzetta S. Marco 17/52 a Venezia
Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 ; orario biglietteria: tutti i giorni presso il Museo Correr.

Museo d’arte orientale
Santa Croce 2076 a Venezia
Orario: Martedì a Domenica: 10.00 – 17.00. La vendita dei biglietti termina un’ora prima della chiusura. Chiusura settimanale: lunedì.

 

Venice Hospitality Challenge: sabato 14 Ottobre la 4° edizione del “Gran premio di Venezia”

Giunto alla 4° edizione è ormai considerato il Gran Premio di Venezia per la vela.

Dodici tra le più importanti realtà dell’alta hotellerie veneta scendono in campo, o per meglio dire in Laguna, ognuna rappresentata da un Maxy Yaght che sabato 14 Ottobre gareggerà in bacino di San Marco per contendersi la Venice Hospitality Challenge. La tredicesima imbarcazione in gara altro non è che il maestoso Moro di Venezia America’s Cup che veleggerà in rappresentanza della città di Venezia nella regata che a detta di Mirko Sguario, ideatore e promotore dell’evento e Presidente dello Yacht Club Venezia, si può considerare “il Gran Premio di Venezia per la vela, così come per la Formula 1 lo è il Gran Premio di Monaco.

Confermati anche per questa edizione l’Hotel Danieli, a Luxury Collection Hotel, Venice; The Westin Europa & Regina, Venice; The Gritti Palace, a Luxury Collection Hotel, Venice; Sina Centurion Palace Hotel; Belmond Hotel Cipriani; JW Marriott Venice Resort & Spa; Cà Sagredo Hotel; Hilton Molino Stucky; Falisia, a Luxury Collection Resort & Spa, Portopiccolo del gruppo Marriott International ai quali si aggiungono quest’anno Hotel Excelsior Lido Resort, Palazzina e Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa, Cortina d’Ampezzo di Marriott International.

I team, guidati da celebri skipper al timone di Maxi Yacht che hanno lasciato il segno nella storia della vela sportiva internazionale, si contenderanno l’ambito cappello del doge, realizzato appositamente per la Venice Hospitality Challenge 2017 dalla storica vetreria muranese Barovier & Toso.
IL PROGRAMMA
10.30: briefing equipaggi alla Scuola Navale Francesco Morosini
13.30: inizio regata
16.30: premiazioni presso la banchina VYP Venice Yacht Piers (Zattere)

 

Scala Contarini del Bovolo: 30 minuti per meravigliarsi

E’ una di quelle mosse sceniche che fanno fare bella figura quando si porta qualcuno a spasso per Venezia, magari per la prima volta: si arriva in Campo Manin, si imbocca una calle bella stretta, si svolta un paio di volte fino a che non ci si trova davanti lei, la suggestiva ed elegante Scala Contarini del Bovolo.

Trattasi di uno dei più singolari esempi dell’architettura veneziana di transizione dallo stile gotico, ben radicato nella cultura locale, a quello rinascimentale con una serie di logge sovrapposte nei vari piani in cui si snoda la scala, a chiocciola o secondo il dialetto veneziano il “bovolo”, appunto.

Puoi accedere e visitare questa meraviglia semi-nascosta per una buona mezz’ora, nel giorno e nell’orario scelto, insiema alla Sala del Tintoretto compreso nel biglietto di entrata; puoi anche aggiungere ad ogni biglietto la visita all’Oratorio dei Crociferi che si trova a circa un quarto d’ora di cammino, ma quella non è vincolata ad orari particolari.
ORARI
Tutti i Giorni
10.00 – 13.30 / 14.00 – 18.00

BIGLIETTI
I prezzi variano da 3€ a 9€
Accesso gratuito per bambini fino a 12 anni, guide turistiche autorizzate di Venezia, residenti Comune di Venezia (con documento di riconoscimento e residenza) e dipendenti IRE e Fondazione Venezia Servizi alla Persona.

Il Presidente della Repubblica Mattarella all’inaugurazione della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ed in visita alla Biennale Arte.

Il Presidente Mattarella All’inaugurazione della Mostra del Cinema di Venezia 

Il presidente Mattarella ha partecipato all’inaugurazione della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica al Lido di Venezia. Per l’occasione naturalmente è stato approntato un piano sicurezza eccezionale. Arrivato all’imbarcadero del Casinò è stato accolto ed accompagnato al palazzo del cinema dal presidente della Biennale Paolo Baratta, dai ministri Dario Franceschini e Pier Carlo Padoan, dal governatore del Veneto Luca Zaia. Il pubblico entusiasta lo ha applaudito a lungo; altri applausi invece ed urla per il red carpet del primo divo americano della mostra, Matt Damon con la moglie. Matt Damon apre Venezia 74 con Downsizing, diretto da Alexander Payne (Sideways, Paradiso amaro, Nebraska) con Christoph Waltz, Hong Chau e Kristen Wiig. Il protagonista del film è alle prese con una “miniaturizzazione”, ovvero la scelta di rimpicciolirsi a 12 cm per gestire una vita decisamente più economica ed avere più risorse per tutti…Il film rispecchia la sensibilità di Matt Damon per ambiente. Il premio Oscar infatti, ha una società che offre programmi di microfinanziamento al rifornimento dell’acqua pulita, presta soldi in India, Bangladesh e altrove… Oggi dopo la serata dell’inaugurazione, il Presidente Mattarella, accompagnato dal Ministro Franceschini, Paolo Baratta e dalla curatrice Christine Macel ha visitato alcuni padiglioni della 57esima Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo “Viva Arte Viva”. Da arte ed economia segnali confortanti per l’Italia”, commenta Mattarella. Il presidente ha quindi evidenziato l’importanza della Biennale tra Cinema ed Arte. Il presidente della Biennale Baratta: “Come è noto la Mostra del Cinema è nata come estensione della Biennale Arte. Negli ultimi anni sta accadendo quanto auspicato da tempo, ovvero un crescente andirivieni di cineasti e giornalisti dalla Mostra del Cinema alla Biennale Arte, che resterà aperta fino al 26 novembre ai Giardini e all’Arsenale.” Domani sarà la giornata dei Leoni d’oro alla carriera che quest’anno, sono stati assegnati all’inossidabile Robert Redford e Jane Fonda. La consegna dei premi avrà luogo nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, prima della proiezione Fuori Concorso del film di Netflix Our Souls at Night, diretto da Ritesh Batra e interpretato da Jane Fonda e Robert Redford, pellicola che li rivede di nuovo insieme dopo quasi 40 anni dal Cavaliere elettrico. A proposito dei riconoscimenti, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato riguardo Jane Fonda: “…Il Leone d’oro alla carriera è il tributo doveroso all’impegno personale e alle brillanti qualità di un’interprete che ha saputo dar vita a personaggi indimenticabili, controversi e disparati, dando prova di un’incessante capacità di reinventarsi, pur rimanendo fedele a se stessa, ai propri valori, al proprio indiscusso talento d’artista”. Prosegue Barbera: “…Robert Redford ci ha accompagnato attraverso cinquant’anni di storia americana con una combinazione di rigore, intelligenza e grazia che resta insuperabile”… Diana Barrows & Enrico Marotta

73a Mostra del Cinema di Venezia – 31 agosto 10 settembre

Lido di Venezia si prepara ad accogliere la 73a Mostra del Cinema di Venezia, quest’anno in programma dal 31 agosto al 10 settembre. Direttore: Alberto Barbera.

Già si vocifera che sarà l’edizione migliore degli ultimi 10 anni. Atteso un red carpet da sogno dove sfileranno attori e attrici internazionali. Jude Law, Kim Rossi Stuart, Paolo Sorrentino, Gabriele Muccino, Cate Blanchett, Natalie Portman, Michael Fassbender, Monica Bellucci e Natalie Portman sono solo alcuni nomi delle star attese per la kermesse.

Ad aprire la 73a Mostra del Cinema di Venezia Sarà sarà La Land, che vede come protagonisti Ryan Gosling e Emma Stone. Si tratta di un musical che parla di una storia d’amore ambientata nell’epoca d’oro dei film musicali. Prepariamoci a ballare!

Svelato anche il nome della madrina del Festival di Venezia 2016. La fortunata è l’attrice italiana Sonia Bergamasco.

Le sezioni del Festival del Cinema di Venezia:

Selezione ufficiale – 20 lungometraggi in prima mondiale in competizione per il Leone d’oro

Fuori concorso – Vengono presentate opere particolarmente significative, sono ammessi anche i documentari e vengono accettate fino a 18 opere

Orizzonti – Le opere della sezione Orizzonti, che possono raggiungere un numero massimo di 18, partecipano ad un concorso a se stante. Viene dato spazio a registi e tendenze emergenti

Venezia classici – Vengono presentati film restaurati

Settimana Internazionale della critica – 8 film in prima visione

Giornate degli Autori – Una rassegna di 12 film scelti in base al loro valore culturale

Premi del Festival del Cinema di Venezia:

Leone d’Oro per il miglior film
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
Premio per la migliore sceneggiatura
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente
Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura (novità 2016)

TUTTI I FILM IN CONCORSO E FUORI CONCORSO

73. Mostra del Cinema di Venezia 2016: film in concorso e fuori concorso

Un programma ricco di spettacolo tra stelle del cinema e party esclusivi ma i veri protagonisti sono i film. Chi vincerà il Leone d’Oro 2016?

Sono 20 i film in lizza per vincere il Leone d’Oro, il premio di una delle più illustri kermesse del settore.
La Mostra del Cinema di Venezia, in programma al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre, prevede un calendario fitto di proiezioni. Oltre ai Film in concorso vi saranno altre sezioni: e Orizzonti, rivolta alle nuove tendenze ed ai registi emergenti, Film fuori concorso, pellicole di autori già affermati o che hanno già partecipato a Venezia.

Atteso a Venezia il regista italiano Paolo Sorrentino che torna nel grande schermo con The Young Pope, la miniserie dedicata, girata in parte in laguna. Durante la mostra verranno proiettate le prime due puntate.

La giuria del 2016 è presieduta dal regista Sam Menders; come volti italiani troviamo Chiara Mastroianni e Giancarlo De Cataldo.

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2016: FILM IN CONCORSO

ANA LILY AMIRPOUR – THE BAD BATCH
Usa, 115’
Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey, Giovanni Ribisi

STÉPHANE BRIZÉ – UNE VIE
Francia, Belgio, 119’
Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Swann Arlaud, Yolande Moreau

DAMIEN CHAZELLE – LA LA LAND
Usa, 127’
Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend, J.K. Simmons, Finn Wittrock

DEREK CIANFRANCE – THE LIGHT BETWEEN OCEANS
Usa, Australia, Nuova Zelanda, 133’
Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz, Emily Barclay

MARIANO COHN, GASTÓN DUPRAT – EL CIUDADANO ILUSTRE
Argentina, Spagna, 118’
Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio, Nora Navas, Gustavo Garzón

MASSIMO D’ANOLFI, MARTINA PARENTI – SPIRA MIRABILIS
Italia, Svizzera, 121’ (documentario)

LAV DIAZ – ANG BABAENG HUMAYO (THE WOMAN WHO LEFT)
Filippine, 226’
Charo Santos-Concio, John Lloyd Cruz

AMAT ESCALANTE – LA REGIÓN SALVAJE
Messico, 100’
Ruth Ramos, Simone Bucio, Jesús Meza, Edén Villavicencio

TOM FORD – NOCTURNAL ANIMALS
Usa, 115’
Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher, Laura Linney

ROAN JOHNSON – PIUMA
Italia, 98’
Luigi Fedele, Blu Yoshimi Di Martino, Sergio Pierattini, Michela Cescon, Francesco Colella

ANDREI KONCHALOVSKY – RAI (PARADISE)
Russia, Germania, 130’
Julia Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Victor Sukhorukov, Peter Kurt

MARTIN KOOLHOVEN – BRIMSTONE
Paesi Bassi, Germania, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Svezia, 148’
Dakota Fanning, Guy Pearce, Emilia Jones, Kit Harington, Carice Van Houten

EMIR KUSTURICA – NA MLIJECNOM PUTU (ON THE MILKY ROAD)
Serbia, Gran Bretagna, Usa, 125’
Monica Bellucci, Emir Kusturica, Sloboda Micalovic, Predrag Manojlovic

PABLO LARRAÍN – JACKIE
Usa, Cile, 95’
Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, John Hurt

TERRENCE MALICK – VOYAGE OF TIME
Usa, Germania, 90’ (documentario)
Cate Blanchett

CHRISTOPHER MURRAY – EL CRISTO CIEGO
Cile, Francia, 85’
Michael Silva, Bastian Inostroza, Ana Maria Henriquez, Mauricio Pinto

FRANÇOIS OZON – FRANTZ
Francia, Germania, 113’
Pierre Niney, Paula Beer, Marie Gruber, Ernst Stötzner, Cyrielle Claire

GIUSEPPE PICCIONI – QUESTI GIORNI
Italia, 120’
Margherita Buy, Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Filippo Timi

DENIS VILLENEUVE – ARRIVAL
Usa, 116’
Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg

WIM WENDERS – LES BEAUX JOURS D’ARANJUEZ (3D)
Francia, Germania, 97’
Reda Kateb, Sophie Semin, Jens Harzer, Nick Cave
EVENTI SPECIALI

“The Young Pope” Episode 1 & 2 – dir. Paolo Sorrentino
“Planetarium” – dir. Rebecca Zlotowski
PROGRAMMI SPECIALI

AMBROGIO CRESPI – SPES CONTRA SPEM – LIBERI DENTRO
Italia, 70’ (documentario)

THOMAS KOOLHAAS – REM
Usa, 75’ (documentario)

LORENZO VIGAS – EL VENDEDOR DE ORQUÍDEAS
Venezuela, Messico, 75’ (documentario)

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2016: FILM FUORI CONCORSO

BRUNO CHIARAVALLOTI, CLAUDIO JAMPAGLIA, BENEDETTA ARGENTIERI – OUR WAR
Italia, Usa, 68′ (documentario)

KASPER COLLIN – I CALLED HIM MORGAN
Svezia, Usa, 91′ (documentario)

ANDREW DOMINIK – ONE MORE TIME WITH FEELING (3D)
Gran Bretagna, 112′
Nick Cave

PHILIPPE FALARDEAU – THE BLEEDER
Usa, Canada, 93′
Liev Schreiber, Naomi Watts, Elisabeth Moss, Ron Perlman, Jim Gaffigan, Pooch Hall

ANTOINE FUQUA – THE MAGNIFICENT SEVEN
Usa, 130’
Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Byung-Hun Lee, Peter Sarsgaard

MEL GIBSON – HACKSAW RIDGE
Usa, Australia, 131′
Andrew Garfield, Vince Vaughn, Teresa Palmer, Sam Worthington, Luke Bracey

NICK HAMM – THE JOURNEY
Gran Bretagna, 94′
Timothy Spall, Colm Meaney, Freddie Highmore, John Hurt, Toby Stephens

BENOÎT JACQUOT – À JAMAIS
Francia, Portogallo, 86′
Mathieu Amalric, Julia Roy, Jeanne Balibar

YASUSHI KAWAMURA – GANTZ:O
Giappone, 95′ (film d’animazione)

JEE WOON KIM – MILJEONG (THE AGE OF SHADOWS)
Corea del Sud, 114′
Song Kang-ho, Gong Yoo, Han Ji-Min
ORIZZONTI

DORIA ACHOUR – LE RESTE EST L’OEUVRE DE L’HOMME
Francia, Tunisia, 14′
Houssin Benwarda, Anissa Daoud

RAÚL ARÉVALO – TARDE PARA LA IRA
Spagna, 92′
Antonio de la Torre, Luis Callejo, Ruth Díaz

BIBHUSAN BASNET, POOJA GURUNG – DADYAA
Nepal, Francia, 17′
Parimal Damai, Lachhima Damai

MAURIZIO BRAUCCI – STANZA 52
Italia, 13′
Vincenza Modica

PETER BROSENS, JESSICA WOODWORTH – KING OF THE BELGIANS
Belgio, Paesi Bassi, Bulgaria, 94′
Peter Van den Begin, Lucie Debay, Titus De Voogdt, Bruno Georis

RAMA BURSHTEIN – LAAVOR ET HAKIM (THROUGH THE WALL)
Israele, 110′
Noa Koler, Amos Tamam, Oz Zehavi

CHIARA CASELLI – MOLLY BLOOM
Italia, 20′
Chiara Caselli, Enrico Carotenuto, Elisabetta de Vito, Lilian Sassanelli, Nicole Guerzoni, Lorenzo Ciambrelli

FEDERICA DI GIACOMO – LIBERAMI
Italia, Francia, 89′
(documentario)

MAMADOU DIA – SAMEDI CINEMA
Senegal, 11′
Fallou Keita, Assane Lo, Saikou Lo, Penda Daly Sy

REHA ERDEM – KOCA DÜNYA (BIG BIG WORLD)
Turchia, 100′
Ecem Uzun, Berke Karaer

LUCA FERRI – COLOMBI
Italia, 20′
Giovanni Colombi, Annunciata Decò, Dario Bacis

BAYU PRIHANTORO FILEMON – ON THE ORIGIN OF FEAR
Indonesia, 12′
Pritt Timothy

GIOVANNI FUMU – GOOD NEWS
Corea del Sud, Italia, 17′
Eun U, Soonwoo Kwak

FLURIN GIGER – RUAH
Svizzera, 18′
Fabian Villiger, Christina Brandenberg, Annina Walt, Mona Petri, Jürg Plüss

WEI HU – CE QUI NOUS ÉLOIGNE
Francia, 18′
Camille Debray, Isabelle Huppert, Nai An, André Wilms, Zhang Xianmin

KEI ISHIKAWA – GUKOROKU
Giappone, 120′
Tsumabuki Satoshi, Mitsushima Hikari

SARA KERN – SRECNO, ORLO! (GOOD LUCK, ORLO!)
Slovenia, Croazia, Austria, 14′
Tin Vulovic, Primož Pirnat, Nina Ivanišin, Tin Marn

KARL LEMIEUX – MAUDITE POUTINE
Canada, 91′
Jean-Simon Leduc, Martin Dubreuil

JUAN PABLO LIBOSSART – AMALIMBO
Svezia, Estonia, 15′
Margaretha Ulfendahl, Anna Odell

JAKE MAHAFFY – MIDWINTER
Usa, Nuova Zelanda, 17′
Jill Larson, Eleanor Hutchins

MARCELO MARTINESSI – LA VOZ PERDIDA
Paraguay, Venezuela, Cuba, 11′
Librada Martinez, Cinthia Quiñonez, Raulito Cáceres

MARCO MARTINS – SÃO JORGE
Portogallo, Francia, 112’
Nuno Lopes, Mariana Nunes, David Semedo

BILL MORRISON – DAWSON CITY: FROZEN TIME
Usa, Francia, 112’
(documentario)

KATELL QUILLÉVÉRÉ – RÉPARER LES VIVANTS
Francia, Belgio, 103′
Tahar Rahim, Emmanuelle Seigner, Anne Dorval, Bouli Lanners, Kool Shen

DEEPAK RAUNIYAR – WHITE SUN
Nepal, Usa, Qatar, Paesi Bassi, 87′
Dayahang Rai, Asha Magrati, Rabindra Singh Baniya, Sumi Malla, Amrit Pariyar

PARVIZ SHAHBAZI – MALARIA
Iran, 100′
Saghar Ghanaat, Saed Soheili, Azarakhsh Farahani, Azadeh Namdari

CHAI SIRIS – 500,000 PEE (500,000 YEARS)
Tailandia, 15′
Montree Reun-ngeun

GASTÓN SOLNICKI – KÉKSZAKÁLLÚ
Argentina, 72′
Laila Maltz, Katia Szechtman, Lara Tarlowski, Natali Maltz, Maria Soldi, Pedro Trocca, Denise Groesman

TIM SUTTON – DARK NIGHT
Usa, 85′
Robert Jumper, Anna Rose Hopkins, Eddie Cacciol, Rosie Rodriguez, Karina Macias, Aaron Purvis

ANDREI TANASE – PRIMA NOAPTE (FIRST NIGHT)
Romania, Germania, 17′
Alfredo Minea, Cristiana Luca, Mimi Branescu, Elvira Deatcu

FIEN TROCH – HOME
Belgio, 103′
Sebastian Van Dun, Mistral Guidotti, Loïc Batog, Lena Suijkerbuijk, Karlijn Sileghem, Els Deceukelier, Robby Cleiren

RONNY TROCKER – DIE EINSIEDLER
Germania, Austria, 110′
Andreas Lust, Ingrid Burkhard, Orsi Toth

MICHELE VANNUCCI – IL PIÙ GRANDE SOGNO
Italia, 97′
Mirko Frezza, Alessandro Borghi, Vittorio Viviani, Milena Mancini, Ivana Lotito, Ginevra De Carolis

NICHOLAS VERSO – BOYS IN THE TREES
Australia, 112’
Toby Wallace, Gulliver McGrath, Mitzi Ruhlmann, Justin Holborow

BING WANG – KU QIAN (BITTER MONEY)
Hong Kong, Francia, 120′
(documentario)
BIENNALE COLLEGE

ALESSANDRO ARONADIO – ORECCHIE
Italia, 90’
Daniele Parisi, Silvana Bosi, Masaria Colucci, Sonia Gessner, Francesca Antonelli, Re Salvador

SHUBHASHISH BHUTIANI – MUKTI BHAWAN (HOTEL SALVATION)
India, 103’
Adil Hussain, Lalit Behl, Geetanjali Kulkarni, Palomi Ghosh, Navnindra Behl, Anil K Rastogi

SOFIA BROCKENSHIRE – UNA HERMANA (ONE SISTER)
Argentina, 68’
Sofía Palomino, Adriana Ferrer, Saúl Simonet, Sebastián Carbone, Mateo Giménez

JORGE THIELEN ARMAND – LA SOLEDAD
Venezuela, 85’
José Dolores López, Marley Alvillaes López, Adrializ López Jorge, Thielen Hedderich, Maria del Carmen, Agamez Palomino
FUORI CONCORSO ORIZZONTI

“Dark Night” – dir. Tim Sutton
CINEMA NEL GIARDINO

MARCOS CARNEVALE – INSEPARABLES
Argentina, 108’
Oscar Martínez, Rodrigo de la Serna

FRANCESCO CARROZZINI – FRANCA: CHAOS AND CREATION
Italia, Usa, 80’
(documentario)

JAMES FRANCO – IN DUBIOUS BATTLE
Usa, 110’
Bryan Cranston, Ed Harris, James Franco, Josh Hutcherson, Nat Wolff, Robert Duvall, Sam Shepard, Selena Gomez

KIM KI-DUK – GEUMUL (THE NET)
Corea del Sud, 114’
Ryuu Seung-bum, Lee Won-gun, Kim Young-min

GABRIELE MUCCINO – L’ESTATE ADDOSSO
Italia, 103’
Brando Pacitto, Matilda Lutz, Taylor Frey, Joseph Haro

CHRIS RENAUD, YARROW CHENEY – THE SECRET LIFE OF PETS (3D)
Usa, 90’
(film d’animazione)

MICHELE SANTORO – ROBINÙ
Italia, 91’
(documentario)

LAURIE SIMMONS – MY ART
Usa, 86’
Laurie Simmons, Lena Dunham, Parker Posey
VENEZIA CLASSICI – Selezione di film classici restaurati e di documentari sul cinema

ASHIM AHLUWALIA – EVENTS IN A CLOUD CHAMBER [DOCUMENTARI]
India, 20’ (documentario)

WOODY ALLEN – MANHATTAN (1979)
Usa, 97’
Woody Allen, Diane Keaton, Mariel Hemingway

ALESSANDRO BIGNAMI – E VENNE L’UOMO – UN DIALOGO CON ERMANNO OLMI [DOCUMENTARI]
Italia, 47’ (documentario)

NOEL BLACK – PRETTY POISON (DOLCE VELENO, 1968)
Usa, 89’
Anthony Perkins, Tuesday Weld, Beverly Garland

MARCO BONFANTI – BOZZETTO NON TROPPO [DOCUMENTARI]
Italia, 75’ (documentario)

ROBERT BRESSON – L’ARGENT (IL DENARO, 1983)
Francia, Svizzera, 83’
Christian Patey, Sylvie Van den Elsen, Michel Briguet

LUIGI COMENCINI – TUTTI A CASA (1960)
Italia, Francia, 115’
Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina

STEFANO DELLA CASA, FRANCESCO FRISARI – PERCHÉ SONO UN GENIO! LORENZA MAZZETTI [DOCUMENTARI]
Italia, 61’ (documentario)

NICK EBELING – ALONG FOR THE RIDE [DOCUMENTARI]
Usa, 90’ (documentario)

MARCO FERRERI – BREAK UP. L’UOMO DEI CINQUE PALLONI (1965)
Italia, Francia, 85’
Marcello Mastroianni, Catherine Spaak, Ugo Tognazzi

SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA – Rassegna di 7 film – opere prime – autonomamente organizzata da una commissione nominata dal SNCCI

MARCO BELLOCCHIO – PAGLIACCI [EVENTO SPECIALE – CORTOMETRAGGIO D’APERTURA]
Italia, 18’
Lucia Ragni, Luca Micheletti, Federica Fracassi, Rebecca Liberati, Corrado Invernizzi, Mino Manni

FATIMA BIANCHI – NOTTURNO
Italia, 15’
Claudia Consonni, Rosaria Girotti, Giovanna Gossi, Laura Morelli, Carmen La Corte, Elisabetta Sisti, Florinda Trombetta

VINCENT BIRON – PRANK
Canada, 78’
Etienne Galloy, Constance Massicotte, Simon Pigeon, Alexandre Lavigne

RICCARDO CARUSO, ROBERTO TENACE, LUIGI LOMBARDI, ELISABETTA FALANGA – DODICI PAGINE
Italia, 13’
Vittoria Araldi, Claudio Guain, Davide Bellofiore, Michele Galasso

MARIA GIOVANNA CICCIARI – ATLANTE 1783
Italia, 20’

IRENE DIONISIO – LE ULTIME COSE
Italia, Svizzera, Francia, 85’
Fabrizio Falco, Roberto De Francesco, Christina Rosamilia, Alfonso Santagata, Salvatore Cantalupo, Anna Ferruzzo, Nicole De Leo, Maria Eugenia D’Aquino, Margherita Coldesina, Matteo Polidoro

EDOARDO FERRARO – COLAZIONE SULL’ERBA
Italia, 14’
Riccardo Pandolfi, Giacomo Bottoni, Francesco Melchiorri, Giorgia Torregrossa, Davide Dentamaro

ROSSELLA INGLESE – VANILLA
Italia, 13’
Carolina Dovera, Eriberto Peruzzo, Mariangela Di Paolo, Antonio Iurino, Oscar Genovese

KEYWAN KARIMI – DRUM
Francia, Iran, 95’
Amirreza Naderi, Sara Gholizade, Akbar Zanjanian, Elyas Rasouli, Honaramooz, Ardalan Haji Rahim, Ahmad Ghoorchi, Ali Farschchi, Mohammad Safajouyi

CHIARA LEONARDI – ALICE
Italia, 14’
Francesca Leonardi, Sofia Leonardi, Chiara Leonardi, Massimo Leonardi, Elena Bonati

La leggenda del Ponte del Diavolo di Torcello

A Torcello esiste un ponte, chiamato Il Ponte del Diavolo, un nome che, per altro, non ha delle origini certe. C’è chi dice che Diavoli fosse il soprannome di una famiglia locale, ma c’è anche chi racconta una leggenda, che ha come protagonisti, una strega, un giovane austriaco, una giovane ragazza e il diavolo in persona.

LA LEGGENDA DEL PONTE DEL DIAVOLO DI TORCELLO

La leggenda narra che durante l’invasione austriaca, una ragazza veneziana si innamorò di un ufficiale dell’esercito, la loro unione però non era ben vista dalla famiglia di lei, che fece di tutto per evitare che la loro storia d’amore continuasse. La ragazza venne allontanata da Venezia, fino a che non ricevette la notizia che il suo giovane amato era stato assassinato da mano ignota. Presa dalla disperazione smise di mangiare, stava abbandonando sè stessa alla morte, quando un amico di famiglia le consigliò di andare da una strega di sua conoscenza.

IL PATTO CON IL DIAVOLO

La strega incontrò la giovane e stipulò un patto con il diavolo: le anime di 7 bambini cristiani, morti prematuramente, in cambio del giovane austriaco. Il luogo pattuito per l’incontro è il ponte di Torcello. Le due donne raggiunsero l’isola in barca e una volta scese sul lato destro del Ponte del Diavolo, la strega diede una candela accesa alla ragazza ed una moneta d’oro. Era il suo turno.  La ragazza attraversò il ponte, la strega invocò il demone che, appena vide la ragazza, sputò la chiave dello spazio e del tempo, in acqua, prendendo in cambio la moneta d’oro. In quel momento dall’altra parte del ponte apparve il giovane austriaco, la ragazza lo raggiunse e spense la candela. L’oscurità mostrò loro la strada per una vità felice. La strega ancora doveva saldare il suo debito e si accordò con il demone per la consegna delle anime: il 24 dicembre era il giorno pattutito. Tornata a casa, però, la strega fu uccisa da un giovane che aveva assistito alla scena e che voleva salvare le anime di questi poveri bambini. Il diavolo si presentò all’appuntamento, senza sapere le sorti che erano toccate alla strega e così, da quel giorno, ogni anno il 24 dicembre, il diavolo si presenta al Ponte del Diavolo di Torcello per riscuotere il suo pagamento, sotto forma di gatto nero.

Scopri i Tour

3 motivi per amare il Carciofo Violetto di Sant’Erasmo

Personalmente ho sempre amato i carciofi, ma essendo veneziana, non posso non amare, in particolar modo, il Carciofo Violetto di Sant’Erasmo.
Sant’Erasmo è la più grande isola della laguna veneta, famosa per essere l’orto di Venezia, qui, infatti, la densità di abitanti per chilometro quadrato è bassissima, proprio per la presenza di grandi distese di campi, tra cui quelle dedicate al raccolto del famoso Carciofo Violetto di Sant’Erasmo.
Se parlerete con la gente del posto, probabilmente vi sapranno elencare migliaia di motivi per amare il Carciofo di Sant’Erasmo, io ve ne dico 3, quelli per cui io ho sviluppato una sorta di dipendenza da “castraura”.

1. SI PUÒ MANGIARE CRUDO

La “castraura”, vale a dire il primo germoglio del carciofo, è talmente buono e tenero, che si può mangiare crudo. Se vi trovate a Sant’Erasmo nel periodo della sua raccolta, intorno a maggio, potrete provare l’ebbrezza di mangiarlo appena dopo essere stato raccolto. Un’esperienza gastronomica da fare, ma se lo preferite, ve lo consiglio anche con un filo d’olio e del limone tagliato a listarelle.

2. È BUONISSIMO IN QUALSIASI MODO LO SI CUCINI

Il secondo motivo per amare il Carciofo Violetto di Sant’Erasmo, secondo me, è il fatto che in qualsiasi modo lo si cucini. Fritto, nel risotto, in un pasticcio, in padella e chi più ne ha più ne metta e se avete occasione, cercate di andare alla Festa del Carciofo Violetto, che si tiene, solitamente, agli inizi di Maggio, qui potrete provarlo in diversi modi, cucinato dalla gente locale che di sicuro, conosce i segreti della sua cucina. La novità di quest’anno era la birra al Carciofo!

3. È UN PRESIDIO SLOWFOOD

Essendo una coltura locale e tipica, esclusivamente, della zona di Sant’Erasmo e poche altre della laguna di Venezia, è diventata un presidio Slow Food, è, quindi, un prodotto salvaguardato e difeso dal degrado ambientale e dalla minaccia dell’agricoltura industriale. Il Carciofo Violetto è un prodotto unico nel suo genere e tutto da assaggiare. Fidatevi!

Lio Piccolo: il paradiso dei fenicotteri rosa nella laguna di Venezia

Se cercate un luogo tranquillo, dove la natura è ancora padrona dei proprio spazi, e dove si respira comunque l’atmosfera veneziana, dovete andare a visitare Lio Piccolo, località che si trova vicino a Cavallino-Treporti.

Sono stata a Lio Piccolo in un pomeriggio di primavera, quando la natura comincia a risvegliarsi, le piante iniziano a far spuntare i primi fuori e gli animali escono allo scoperto, dopo un lungo inverno.

Dopo essere arrivata lì in auto, ho proseguito a piedi, seguendo il sentiero, percorribile anche in bicicletta, che si snoda tra le paludi e i terreni coltivati.
Lio Piccolo si presenta così, con una piccola piazza, una chiesetta e un campanile di origine armena, che ora è possibile visitare. Non dimenticatevi di lasciare un’offerta però!

Da qui vi consiglio di prendervi un paio d’ore per voi e passeggiare, cercando di ascoltare il silenzio, rotto solamente dal canto degli uccelli e dai rumori della natura, magari una ruota della bicicletta che, in lontananza, scivola sulla strada sterrata.

Lio Piccolo è un paradiso che si nasconde dietro Cavallino-Treporti, un luogo dove ci si stupisce ad ogni angolo per la bio-diversità presente qui, ma soprattutto, vi stupirete per la presenza dei fenicotteri rosa! Esatto, avreste mai detto di poter vedere dei fenicotteri rosa in Veneto? Io no, eppure ci sono e sono liberi, liberi di starsene in piedi su una zampa sola mentre il sole sta calando e liberi di potersi levare in volo e guardarsi la laguna dall’alto.

Forse troppo spesso ci dimentichiamo di quanto il nostro territorio possa offrirci, eppure, è tutto a portata di mano, soprattutto se avete una bicicletta e tanta voglia di scoprire un Veneto che in tanto non si aspettano.

Un ultimo consiglio, se avrete l’occasione di passare per Lio Piccolo, prendetevi del tempo, non giratelo di corsa, dedicate un giorno a voi stessi e immergetevi in un natura che, come sempre, sa stupire.

Elisa Pasqualetto

Su venezia.net tanti nuovi servizi a portata di click

Volete fare un giro in gondola o comprare il biglietto di un museo a casa vostra, prima di partire per la vacanza a Venezia? Ora potete!

Una magica serenata in gondola tra i canali di Venezia, la visita guidata tra le sontuose sale di Palazzo Ducale, i biglietti per entrare nei raffinati palazzi veneziani nonché sedi museali d’eccezione. Questi sono i nuovi servizi messi a disposizione dal portale venezia.net, che da sempre fornisce un’informazione dettagliata su tutto quello che succede in Laguna – eventi, folklore, concerti, spettacoli, manifestazioni – oltre a offrire tutto quello che serve sapere durate una vacanza a Venezia. I nuovi prodotti in vendita sul portale sono di altissima qualità e sono sicuramente una valida opportunità per chi non vuole perdere tempo. Potete decidere comodamente da casa cosa acquistare prima del vostro viaggio, ed essere sicuri di non incorrere in fregature o di dover contrattare servizi poco professionali in mezzo alla folla nelle numerose – forse troppe – banchine sulle rive. Il giro in gondola è sicuramente molto scontato ma continua ad avere un fascino del tutto particolare, permettendo a chi ne usufruisce di vivere Venezia da una prospettiva unica, dall’acqua con miriadi di eleganti e raffinati palazzi che si specchiano nei suoi canali. La visita guidata a Palazzo Ducale vi permetterà di conoscere i misteri del meraviglioso edificio dove per secoli i patrizi veneziani detenevano le redini del potere e impartivano la giustizia. Venezia non è bella solo dall’esterno, lungo i canali, è suggestiva anche nei suoi interni. L’occasione per visitarne di incredibili è sicuramente entrare nei suoi innumerevoli musei, palazzi e gallerie. Dato l’enorme quantitativo di turisti che affollano la città in tutte le stagioni dell’anno, anche in quel caso è sicuramente opportuno acquistare prima i biglietti tranquillamente online. Sul nostro portale, per esempio, con pochi clicks potrete comprare il biglietto per vedere tutti i Musei di Piazza San Marco il Palazzo Ducale, il Museo Correr, il Museo Archeologico Nazionale e le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, evitando lunghi tempi di attesa agli ingressi. Potrai acquistare i biglietti anche per altri Musei, in un attimo, online, comodamente seduti sul divano di casa vostra. Scoprili qui

Prosecco di Conegliano Valdobbiadene: grandiosa vendemmia per il 2015

Tra i colli di Conegliano e Valdobbiadene sta per cominciare la vendemmia 2015: un’annata d’eccezione!

Un andamento climatico favorevole durante l’estate 2015 stanno per aprire le porte ad una vendemmia di grande soddisfazione per i produttori del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. Nell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si preannuncia una delle migliori vendemmie  degli ultimi anni. È  al via, dunque, una delle fasi più affascinanti della produzione di questo spumante Docg venduto in oltre 80 Paesi, con un valore al consumo di 515 milioni di euro. Il periodo della raccolta, infatti, è uno dei momenti in cui le colline del Prosecco Superiore mostrano tutta la loro unicità. In questo territorio, che richiede annualmente 600 – 800 ore di lavoro manuale per ogni ettaro, la vendemmia è eroica: basta guardare i panorami del Cartizze per rendersene conto o osservare il lavoro di chi si mette all’opera tra i filari, tra cassette da trasportare a mano e invenzioni originali messe in atto dalle diverse cantine, come l’utilizzo di monorotaie che percorrono le scoscese distese tra Conegliano e Valdobbiadene. Il tutto in una denominazione dalla storia secolare, come testimoniano viti centenarie, che è sempre più attenta all’ambiente applicando la lotta integrata e ricerche innovative, tutte indirizzate a una maggiore sostenibilità della coltivazione della vite e alla conservazione della biodiversità di flora e fauna presente nei vigneti. Le attese per la qualità della nuova annata quest’anno regaleranno ancora più entusiasmo. L’ondata di caldo che ha interessato la zona da metà luglio, ha provocato qualche apprensione, ma allo stesso tempo ha concentrato l’attività della vite sulla maturazione dei grappoli.  Le ultime piogge, inoltre, hanno riportato l’annata nelle condizioni ideali per una vendemmia di alto livello. Da Venezia fare un giro per le magiche coline dove nasce questo invidiabile Vino è un attimo. Approfittatene!   

Serenata in Gondola

La serenata in gondola: un modo unico di vivere la magia di Venezia

Scoprire Venezia e la sua magia scivolando tra i canali circondati dai bellissimi edifici che vi si affacciano, al suono della musica, è sicuramente il modo migliore per vivere appieno la suggestione della città. Prenotare una Serenata in Gondola è la scelta perfetta per cogliere la bellezza di Venezia da un punto di vista d’eccezione: l’acqua che ne costituisce l’elemento più caratteristico. La gondola e le sonorità delle canzoni tradizionali vi trasporteranno nel passato, quando era l’unico mezzo per muoversi tra i canali, usato dai nobili veneziani per raggiungere qualsiasi posto in città. Un vero gondoliere vi spiegherà tutto quello che vedrete, facendovi capire meglio l’atmosfera di quei tempi. Caratteristiche del Tour Partenza dalla Banchina di Santa Maria del Giglio, vicino a Piazza San Marco. Ogni gondola può trasportare fino a 6 persone. E’ possibile aggiungere più gondole. Una barca a motore coi musicisti diffonderà le canzoni tipiche.      

TERMINI E CONDIZIONI Tour soggetto a un minimo di passeggeri Il Tour può venire cancellato improvvisamente incaso di condizioni meteo avverse

DURATA Approssimativamete 35 minuti

TOUR GUIDATO Tardo Pomeriggio

PREZZO AdultI: 41.00 € per persona

STAGIONALITA’ Da aprile a ottobre

PUNTO DI PARTENZA Banchina Santa Maria del Giglio, di fronte al Gritti Palace

GOCO SPA a Venezia! Immersa nel verde dell’Isola delle Rose

Apre GOCO SPA a Venezia nella meravigliosa Isola delle Rose, immersa nei giardini del nuovo JW Marriott Venice Resort & Spa

Situata nel complesso di strutture recentemente restaurate per ospitare il nuovo JW Marriott Venice Resort & Spa, GOCO SPA di Venezia è stata realizzata in collaborazione con lo studio di architetti e interior designer Matteo Thun & Partners.
La SPA, con una superficie complessiva di 1.750 m², è la più grande di Venezia ed ha una posizione privilegiata per ammirare la laguna e la città da comodi lettini.

La Spa comprende 6 sale per i trattamenti con terrazzo privato esterno e due speciali suite per trattamenti viso all’avanguardia. A disposizione degli ospiti hammam, due tipi di sauna (una tradizionale e una di sale), docce emozionali e una sala da tè.

Per chi cerca maggiore riservatezza potrà prenotare la “Spa Suite” affacciata sulla laguna. Pensata come una “spa nella spa” con lounge, doccia con bagno turco, due lettini riscaldati per i trattamenti e terrazza esterna con vista sulla Laguna.

GOCO SPA di Venezia offre trattamenti e massaggi che sono una sapiente fusione di tecniche occidentali e orientali; il meglio di entrambe le tradizioni per dare il massimo del benessere e relax ai propri ospiti.

Ovviamente la GOCO SPA a Venezia è aperta al pubblico veneziano, quindi non riservata solo agli ospiti dell’Hotel JW Marriott Venice Resort & Spa.

E’ possibile raggiungere l’Isola sia con la propria imbarcazione, sia da utilizzando il servizio Navetta dell’hotel che parte da P.zza San Marco (il pontile è di fronte ai Giardinetti Reali).

Traversata a nuoto in staffetta da Pirano a Venezia

Sull’antica rotta del Sale delle navi della Serenissima Repubblica di Venezia: Traversata Pirano-Venezia 

La Società sportiva dilettantistica di nuoto di Venezia – “A.S.D. Nuotatori dei Murassi” sta organizzando per il giorno 17 luglio 2015 la “Traversata a nuoto in staffetta” da Pirano a Venezia. Il team si compone di 12 atleti che si alterneranno a coprire la distanza di 100 km che separa le due città in 28 ore. La partenza sarà la mattina dal faro di Pirano, l’arrivo sarà previsto presso la spiaggia del Consorzio Alberghi del Lido di Venezia per il giorno successivo, il 18 luglio, in concomitanza con la festa veneziana del Redentore. Gli atleti saranno supportati da due grandi barche a vela e da un tender di appoggio che li affiancheranno lungo tutto il tragitto. Queste saranno messe a disposizione dall’Associazione Italiana Alteti Olimpici Azzurri di Italia, grazie al supporto del pluricampione mondiale Maurizio Darai. A bordo ci saranno anche un medico e un giudice cronometrista. L’evento ha ottenuto il patrocinio dal Comune di Venezia e dalla FIN Federazione Italiana Nuoto, inoltre sarà supportato da diversi sponsor, tra cui l’Associazione Volontari Italiani del Sangue.

L’associazione cerca supporto da aziende del territorio per finanziare l’impresa contatto telefonico 3401163243

Lo strano carnevale di Daniel Lanza

Nel 1753 uno strano uomo mascherato si aggirava per il Carnevale di Venezia

Durante il periodo della Serenissima il carnevale durava sei mesi. Era un momento di giochi, seduzione e spensieratezza. Ma non tutti gli anni furono buoni. In particolare quello del 1753 per i veneziani fu un carnevale all’insegna della paura e la causa di tutto furono i delitti di Daniel Lanza. Daniel Lanza era originario di Padova, insegnava francese ed era un uomo molto carismatico con le donne. Sapeva cosa e quando dire le parole giuste. Quello che però le donne ignoravano era che lo scopo di Daniel non era l’amore come lo intendevano loro. Durante la notte, quando la città festeggiava, celato dalla maschera e dal tabarro, le avvicinava e dopo averle convinte a seguirlo le denudava e le legava. Oggi si direbbe che era un sadico amante del bondage. La prima vittima fu aggredita nei pressi di San Giovanni Grisostomo, precisamente sotto la scala di Ca’ Morosini. Denudata e legata la ritrovarono il giorno dopo ancora in vita. Dopo circa un mese fu il turno della contessa Elisabetta Rota, moglie di Giovan Battista Adami, aggredita a San Mattia di Rialto. Meno di due settimane colpisce nella calle del monastero di San Rocco e Santa Margherita, dopo alcuni giorni nel campiello del Sol, a Rialto. Questa volta porta la vittima, che si chiamava Caterina, nella locanda del Sol e le dedica alcune ore di terrore. Per mesi il Consiglio dei X proverà ad arrestarlo, senza successo. L’epilogo arrivò verso la fine del Carnevale. Teresa Massaneren, oriunda di Lintz, abitava a San Stin. In pieno giorno viene avvicinata da un uomo distinto che la convince a seguirlo. Questa volta, però, la donna oppone resistenza quando capisce le sue vere intenzioni. Urla e si divincola. La gente accorre. Sul ponte di Ca’ Donà, il gondoliere Fulvio Ferro, lo afferra per un braccio, Daniel si getta nel canale. Non lo troveranno mai. In tutta questa storia nessuna delle donne morirà, per ognuna di esse il maestro di francese si porterà via un souvenir; a volte la biancheria intima, altre volte i vestiti. Il carnevale da quella volta per molti anni non fu più lo stesso, molti temettero che dietro la bauta si celasse Daniel Lanza ritornato alla ricerca di soddisfare nuovamente i proprio desideri. Testo a cura di Davide Busato di veneziacriminale.wordpress.com 

Tre Hotel perfetti per una vacanza romantica o con la famiglia

Hotel Arcadia, Ca’ dei Dogi e Palazzo Stern: tre hotel del nostro portale con ottime recensioni su Tripadvisor e ben posizionati in classifica

Ben tre degli Hotel presenti sul nostro portale sono molto bem quotati su Tripadvisor e occupano una posizione di tutto rispetto nella classifica degli Alberghi a Venezia più apprezzati dai clienti.

HOTEL ARCADIA – UN BOUTIQUE HOTEL ROMANTICISSIMO Al decimo posto in classifica troviamo l’Hotel Arcadia un elegante e raffinata residenza di charme a due passi dalla Stazione di Venezia in una posizione strategica per visitare la città: poco distante dalle migliori attrazioni turistiche e in una zona molto caratteristica, vivace e suggestiva poco distante dal Ghetto. I clienti sembrano apprezzare sia la cortesia e disponibilità del personale, che la tranquillità e la sofisticata eleganza delle camere, caratterizzate da un’ accattivante e romantico  arredamento che si pone a cavallo tra antico e moderno. Si tratta della location ideale per una vacanza romantica, avvolti in un’atmosfera calda e accogliente, raffinata e magica, immersi in un ambiente dalle suggestioni tra Oriente e Occidente.

CA’ DEI DOGI – PERFETTO PER LA FAMIGLIA In una posizione poco sotto, alla dodicesima posizione della classifica di Tripadvisor, troviamo invece l’Hotel Ca’ dei Dogi, assolutamente perfetto per le famiglie, in virtù delle soluzioni offerte, ampie e confortevoli, ma adatto anche a soggiorni romantici a pochi passi da Piazza San Marco. Ca’ dei Dogi è un antico Palazzo del ‘400 che si affaccia sulla pittoresca corte di Sant’Apollonia, dietro Palazzo Ducale. Ogni camera, suite e appartamento è dotato di un arredamento elegante e raffinato, originale e sofisticato, ed è arricchita di comfort perfetti per passare una vacanza da sogno. La calda accoglienza dei proprietari, vi farà sentire come a casa vostra.

PALAZZO STERN: CON LA FAMILY O ROMANTICO, AFFACCIO STREPITOSO SUL CANAL GRANDE Se volete passare una piacevole vacanza con la famiglia, la soluzione ideale potrebbe anche essere Palazzo Stern (in classifica al numero 15), antica dimora storica, dotato di enormi suite e con spettacolare affaccio e terrazza sul Canal Grande. La storia dell’edificio lo rende una location unica e originale: palazzo Moresco che risale agli inizi 400, agli inizi del ‘900 venne acquistato dalla Famiglia Stern, collezionisti e commercianti di opere d’arte e arricchito di opere d’arte, sculture, mosaici ed elementi architettonici provenienti da altre costruzioni. Il risultato è assolutamente unico, un collage di opere da ogni tempo ed epoca. Al tutto fa da contorno la qualità dei servizi e dell’accoglienza, assolutamente d’eccellenza, così come potete leggere su tripadvsor.

Delitti negli archivi dell’Isola di Sant’Erasmo

Quando si dice che la campagna rilassa: Sant’Erasmo, un’isola e i suoi delitti

L’isola di Sant’Erasmo è una splendida parentesi di campagna posta nella Laguna di Venezia. Oggi come ieri, non è mai stata fortemente abitata, se non da gente laboriosa che si dedica all’agricoltura. Ma per quanto l’ambiente bucolico possa infonderci pace e serenità, anche questo piccolo paradiso non è rimasto privo di truci delitti. Nel 1603 un certo Vincenzo Passarin, residente nell’isola, fu impiccato per ordine del temibile Consiglio dei X. Non ne conosciamo il motivo, sappiamo però che doveva essere qualcosa di grave. Vent’anni dopo, un altro delitto. Domenico Zonta, nativo di Carbonara, una piccola città del basso Trevigiano, si trasferisce a Sant’Erasmo per lavorare i campi assieme a Leandro Capuzzo. Il garzone si innamora di Margherita, la moglie di Leandro. Travolti dalla passione i due decidono di eliminare il terzo incomodo. Dopo l’omicidio non furono, però, veloci a fuggire ed il Consiglio dei X li arrestò. Il garzone venne decapitato l’8 febbraio 1624, mentre Margherita passo il resto della vita nelle prigioni. Ma non è finita. Il 23 febbraio del 1705 lo stampatore ufficiale Ducale, Pietro Pinelli, pubblica un nuovo bando e sentenza del Consiglio dei X. Questa volta tocca ad Antonia detta Tonina e Antonio Fontanella detto Bevilacqua. Il marito di Antonia, tale Stefano Vianello, lavorava alcune vigne a Sant’Erasmo. Lei si era da tempo stancata del matrimonio, così anziché chiedere il divorzio, aveva pensato di avvelenarlo. Non riuscendoci aveva provato anche alcuni sortilegi e fattucchierie, senza ottenere risultato. A quel punto chiese aiuto al suo giovane amante Antonio, il quale la notte di San Tornio a dicembre, pensò bene di usare un metodo tradizionale: pugnale. Sei ferite tra il petto ed il capo terminarono l’esistenza del povero contadino. Dopo averlo sgozzato i due diabolici amanti decisero di sotterrarne il cadavere nella caneva della casa. La curiosità del parroco del paese e le voci che cominciarono a circolare, insospettirono il Consiglio dei X che ben presto trovò il corpo. Antonia ed Antonio fuggirono in tempo per non perdere la testa tra le due colonne come era successo ai loro predecessori. Per essere un’isola con pochi residenti non si può certo dire che non ci sia stato movimento! Articolo a cura di Davide Busato di Veneziacriminale

La Madonna della Salute

La festa della Madonna della Salute: il tradizionale pellegrinaggio, la “castradina” e la storia di questa tradizione religiosa molto sentita dai veneziani

Si avvicina una festività importante per i veneziani: la Madonna della Salute, che si celebra il 21 novembre. Un momento molto sentito dalla popolazione, persino da chi non è credente… il pellegrinaggio alla monumentale Basilica della Salute (che per l’occasione è raggiungibile anche, grazie ad un ponte di barche, da campo Santa Maria del Giglio, sull’altro lato del Canal Grande), l’accensione di un cero, la cena a base di “castradina” (zuppa di carne di montone e verza: il più saporito retaggio di quella Venezia balcanica di cui già abbiamo avuto modo di parlare) sono riti che vanno al di là della religione. La chiesa di cui parlo è uno dei simboli più noti di Venezia. Posizionata alla fine della celebre via acquea, appena prima della Punta della Dogana, quasi in faccia a San Marco, è spettacolare opera barocca di Baldassarre Longhena: un ottagono di marmo bianchissimo, riccamente decorato, sormontato dalla cupola che slancia l’insieme verso il cielo (nelle giornate terse, il colpo d’occhio toglie il fiato). La visita è consigliabile anche per la grande quantità di opere pittoriche ivi custodite, tra le quali numerosi capolavori di Tiziano Vecellio. L’edificio venne eretto come voto alla Madonna per invocare la fine della peste che flagellò l’Italia settentrionale negli anni 1630-1631. Si, proprio quella di cui parla Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Allora perché non cogliere questa occasione per rileggerne qualche pagina? E per osservare (anche se solo dall’esterno) la casa in cui Manzoni visse durante il suo giovanile soggiorno veneziano(da ottobre 1803 ad agosto 1804). Si trova in campo san Maurizio, a pochi passi proprio da Santa Maria del Giglio. La passeggiata verso la Salute diventa così ancor più interessante… Testo a cura di Elisabetta Tiveron del blog Panemiele

Delitto in una cioccolateria

Le cioccolaterie a Venezia esistono da sempre, in una di queste si consumò un efferato omicidio

Venezia, da buona città commerciale, ha sempre amato “sperimentare” tutto ciò che poteva sembrare esotico. Tra questi esperimenti, il più dolce, è sicuramente quello legato alla cioccolata.  Così come scritto nella guida del Coronelli del 1724 a Venezia ”Le migliori cioccolate, caffè, acque gelate e rinfrescative, ed altre simili bevande si compongono e si vendono in Calle delle Acque, presso il Ponte de’ Baretteri.”. Ben presto vennero aperte numerose “ciocolaterie” e in una di queste avvenne un truce delitto.

Antonio Gallieri era originario di Genova, in città tutti lo conoscevano come Buoncompagno o fratin, per la sua spiccata indole socievole. Divertirsi e far baldoria era il suo pane quotidiano e per farlo non badava a spese, questo gli fu fatale. Sebbene vivesse sotto il portico alla Crosera a San Giovanni in Bragora, lavorava in una delle prime “ciocolatorie” di Venezia, al Ponte dei Corazzeri a Sant’Antonin, ponte oggi scomparso perchè hanno interrato un canale.

La cioccolata era la specialità di Antonio e lo si poteva trovare in bottega fino a tarda ora. Il secondo protagonista di questa strana storia si chiamava Giacomo Bortolotti. Questi svolgeva la professione del fruttariol in una bottega da caffè sempre nella stessa contrada. Nella fredda mattinata del 12 gennaio 1750 Giacomo entrò nella bottega di Antonio, che stava giocando con alcuni amici. Lo sguardo furioso del fruttariol non lasciò spazio ai dubbi sul motivo per il quale si trovava li: tre lire veneziane che gli doveva Antonio. Le parole lasciarono ben presto lo spazio ai fatti, un coltello brandito chiuse il dialogo lasciando solo una brutta ferita sul ventre del “ciocolatoriere”. Mori alcuni giorni dopo. Giacomo fuggì da Venezia e la Quarantia Criminale, dopo un processo in contumacia gli riconobbe cinque anni di lavori forzati nelle galee della Serenissima. Di lui si persero le tracce. Si può dire che questa volta la cioccolata fu troppo amara.

Testo a cura di Davide Busato di Venezia Criminale

Street Food a Venezia – Cose assolutamente da assaggiare almeno una volta

Street Food a Venezia : dove mangiare la migliore polpetta, il miglior fritto al cartoccio, il miglior panino e la migliore frittella

Cominciamo oggi una nuova rubrica che potrà essere arricchita anche dai vostri suggerimenti. Attenzione puntata su tutti quei piatti, cicchietti, dolci, e pietanze in generale, che bisogna assaggiare almeno una volta nella vita passando per Venezia. Stiamo parlando sia di street food, cibo da strada, economico ma gustoso e saporito, sia di semplici prelibatezze da mangiare seduti nelle osterie e ristoranti locali, in ogni caso sempre a un prezzo più che ragionevole.

Partiamo con l’aperitivo, stuzzichini grandi e piccini e il dolcetto. Tutti i locali qui sotto si trovano in zone molto vicine a Piazzale Roma e Stazione Santa Lucia quindi sono facilmente raggiungibili a piedi.

DOVE BERE LO SPRITZ

Scegliere un posto per bere lo spritz o l’aperitivo a Venezia non è facile ma tra tutti vi segnaliamo l’Osteria al Timon in Fondamenta degli Ormesini. Oltre a una vasta scelta di vini al bicchiere e uno spritz veramente ottimo, una serie di favolosi stuzzichini adatti a tutti, la cosa più suggestiva è certamente il fatto che si possa bere e mangiucchiare un cicchetto sedendosi in una dei tre barconi che stazionano davanti.

DOVE MANGIARE LE POLPETTE PIU’ BUONE DELL’UNIVERSO

Almeno una volta nella vita bisogna assolutamente provare una delle polpette dell’Osteria alla Vedova, in Strada Nuova, a pochi passi dalla fermata della Ca’ d’oro. Il locale è il classico bacaro dove si respira decisamente un’atmosfera di altri tempi, pochi posti a sedere dove si sta decisamente strettini, ma la gran parte della gente si assiepa nella calle subito fuori dalla porta facendo tranquillamente la fila per una polpetta e un buon bicchiere di vino. Cos’hanno di particolare farmacia online queste polpette? Sono croccantissime, la consistenza è assolutamente perfetta e il sapore decisamente insuperabile.

DOVE MANGIARE IL MIGLIOR FRITTO AL CARTOCCIO

Il Frito Inn è perfetto per chi desidera mangiare in velocità una porzione abbandonate di fritturina di pesce, o verdure pastellate, o patatine, o una bella mozzarella in carrozza. Questo locale dove si mangia solo in piedi è in una piazzetta molto caratteristica a pochi passi dalla Stazione Santa Lucia, vicino al mercato di Cannaregio, in Campo San Leonardo. Il fritto è sempre fatto al momento ed è digeribilissimo. I prezzi sono assolutamente competitivi: un cartoccio abbondante di frittura di pesce 4€.

DOVE MANGIARE UN PANINO VELOCE MA SAPORITO

Il Bacareto da Lele è da molti anni un Must per tutti coloro che vivono Venezia sia come studenti che da turisti. E’ a 300m da Piazzale Roma in un caratteristico Campiello, davanti alla Chiesa di San Nicolò di Tolentino. I piccoli panini con salumi di ogni tipo sono assolutamente irresistibili, sempre freschi, fragranti e appetitosi, e ad un prezzo imbattibile: 1€ ciascuno. Da associare alla classica ombra di vino.

DOVE MANGIARE LA FRITTELLA PERFETTA

La frittella è il classico dolce veneziano che tutte le pasticcerie producono durante il Carnevale. Le frittelle però non sono tutte uguali. Quelle assolutamente perfette, le classiche veneziane senza ripieno con l’uvetta e i pinoli, morbide, fragranti, che si sciolgono in bocca, si mangiano alla Pasticceria da Tonolo, in Calle Crosera. Non sono da meno quelle alla crema o allo zabaione. Tonolo è una pasticceria molto rinomata, con dolci rigorosamente di produzione propria, ed a pochi passi da Piazzale Roma.

Qui sotto troverete la mappa con tutti i locali di cui abbiamo parlato segnati così da raggiungerli più facilmente.

Ristorante la Colombina

Il Ristorante la Colombina a Venezia si caratterizza per una cucina tra tradizione e innovazione

Se, durante la vostra vacanza a Venezia, volete avere l’opportunità di assaggiare una cucina moderna e contemporanea ma con un occhio di riguardo per la tradizione e a un prezzo decisamente ragionevole, vi consigliamo il Ristorante la Colombina in Strada Nuova, in una zona viva a pulsante della città, che conserva intatta l’atmosfera popolare, ma a pochi passi dalla Stazione e da Rialto.

I piatti sono tutti votati al rispetto della tradizione veneziana ma con un occhio di riguardo all’innovazione e alle contaminazioni da altre regioni: come le capesante gratinate ai profumi di Sicilia o il risotto di scampi gamberoni e porcini o le seppie in nero su polenta biologica. Assaggiare il filetto di branzino in crosta di zucchine e vellutata di crostacei o la tartare di tonno e pesce spada su parmantier di patate e brumoise di verdurine è un vero piacere per il palato. La selezione di vini non è da meno. Per chi preferisce andare sul classico vi consigliamo di scegliere tra i cicchetti tradizionali veneziani, come le sarde in saor o il baccalà, che potrete ammirare in tutta la loro colorata varietà, sul bancone. Alessandro Bet, che gestisce il locale e si occupa di preparare i deliziosi piatti, si è documentato sulla cucina veneziana e ha scoperto nel libro di Carla Coco Venezia in cucina, la cucina di credenza, in uso fin da tempi remoti: piccoli antipasti e prelibatezze sempre pronte per ogni evenienza. Al Ristorante la Colombina, inoltre, nella scelta degli ingredienti una certa attenzione è riservata ai prodotti a km 0 e a chi soffre di intolleranze alimentari.

Lo chef Alessandro è figlio d’arte, e porta avanti una lunga tradizione familiare caratterizzata dall’attenzione per il buon cibo e l’arte culinaria. Dopo una laurea in scienze della comunicazione a Trieste con una tesi in collaborazione con Cipriani e Gualtiero Marchesi dal titolo :” L’ estetica del lusso nel mercato enogastronomico”, sceglie Venezia e prende le redini, insieme a mamma Adriana, del Ristorante la Colombina, dove in passato hanno lavorato chef di un certo calibro, come Alberto Modolo, il mitico chef di Jaques Custeau sulla Calipso e di Love boat.

Alessandro e Adriana curano tutto nei dettagli, a partire dall’atmosfera del locale, raffinata ma calda e informale. Il Ristorante si trova in una zona facilmente raggiungibile sia dal Ponte di Rialto che da Piazzale Roma, ma al contempo è in posizione appartata, lontano dalla folla di turisti.

Una delle particolarità che salta subito all’occhio, all’interno del Ristorante la Colombina, è la ricca biblioteca di libri di cucina, che è possibile consultare mentre si degustano le mille delizie culinarie che vi proporrà Alessandro.

Il Canale di Sant’Angelo di contorta

Nella metà del ‘500 un fatto di sangue rese famoso il Canale di Sant’Angelo di Contorta

Oggi, con il tema delle Grandi Navi, si sente spesso parlare del canale di S. Angelo di Contorta, venuto alla ribalta di recente. C’è chi vuole fare passare per di là il nuovo Canale dove transiteranno le Navi da crociera, ma molti non sono d’accordo. Davide Busato ci spiega le origini di questo curioso nome, che deriva da una piccola isola nei pressi di Fusina dove avvenne, nei secoli passati, un fatto di sangue. Nel 1518 il monastero dell’isola, dopo varie vicissitudini, ospitava i frati carmelitani della congregazione di Mantova. Meno di una quarantina di anni dopo lo abbandonano per andare ad abitare alla Giudecca, nel monastero di Sant’Angelo, fondato in un luogo remoto chiamato il Monte dei Corni, la discarica delle corna dei buoi macellati a Venezia. La mattina del 16 febbraio 1665, frate Alberto Lauri scoprì per caso che il suo priore si trovava ferito a casa di alcune donne. Era stato chiamato un barbiere (all’epoca faceva funzioni anche di medico) il quale accertò che le due ferite potenzialmente mortali erano alla testa e al fianco, tutte provocate da un coltello genovese. Chi lo aveva accoltellato? Di questa grave situazione fu informato il Magistrato Sopra i Monasteri, il quale chiese l’intervento del temibile Consiglio dei Dieci. Meno di una settimana dopo conoscevano il nome dell’autore dell’atroce gesto: il ferrarese Fra’ Valentino Guanciati. Ma perchè tanto odio verso il priore? La causa era un’indagine interna al monastero contro il frate per un debito che non voleva saldare. Il classico movente economico. Il consiglio dei Dieci, il 12 aprile, emise un bando affinché Fra’ Valentino si presentasse entro otto giorni a Palazzo Ducale. Questi era però fuggito e cosi venne condannato in contumacia a 20 anni di prigione all’oscuro, oltre al risarcimento 600 lire e all’obbligo di avere il perdono del priore, che era miracolosamente sopravvissuto. Non andò molto meglio all’isola che i frati avevano lasciato: Sant’Angelo di Contorta era diventata una polveriera e un fulmine nel 1689 centrò un deposito facendo saltare in aria oltre 800 barili di polvere pirica e dilaniando gli edifici presenti. Da quel momento fu abbandonata e relegata all’oblio…fino ad oggi. Testo a cura di Davide Busato ideatore del Blog VeneziaCriminale

Le calli del pistor a Venezia

Un tempo a Venezia solo i maschi potevano vendere il pane..

La toponomastica veneziana include numerose calli del Pistor (proprio in una di queste, a Cannaregio, si trova un locale ben noto ai lettori di Venezia.net, l’osteria alla Vedova per le sue polpette. Ne parliamo qui). La panificazione, al tempo della Serenissima, era affidata a due differenti arti: i pistori e i fornai. I pistori impastavano, davano forma al pane (per il quale macinavano anche la farina) e lo vendevano una volta cotto; i fornai erano invece preposti al passaggio mancante, appunto la cottura. Al giorno d’oggi, la figura femminile è usuale nelle panetterie (difficile trovare un commesso di panificio maschio). Ma non è sempre stato così: all’inizio del ‘400 a Venezia venne vietata la presenza di donne venditrici nelle botteghe dei pistori (fatta eccezione per le schiave comprate), per evitare che tra di esse ve ne fossero di dubbia moralità, cosa che (secondo l’autorità, che era maschile) avrebbe potuto comportare problemi di ordine pubblico. Certo è che la fantasia degli uomini galoppava, al pensiero di una bella panettiera; e non parlo solo di venditrici. E’ innegabile: impastare il pane è un atto carico di sensualità. Nel libro “Il pane a Venezia” di Daniela Milani Vianello, dato alle stampe dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia nel 1988, vien trascritto un sonetto di Dario Varotari (figlio del pittore Alessandro più noto come il Padovanino – n.b.: nel libro citato, la data di nascita si riferisce erroneamente al padre e non al figlio) che rende bene l’idea…   La Liseta pistora   Ho visto l’altro dì sora l’albuol la mia Liseta a volzer un paston svelta cussì che averò ben rason se dirò, per custia, che ‘l cuor me diol.   Parea che ‘l pan fusse impastà dal sol, oh che man, oh che brazzo, oh che galon! sentiva el cuor che fuora del polmon me sbalzava fin là su ‘l panariol.   Da quela volta in qua no so che sia più ben de mi; no g’ho vigor che basta per star in piè; la forza m’è andà via.   Cussi amor me combate e me contrasta, senza pietà, cussì Liseta mia del mio misero cuor doma la pasta. Testo a cura di Elisabetta Tiveron ideatrice del Blog  PaneMiele

La Guerra dei Pugni a Venezia

A Venezia si svolgevano fin dal 1300 le famigerate Guerre dei Pugni su alcuni ponti

Venezia è la città dei ponti. Se ne contano più di 400 che collegano le 118 isolette che compongono una delle città più uniche al mondo. Ci sono ponti molto famosi, come quello di Rialto e quello dei Sospiri, ponti senza spalliere (solo due: uno a Torcello e uno in centro storico lungo Rio di San Felice, a pochi passi dalla Scuola della Misericordia) e ci sono anche i Ponti dei pugni e della Guerra. A cosa servivano quest’ultimi? Venivano utilizzati un tempo per le famose Guerre dei Pugni. In particolare ce ne sono due, quello dei Pugni e quello di Santa Fosca, dove sono rimaste (nonostante siano stati ricostruiti) delle strane impronte di pietra d’Istria. Cos’erano le Guerre dei pugni? A Venezia esistevano un tempo due fazioni rivali: i Castellani e i Nicolotti. I primi vivevano nella zona a est della città (quella industriale, con l’Arsenale), i secondi su quell’area a ovest di Venezia dove si trova la Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli (erano prevalentemente pescatori). Le due fazioni, acerrimi nemici, si affrontavano fin dal 1300, nel periodo tra settembre e Natale, in vere e proprie lotte agguerrite. Si trattava sia di singoli incontri di boxe, sia di combattimento multiplo che di vere e proprie guerre per la conquista del ponte. Le Guerre dei pugni ( le impronte di pietra servivano per far disporre i contendenti durante gli incontri singoli) si svolgevano su vari ponti, come quello già dei Carmini, quello di Santa Fosca e quello della Guerra. Dato che allora i ponti erano privi di parapetto, vinceva chi buttava in acqua più nemici possibili. La rivalità tra le due fazioni era evidente anche nei particolari più minuti: per esempio i Castellani avevano sciarpe e berretto rossi, i Nicoletti neri; le donne dei Castellani portavano un fiore da un lato del petto, quelle dei Nicolotti dall’altro. Le Guerre dei Pugni diventarono col tempo sempre più cruente e le dispute si dovettero proibire nel 1705. A Venezia queste guerre vennero sostituite nel ‘700, durante il periodo del Carnevale, dalle “Forze d’Ercole”.    

Il criminale pazzo o il pazzo criminale di San Martino

Il primo Manicomio criminale in Italia a Venezia, Isola di San Servolo

L’istituto del manicomio criminale nasce in Inghilterra alla fine del Settecento con l’inquietante nome di Criminal’s Asylums. In Italia sul finire del 1885 il Ministero dell’Interno stabilì di trasformare in manicomio criminale la casa di pena dell’Ambrogiana, situata vicino a Montelupo Fiorentino. Se questo può essere considerato il primo manicomio criminale, non possiamo dimenticare che Venezia possedeva già ai tempi della Serenissima un ospedale per pazzi nell’isola di San Servolo (oggi facilmente raggiungibile con la linea ACTV numero 20). In questo istituto il primo registro a segnalare la presenza di criminali è datato 19 aprile 1869, oltre quindici anni prima di quello dell’Ambrogiana. A San Servolo soggiornarono matricidi come Giovan Battista Toscani, entrato il 10 dicembre del 1913 e uscito 6 anni dopo, aggressori sessuali come il prete Cipriano Scarpetta, ricoverato il 16 giugno 1904 e morto nell’ospedale e il famoso prete Vianello Vianelli, conosciuto come il pretefobico, per aver attentato alla vita di due preti a San Marco sul finire dell’Ottocento. Ma un caso emblematico di pazzo criminale, degno di nota, avvenne nel 1721 presso la parrocchia di San Martino. In una delle farmaciaabuonmercato.com case vicine all’Arsenale abitava Caterina Ceschi, moglie di Marco, un arsenalotto. In una fredda giornata di fine novembre venne trovata in cucina insanguinata e parzialmente bruciata, morendo otto giorni dopo. Per quell’assassinio venne arrestato il fratello Zuan Maria Ceschi, che si era rifugiato presso la chiesa stessa di San Martino, il quale confessò di averle dato fuoco perchè era una strega. Solo che la magia nera non c’entrava per nulla; Zuan Maria era in cura presso un medico che cercava da qualche anno di guarirlo da un “opresion di mente” attraverso “delle pilole ceffaliche per espurgar il cervelo”, in altre parole era considerato pazzo. Lo stesso governo aveva deciso di non fargli pagare le tasse a causa del suo stato mentale. In un periodo durante il quale vigeva la pena di morte per chi si macchiava di omicidio, il processo che si svolse tenne conto di tutto ciò e cosi il magistrato Angaran, del temibile Consiglio di Dieci, decise che la condanna sarebbe stata l’affidamento di Zuan Maria a Giovan Battista Saura che lo avrebbe custodito evitando che potesse nuocere ad altri. Testo a cura di Davide Busato di veneziacriminale.wordpress.com

Il Redentore e la Giudecca “green”

Perchè non visitare i giardini della Giudecca prima di partecipare alla Festa del Redentore??

Il sabato sera che precede la terza domenica di luglio, Festa del Redentore, è per Venezia un momento speciale. Il visitatore non può non rimanere a bocca aperta di fronte allo spettacolo del bacino di San Marco invaso dalle barche addobbate a festa, le tavolate dove si consumano i piatti tradizionali (pasta e fagioli, bigoli in salsa, sarde in saòr, anatra ripiena, anguria), le fondamente brulicanti di gente, il cielo e lo specchio d’acqua più bello del mondo illuminati dai fuochi d’artificio… Ma perché non approfittarne per arrivare un po’ prima e concedersi una passeggiata sull’isola della Giudecca? Isola che, nonostante i cambiamenti intervenuti durante i secoli, ancora non ha del tutto perso il suo carattere bucolico (prima di colonizzare con decine di magnifiche dimore la campagna veneta, era in questa isola che i nobili veneziani villeggiavano), con i prati tra le case, gli ampi giardini privati, e alcuni bellissimi (e golosissimi) orti, retaggio dell’importante passato agricolo del luogo. Primo tra tutti proprio quello del convento del Redentore, alle spalle della monumentale chiesa palladiana. Gestito dai frati cappuccini, è visitabile (insieme al resto della struttura monastica) su appuntamento (tel. 0415224348). Un ettaro di terra ordinatamente coltivata, dove trovano spazio viti, alberi da frutta, olivi (un tempo l’orto era proprio un oliveto), erbe aromatiche, fiori e soprattutto ortaggi, inclusi quelli tradizionalmente lagunari come i carciofi (della locale varietà: violetto di Sant’Erasmo). E per chi non vuole rinunciare ad un pizzico di atmosfera romanticamente letteraria… d’obbligo una vista al giardino dell’hotel Cipriani, indissolubilmente legato al nome di Giacomo Casanova. Elisabetta Tiveron è autrice de “Il quaderno degli orti veneziani. Itinerari verdi in una Venezia nascosta”, Kellermann Editore e ideatrice del Blog Panemiele

I bussolai

I biscotti tipici della tradizione veneziana, da comprare all’Isola di Burano o da preparare a casa

I Bussolai, storici biscotti della tradizione veneziana, sono estremamente facili da preparare, e se conservati al riparo dall’umidità possono avere vita lunga nelle nostre dispense, sempre che si resista alla tentazione di finirli tutti subito. La tradizione vuole che le zie o le nonne buranelle preparino questi biscotti in quantità industriale per poi insacchettarli e donarli a tutti i parenti. La consistenza dei bussolai è molto particolare, e deriva dalla composizione della ricetta, che prevede una grossa quantità di burro. Chi di fronte a questa manifesta presenza di grassi prova a diminuire la quantità di burro generalmente ottiene un biscotto più utile come ferma porte che per la colazione. Dopo avere impostato il forno a 170 gradi, fondete 200g di burro e fatelo raffreddare. Nel frattempo, farmaciainitalia.com/levitra.html sbattete 6 tuorli e uniteci un pizzico di sale, la buccia di un limone grattuggiata, i semi di un baccello di vaniglia e mezzo chilo di farina. Otterrete così un impasto omogeneo che lascerete in frigo avvolto nella pellicola almeno mezz’ora, per permettergli di agglutinarsi per bene. Trascorsa la mezz’ora, tirate la pasta fino ad ottenere degli anelloni più o meno grossi. C’è chi prepara i bussolai grandi come dei pasticcini, chi li prepara grandi come un frisbee. Regolatevi voi. Lasciateli in forno per un tempo che varia dai 15 ai 20 minuti, diciamo fino a quando non li vedete dorati per bene. Consumateli freddi, quando ne avete voglia. Per i maggiorenni, i bussolai sono deliziosi se inzuppati in un buon vino passito. Ricetta a cura di David Marchiori gestore dell’ Osteria Palaplip e ideatore del Blog Incoscienzaatavola

Lo strano caso dello scannapreti

Nel 1800 salì agli albori della cronaca lo strano caso dello scannapreti: un pazzo girava per Venezia attaccando i membri del clero.

La mattina del 15 ottobre 1886, i principali quotidiani di Venezia dedicarono la prima pagina allo scioccante attentato a monsignor Angelo Bianchini, accoltellato mentre usciva dalla Basilica di San Marco. Tutti lessero delle sue ferite non troppo gravi e dell’attentatore immediatamente fermato dalla gente della piazza. Qualcuno anche lo avrà riconosciuto tra quelle righe, si chiamava Vianello Vianelli di 38 anni, originario di Chioggia e parente del famoso studio di fotografia Vianelli. Da giovane era entrato in seminario, abbandonandolo prima di prendere i voti maggiori per abbracciare la religione evangelica. Sulla sua apostasia si era fatta molta pubblicità, annunciandola con manifesti nella chiesa di San Luca. Ma perchè tanto odio per la vittima? Il prete era stato rettore al tempo del suo seminariato e notando dei segnali di squilibrio, lo aveva fatto internare due mesi nel manicomio di San Servolo. Dopo quel periodo passato tra stanze imbottite e le urla dell’elettroshock, riconosciuto in miglioramento, venne rilasciato e mandato a vivere in una casa dove una pia donna lo avrebbe controllato da vicino. La gente se lo ricordava spesso al Caffè Martini a San Fantin, intento a leggere i giornali e molto spesso a commentarli a voce alta. Parlava di filosofia, storia, filologia, intrecciando teorie che pochi capivano, frutto degli studi del seminario e della sua eccentrica mente. Il 23 ottobre iniziò il processo tanto atteso e dopo una brillante difesa, giocata tutta sulla presunta pazzia, venne condannato ad un solo anno, eppure non si meritò il nome di scannaprete in questa occasione. Alle 10 del mattino del 30 marzo 1889 un prete settantenne saliva le scale della Cancelleria patriarcale in calle della Canonica, sul retro della basilica di San Marco. Quando fu a metà strada un uomo lo accoltellò, ferendolo alla natica destra: era proprio il Vianello. Fu solo in quella occasione che a Venezia fu così battezzato come lo “scannapreti” o il “pretefobico” e questa volta la giuria lo condannò a cinque anni nel manicomio di Ferrara, facendolo sparire dalle cronache cittadine.  

La Fenice Channel

Nella nuova piattaforma multimediale e webradio de La Fenice oltre a tanta musica anche le rubriche di Philippe Daverio, Piero Angela e Alberto Toso Fei

Il Teatro La Fenice ha aperto da poco la piattaforma online gratuita LA FENICE CHANNEL: musica & cultura, un canale multimediale che mette a disposizione del pubblico parte dello straordinario archivio musicale e parte della memoria culturale che ha operato in questo teatro attraverso i più importanti intellettuali e critici degli scorsi decenni, da Massimo Mila a Indro Montanelli, da René Leibowitz a Boris Porena. LA FENICE CHANNEL è interessante sito e una webradio che, oltre a mandare in onda musica classica 24 ore su 24, si avvale anche di importanti collaborazioni da parte di intellettuali, musicisti e critici da tutto il mondo, da Harold Bloom a Roger Scruton, da Philippe Daverio a Amedeo Quondam. Alcuni di questi si sono resi disponibili per delle vere e proprie rubriche dedicate alla storia del pensiero e della musica. Quirino Principe, per esempio, che sta realizzando una sua storia della musica o Piero Angela che ha seguito una nuova e inedita storia del jazz, o Leonetta Bentivoglio che curerà una serie di ritratti dedicati ai maggiori direttori d’orchestra. Partecipa alla diffusione della cultura su LA FENICE CHANNEL anche Alberto Toso Fei, il più famoso narratore delle leggende e dei miti di Venezia. Attraverso libri come Veneziaenigma, I segreti del Canal Grande, 101 tesori nascosti di Venezia – veri e propri best seller in laguna – svela i lati più nascosti e “neri” della città d’acqua, attingendo a piene mani da quell’infinito serbatoio che rappresenta la cultura popolare. In una serie di appuntamenti fissi racconta ora alla radio le più affascinanti e oscure tra queste storie, rielaborandole in forma inedita per gli ascoltatori.

Scena del crimine – Le donne nei bauli

A Venezia quando proprio non si sapeva dove nascondere un cadavere lo si chiudeva in un baule e lo si consegnava alle acque!

Nascondere un corpo a Venezia è tutt’altro che facile, nella sua millenaria storia vi sono due “famose” vicende che vedono il tentativo di occultare la prova del reato nelle profondità della laguna. La prima avvenne con il ritrovamento il 25 luglio del 1729 di un baule che galleggiava lungo il canale di Sant’Agnese. Dentro vi erano i resti di due donne uccise e fatte a pezzi: Giovanna Fortunata e Eleonora Napolitana. L’assassino verrà arrestato alcuni mesi dopo un’indagine condotta dalla Quarantia Criminal, si chiamava Nicola Aragona detto Faragone, studente dell’Università di Padova che aveva intrapreso la carriera di notaio. Il movente era il denaro che l’Aragona avrebbe ottenuto vendendo la casa delle vittome dopo averle eliminate. Venne decapitato tra le due colonne di San Marco. L’8 maggio 1947, a circa 300 metri al largo del Casino degli Spiriti (in foto), all’altezza della bricola 21, tre pescatori di seppie che si trovavano per caso proprio li con il loro sandalo, videro affiorare un altro baule. E anche qui trovarono del “macabro”: dopo averlo portato a terra scoprirono che al suo interno era nascosto il corpo di una donna piegata e parzialmente segata all’altezza delle anche. Quella donna si chiamava Linda Cimetta in Azzolin, di circa 45 anni, proprietaria assieme al marito di un bar a Belluno. Per i giornali questo divenne subito il “delitto Cimetta”. La Squadra Mobile riuscì a ricostruire tutti gli ultimi spostamenti della Cimetta che si trovava a Venezia per acquistare una partita in nero di sigarette da rivendere successivamente a Belluno. Le prove li condussero fino alla casa di Bartolomeo Toma, brindisino di 39 anni, residente al civico 5471 di Calle della Bissa, nei pressi di Campo San Bortolomeo. Il Toma fu inchiodato grazie ad alcune macchie di sangue trovate in casa e al fazzoletto della povera Cimetta che era stata uccisa proprio in quell’appartamento. Dopo la confessione fu arrestato assieme a Luigi Sardi, un gondoliere che sarebbe stato complice del delitto. Anche in questo caso il movente era il denaro rubato alla donna. Entrambi finirono in prigione, ma il Toma nel 1960 fuggì dal penitenziaro dell’isola di Santo Stefano, vicina a Ventotene, e dicono morì annegato nel tentativo di evasione. Il complice Sardi usci dal manicomio criminale di Reggio Emilia nel 1973 e la sera del 9 gennaio 1980, in calle dei Fabbri, all’angolo con la calle Gregolina, senza un vero e proprio motivo e all’età di ottant’anni uccise un maresciallo di Polizia, Savino Sinisi. Il gondoliere morirà tre anni dopo in carcere. Due storie legate all’avidità, ai bauli e alle profondità dei canali. Rubrica a Cura di Davide Busato di Venezia Criminale 

Risotto di Gò

Altro piatto veneziano doc: il risotto di gò

Il risotto di gò è un piatto veneziano piuttosto anomalo, in quanto il (ghiozzo in italiano) è oggettivamente uno dei pesci più ostili da mangiare: brutto da vedersi, abita i fondali più melmosi della laguna, e soprattutto risulta quasi impossibile da pulire. Il ghiozzo, da giovane, viene utilizzato per pescare il branzino. Anomala è anche la preparazione, in quanto il va bollito intero (facciamo un gò grosso a persona, a cui vanno tolti gli occhi, lo stomaco e la coda) in acqua bollente insieme ad una cipolla, due carote e a tre gambi di sedano per circa un’ora. Una volta stracotto, si passa il tutto al passa pomodoro, ottenendo quindi un brodone polposo grigio di gusto piuttosto dolce. E’ con questo farmaciaabuonmercato.com/viagra.html brodone di pesce che si prepara il risotto di gò. Si tosta il risotto con un po’ di cipolla, e si aggiunge man mano che si cucina il riso il brodo di polpa di gò. Una volta pronto, lo si manteca con dell’olio extravergine e del pepe, e un mezzo bicchierino di brandy. Il risotto di gò è un piatto già completo di suo, difficile trovarne delle varianti che lo migliorino o lo rendano ugualmente appetibile. Una buona alternativa, magari per chi non ama particolarmente il gusto di pesce tendente al dolciastro, potrebbe essere quella di aggiungere un po’ di vongole o comunque un pesce con un gusto un po’ più ‘’marino’’ del ghiozzo. Ricetta a cura di David Marchiori gestore dell’Osteria Palaplip e creatore del Blog Incoscienzaatavola

Fegato alla veneziana

Assolutamente da provare il famoso e rinomato Fegato alla venexiana

Il fegato alla venexiana o lo si ama o lo si evita. Il gusto deciso del fegato, infatti, nonostante la presenza mitigante delle cipolle, non passa inosservato. Ma chi lo ama ne mangerebbe sempre, con pari quantità di pane intinto nel piatto. L’ingrediente principale, il fegato di maiale, è stato spesso sostituito anche nei ricettari da quello di vitello, di gusto meno aggressivo. Se siete in quattro prendete 3 cipolle affettate finemente, e le fate appassire dentro un tegame coperto per una ventina di minuti, fino a farle imbiondire. A questo punto aggiungete un bicchiere di vino con tre cucchiai di aceto, e fate cucinare le cipolle ancora per quasi un’ora. Otterrete una salsa con le cipolle ammorbidite alla quale aggiungerete 650 g. di fegato a pezzettini, che vanno lasciati cucinare nella cipolla dai 3 ai 5 minuti al massimo. E’ importante non andare oltre, altrimenti il fegato rischia di sbriciolarsi. Dopo averci sgranato un po’ di pepe godetevelo, se vi piace, o evitatelo se al contrario il fegato non vi piace per niente. Ricetta 2.0 Volendo preparare una ricetta alternativa ma rimanendo nell’ambito delle repubbliche marinare, potete preparare il fegato alla genovese, con un trito di erbe aromatiche (timo,salvia, rosmarino,prezzemolo) al posto della cipolla, nel quale cucinerete il fegato spolverando alla fine il tutto con un pesto di pane, aglio e aceto. Ricetta a cura di David Marchiori di http://www.incoscienzaatavola.it/

Delitti nell’isola degli orti

Scene del crimine: I delitti passionali più famosi dell’Isola di Sant’Erasmo a Venezia

Sant’Erasmo è un’isola tra Murano e Burano, una lingua di terra con poco più di seicento abitanti, ricca di orti e vigneti, dove la specialità da tutti conosciuta è il famoso carciofo violetto. Facilmente raggiungibile da Venezia può considerarsi una bella passeggiata tra la laguna e la campagna, quello però che si ignora è che in questo piccolo paradiso, fatto di poche case e molta natura, i soldati del Consiglio di X, la temibile magistratura che indagava al tempo della Serenissima i crimini più truci, nel febbraio del 1705, cercavano una donna di nome Antonia detta Tonina Vianello, residente nell’isola ed il suo amante Antonio Fontanella detto Bevilacqua di Murano, per un crimine alquanto nefasto: uxoricidio. Si era scoperto che la notte della festività di San Tornio, che cadeva il 19 dicembre, i due amanti assalirono nel proprio letto il povero Stefano Vianello, uccidendolo con sei ferite alla gola e allo stomaco, per poi seppellirne il cadavere nella “caneva”, ovvero nella cantina. Quando gli abitanti dell’isola si accorsero che mancava quell’ortolano, i due diabolici compagni dissero che si era forse recato a Chioggia o Pellestrina a vendere la propria verdura. Antonia e Antonio presi dal dubbio di essere scoperti fuggirono ed il parroco nell’andare nella loro casa per benedirla nel giorno dell’epifania, insospettito nel non trovare qualcuno, avvisò il Consiglio di X che non tardò a scoprire nella fossa i miseri resti di Stefano. I due non vennero mai arrestati, la Serenissima decretò il 27 febbraio che la pena sarebbe stata la decapitazione e lo squartamento per l’uomo, mentre la donna sarebbe stata “solo” decapitata. Settant’anni prima, precisamente nel 1624, c’era stato un altro caso molto simile: Leandro Capuzzo, un onesto ortolano dell’isola, fu ucciso dalla moglie Margherita e dall’amante Domenico Zonta, un giovane bracciante assunto da poco. Il finale questa volta fu diverso, l’8 febbraio di quell’anno entrambi gli assassini salirono il palco tra le due colonne di San Marco per essere decapitati. Non si può certo dire che in isola i mariti dormissero sonni tranquilli… Testo a cura di Davide Busato di Veneziacriminale

Fuorirotta. L’altra Mappa di Venezia

Il turista curioso può scoprire una Venezia diversa grazie alla mappa FUORIROTTA

FUORIROTTA è la mappa pensata dal Comune di Venezia per il turista curioso, che vuole perdersi alla scoperta della città veleggiando verso zone meno turistiche. “Fuorirotta. L’altra Mappa di Venezia” promuove un turismo inusuale, responsabile, bio-eco solidale in laguna. Il turista che esce dai percorsi tradizionali ha la possibilità di conoscere veramente Venezia, esplorando i luoghi più autentici e meno noti della città. La mappa, che verrà stampata in 20.000 copie e ed è già disponibile on line sul sito ufficiale del Comune qui, è una vera e propria guida per orientarsi in città, e scoprire le iniziative rispettose dell’ambiente, della cultura e dell’identità locale, conoscere luoghi inediti, godersi il verde di parchi e aree naturali, mangiare in locali di cucina bio o a chilometro zero, fare acquisti in botteghe artigiane e del commercio equo e solidale. La mappa Fuorirotta va a inscriversi nel più ampio progetto DETOURISM, voluto dall’Assessorato allo Sviluppo del Turismo che prevede la pubblicazione di una collana di mappe tematiche della città e della sua laguna, lo studio di una nuova segnaletica turistica congiunta alla tecnologia interattiva degli Smart devices. Il progetto intende promuovere consapevolezza e condivisione nel viaggiatore/ospite, invitando a rispettare l’ambiente, il patrimonio culturale artistico e monumentale, le tradizioni e gli usi del territorio, contribuendo al sostegno dell’economia locale e favorendo, quindi, circuiti, siti, attività con il più alto valore di sostenibilità sociale e ambientale e di aderenza all’intreccio veneziano di natura e cultura.

Il gondoliere assassino

Un solo gondoliere nella storia di Venezia si macchiò di un efferato crimine

Il gondoliere è un mestiere caratteristico e unico di Venezia. Nell’Ottocento c’erano 19 traghetti, detti di parada, sparsi nei vari punti della città, con servizio alternato di gondole, affinchè non mancasse mai di giorno o di notte, il mezzo al passeggero per transitare da una riva all’altra. Ogni traghetto aveva un suo responsabile chiamato gastaldo, eletto annualmente dall’assemblea plenaria dei titolari di ogni singolo stazio. In quel momento esistevano non più di 900 gondole, venti per i pubblici uffici e servizi, 246 di battelli, 220 di private e oltre 660 di traghetto. I gondolieri durante la Serenissima erano riuniti in una corporazione o fraglia, con delle norme scritte in un libro che prendeva il nome di “mariegola”. Tra queste regole vi era quella forse più significativa per questa storia inerente gli aspiranti gondolieri che dovevano essere “homeni di bona vita et pacifici, et non siano homeni de rissa”. Angelo de Rossi, detto “Pase”, non era molto pacifico. Venerdi 3 agosto 1900 si trovava farmaciaabuonmercato.com/cialis.html all’osteria XX settembre, vicino a Piazza San Marco. Dopo un alterco con il gondoliere Giovanni Cortivo, conosciuto come “pano”, usò il proprio coltello per porre fine alla questione uccidendo l’avversario. Angelo, che all’epoca dei fatti aveva 64 anni, era molto conosciuto per i suoi precedenti patriotici, al tempo di Garibaldi era partito volontario e si era ritrovato a combattere a Mentana, nel Lazio, una delle battaglie più cruente che vide a fine giornata lasciare sul campo 150 morti garibaldini, 220 feriti e più di 1700 prigionieri. Lui fu tra i fortunati che si salvarono. Il processo al gondoliere “Pase” iniziò il 6 dicembre, era difeso dall’avvocato Gino Bertolini, dopo alcuni giorni di dibattiti, dove sfilarono decine di testimoni, venne condannato a 5 anni, sei mesi e trenta giorni, oltre al risarcimento dei danni. L’avvocato Bertolini aveva salvato il suo assistito dall’ergastolo dimostrando l’infermità mentale, ma forse giocò a suo favore anche l’opinione pubblica che si era schierata con l’eroe garibaldino della battaglia di Mentana. Questo fu il primo e unico omicidio nella categoria dei gondolieri.

Venezia, un bocciolo di rosa vivente – VIDEO

Performance artistica a Venezia per la Festa del “bocolo”: una rosa gigante in Piazza San Marco – VIDEO

Piazza San Marco a Venezia, proprio nel giorno della celebrazione del patrono il 25 aprile, ha visto il fiorire di un magnifico bocciolo di rosa vivente, il famoso bòcolo che tradizionalmente, da secoli, i veneziani regalano alle donne. Il video in basso documenta la straordinaria performance. I veneziani che hanno voluto partecipare volontariamente a questa incredibile performance artistica organizzata nell’ambito del progetto ‘Venezia rivelata‘ sono stati più di 1000. Vestiti di rosso o di verde (i più piccini) hanno disegnato con i loro corpi l’enorme rosa protagonista della Festa del Bòcolo sulla piazza più celebre al mondo. Ad accompagnare la performance è stata la voce dello scrittore Alberto Toso Fei, ideatore dell’evento assieme all’artista veneziana Eleonora Tagliapietra, che ha raccontato la leggenda di Venezia legata alla rosa donata nel giorno di San Marco, la leggenda del tragico amore tra la nobile Maria e il cantastorie Tancredi. Incredibile l’affluenza all’evento, reso possibile anche grazie alla bella giornata di Venerdì 25 e organizzato con lo scopo di ‘rivelare’ in modo innovativo tradizioni ed aneddoti di una Venezia forse poco conosciuta. Ecco un video della giornata

Venezia su Google Art Project

Venezia è su Google Art Project con ben 6 musei

Venezia è diventata recentemente la prima città italiana per numero di musei partner del progetto Google Art Project, una piattaforma online attraverso cui il pubblico può accedere a immagini ad alta risoluzione delle opere d’arte più importanti messe a disposizione dai musei di tutto il mondo. E’ un’opportunità incredibile per poter ammirare meravigliose opere d’arte e per pianificare alla perfezione una visita dal vero. Cliccate qui per scoprire Venezia con Google Art Project. La collaborazione, partita nel mese di novembre 2013 con il lancio sulla piattaforma di oltre 150 opere raccolte in tre gallery dedicate ai musei di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Museo Correr e Museo del Vetro di Murano, si è ulteriormente arricchita, ad aprile 2014, dei capolavori presenti in altri tre importanti Musei Veneziani: Palazzo Ducale, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano e di Palazzo Mocenigo – Centri Studi di Storia del Tessuto e del Costume. PALAZZO DUCALE Di Palazzo Ducale, vero e proprio simbolo millenario della storia, della cultura e dell’arte veneziana, sarà così possibile ammirare capolavori straordinari, quali il celebre affresco di Tiziano raffigurante San Cristoforo o le meravigliose tele di Paolo Veronese. CA REZZONICO “Navigando” tra le opere di Ca’ Rezzonico ci si potrà invece immergere nell’atmosfera e nel gusto del Settecento veneziano attraverso le celebri scene di genere di Pietro Longhi. PALAZZO MOCENIGO Di Palazzo Mocenigo a San Stae, recentemente riaperto al pubblico dopo un radicale intervento di restyling, sarà infine possibile ammirare le importanti collezioni di rari tessuti e costumi. Cliccate qui per scoprire Venezia con Google Art Project SU GOOGLE STREET VIEW Inoltre per Palazzo Ducale e Ca’ Rezzonico è ora possibile visitare gli straordinari interni con una visita virtuale Street View, che consente di apprezzare ulteriormente la bellezza dei percorsi espostivi delle due sedi.  

Spaghetti “coe cape”

Nella tradizione culinaria veneziana troviamo anche gli spaghetti con le vongole, diversi da quelli alla napoletana

Spaghetti “coe cape“, in italiano “Spaghetti con le vongole“, è un piatto che a Venezia spopola da generazioni, pur essendo di origini napoletane. La versione veneziana ovviamente non prevede pomodoro, in nessuna forma.

LA RICETTA: Se siete in quattro, prendete mezzo chilo di vongole veraci e lasciatele riposare in acqua fredda salata non più di quindici minuti. Questo perché se le lasciate di più incamereranno acqua di rubinetto rilasciando tutta l’acqua di mare che rende speciale questo piatto, a costo di rischiare di trovare un po’ di sabbia (che in caso può essere eliminata in un secondo tempo travasando il sugo da una padella all’altra). In ogni caso, le vongole, prima di arrivare sul banco frigo, passano una serie di passaggi di depurazione che difficilmente rilasciano molta sabbia. Dopo il primo quarto d’ora in ammollo, sciacquate le vongole sotto l’acqua corrente, eliminando eventualmente quelle con il guscio rotto. Saltate le vongole con un po’ di olio e aglio, aggiungendo prontamente dopo due o tre minuti 250 cc di vino bianco secco. Chiudete con il coperchio per circa dieci minuti, e lasciate che le vongole si schiudano. Togliete il coperchio e lasciate asciugare il sugo, ma non troppo, altrimenti non potrete creare il magico “poccetto”. Diciamo che lascerete consumare il sugo finchè non sparirà l’odore dell’alcool del vino. Spegnete il fuoco, e togliete almeno la metà dei gusci delle vongole separandoli dal loro frutto, che rimarrà in padella. Spolverate con pepe nero e un trito di prezzemolo. Fate bollire gli spaghetti tenendoli un minuto sotto la cottura indicata, e versateli nel sugo di vongole. Saltate la pasta finchè la stessa non avrà assorbito il sughino di vongole, creando quindi il torbido e magico “poccetto”, frutto della pasta risottata con il sugo di vongole. Servite in tavola e godeteveli. Se sapete fare la pappa col pomodoro alla toscana, ve la consiglio arricchita di vongole con il loro sugo, ma questa è un’altra storia…. Testo a cura di David Marchiori curatore del personalissimo Blog incoscienzaatavola

La polpetta a Venezia “regina delle vivande”

A Venezia le polpette sono un’istituzione gastronomica

Le polpette rientrano nell’offerta di cicchetti (piccole porzioni di pietanze tipiche da consumare accompagnate da un bicchiere di vino) al banco di tutte le osterie di Venezia. Ai tempi della Serenissima, venivano preparate e vendute dai luganegheri (arte che riuniva chi macellava, lavorava e vendeva carne suina; chi lavorava e vendeva frattaglie bovine; pizzicagnoli; preparatori e venditori di zuppe). Piatto creato per riciclare avanzi? Non sempre. Non si trattava comunque di un cibo povero: oltre all’etimologia (da “polpa”: fettine di carne scelta, battute e farcite, di cui troviamo traccia nei più antichi ricettari), la letteratura ce lo conferma. Nel 1745, Carlo Goldoni inserisce le polpette – come cibo “da signori” – in una delle sue commedie più celebri, Il servitore di due padroni. CAMERIERE. (…) Tenete, signor faccendiere; portate queste polpette al vostro padrone. TRUFFALDINO: Polpette? (prendendo il piatto in mano). CAMERIERE: Sì, le polpette ch’egli ha ordinato (parte). TRUFFALDINO: Oh bella! A chi le òi da portar? Chi diavol de sti padroni le averà ordinade? Se ghel vago a domandar in cusina, no voria metterli in malizia; se fallo e che no le porta a chi le ha ordenade, quell’altro le domanderà e se scoverzirà l’imbroio. Farò cussi… Eh, gran mi! Farò cusì; le spartirò in do tondi, le porterò metà per un, e cusì chi le averà ordinade, le vederà (prende un altro tondo di quelli che sono in sala, e divide le polpette per metà). Quattro e quattro. Ma ghe n’è una de più. A chi ghe l’òia da dar? No voi che nissun se n’abbia per mal; me la magnerò mi (mangia la polpetta). Adesso va ben. Portemo le polpette a questo (mette in terra l’altro tondo, e ne porta uno da Beatrice). Il marchese bolognese Vincenzo Tanara, ne L’economia del cittadino in villa (pubblicato per la prima volta nel 1644) scrive addirittura: Chiama il Cuoco la polpetta regina delle vivande, mentre co’ quella può sodisfare al gusto universale, mediante la diversità degli ingredienti. Di carne, di pesce, di verdure: entrate in osteria a Venezia e… a voi la scelta (nella foto quelle mitiche de l’Osteria Ca’ d’Oro Alla Vedova in Strada Nuova). Per un’immersione nel mondo di Carlo Goldoni  a Venezia: Casa-Museo a San Tomà , inserita nel circuito dei musei municipali. Testo a cura di Elisabetta Tiveron ideatrice del Blog  PaneMiele  

Omicidi passionali in Ruga Giuffa

Due donne da evitare: tentati omicidi in Ruga Giuffa a Venezia nel 1880

In antichità a Venezia esisteva una comunità zingara che si era stabilita a Castello, da quella comunità prese il nome Ruga Giuffa: il vocabolo gajufus derivava proprio dal termine dalmato gejupka, ovvero zingaro. Nell’Ottocento Ruga Giuffa divenne la scena di due crimini molto particolari. Al civico 4772 abitava la quarantenne Carlotta Busetto, originaria di Pellestrina, assieme al marito e all’amante. Una strana convivenza. La notte del 6 febbraio 1880 Carlotta arrivò a casa dopo aver bevuto parecchio. Quando entrò in camera da letto trovò il suo giovane amante, Federico Masella, a letto con una prostituta di nome Rosa Daria residente alla Giudecca. Non fu chiaro se Rosa Daria avesse o meno una relazione con il giovane ragazzo o se avesse approfittato solo di una sistemazione provvisoria. Di sicuro per Carlotta vederli a letto assieme dovette sembrare un affronto da lavare con il sangue. Andò in cucina, prese una mannaia e ritornata in camera lo colpi per ben dodici volte alla testa. Ovviamente non serve sottolineare che Federico morì per le ferite riportate. Il 10 novembre iniziò il processo e ci vollero due giorni per arrivare alla conclusione. Carlotta fu condannata ai lavori forzati a vita. Una delle poche donne che subirono tale condanna. Nemmeno quattro mesi dopo questo omicidio, precisamente il 20 agosto, al civico 4877, sempre di Ruga Giuffa, Giovanni De Grundis, originario di Ancona e da qualche anno residente a Venezia, stava dormendo nel suo letto dopo una notte di lavoro presso il panificio Duodo. A un certo punto i vicini furono svegliati dalle sue urla, quando arrivarono i poliziotti e buttarono giù la porta, lo trovarono agonizzante sul pavimento. Aveva una brutta ferita alla testa. La sua fidanzata Giuseppina Ferretti, di soli 19 anni, aveva pensato di emulare Carlotta Busetto e cosi anche lei, dopo una crisi di gelosia, aveva preso un’accetta e lo aveva colpito mentre dormiva. Fortunatamente per Giovanni la lama rimase incastrata sul mento salvandogli la vita. Sabato 19 marzo del 1881 cominciò il processo e Giuseppina venne accusata di tentato omicidio. La corte la condannò a 13 anni che andò a scontare nel carcere alla Giudecca non troppo distante dalla sua mentore. Non si può certo dire che nel 1880 i mariti e fidanzati a Venezia dormissero sogni tranquilli dopo i casi di Giuseppina e di Carlotta. Testo a cura di Davide Busato di Veneziacriminale.it  

Franco Beraldo e il vetro di Murano

Un ‘artista che trasforma il vetro di Murano in splendide opere d’arte colorate e luminosissime

Franco Beraldo, nato nel 1944 a Meolo, un piccolo paese situato tra i fiumi Sile e Piave in provincia di Venezia, ha il suo studio in Via Paruta a Mestre. Lì  troverete dipinti e opere in vetro che poi vende anche in alcune atelier selezionati di Venezia e Murano. Franco Beraldo è uno di quegli artisti che ha trovato nel vetro uno splendida materia dove poter esprimere appieno la luce e i colori che permeano le sue opere pittoriche. La luminosità e la trasparenza delle tinte sono al centro della sua ricerca pittorica. Fin dagli esordi è stato affascinato dalla luce e dai colori limpidi della laguna veneta. Negli anni i suoi paesaggi sono diventati sempre più astratti: composizioni trattenute nello sviluppo spaziale dall’evolversi di segni, strutture organizzate in campiture cromatiche vivacizzate dal rapido passaggio di colori attentamente sovrapposti ed accostati. Dal 2005 Franco Beraldo ha deciso di esprimere il colore anche attraverso il vetro e dopo un lungo percorso di formazione si è rivolto ai più capaci maestri soffiatori di Murano. Con loro crea, nelle fornaci, piccole formelle di mosaici trasparenti, piastre policrome e vasi soffiati, dove riesce a manifestare la sua passione per il colore. Il procedimento è lungo e laborioso ovviamente, e mantiene dei connotati magici: si lavora alla cieca poiché tutti i colori sono trattati a 900/1000 gradi per cui sono tutti rossi; solo quando il vetro è raffreddato si scopre il risultato di vari strati di vetro sovrapposti. Le formelle in vetro possono essere appese alle pareti come opere d’arte a se stanti, o se inserite in un ulteriore camicia di cristallo diventare vere e proprie sculture da tavolo. Incastonate in strutture di metallo formano lampade che suggestivamente diffondono una luce multicolore. Il vetro lo lavora anche nel suo studio grazie a un forno piano, a una temperatura più bassa, grazie al qualche compone geometrie di coloratissimi lacerti e pasta di vetro che poi si trasformano in luminosi vasi soffiati dai colori cangianti e in altri tipi di piastre colorate. Qui sotto un piccolo video dimostrativo mentre Franco Beraldo crea le sue opere in vetro a Murano.

“Gustose parole” di Elisabetta Tiveron

Nuova rubrica su venezia.net: Elisabetta Tiveron ci parlerà di parlerà di Venezia, cibo e letteratura

Un nuove “esperto” si aggiunge alla nostra Redazione. Dopo Davide Busato, che ci parla di misteri e delitti, David Marchiori, con le sue appetitose ricette venete, e Michela Scibilia, attenta conoscitrice del vero artigianato veneziano, si è unita a noi anche Elisabetta Tiveron, anche lei appassionata di cibo, che mensilmente aggiornerà la nuova rubrica “Gustose Parole“, parlandoci di Venezia, cibo e letteratura. Elisabetta Tiveron è nata e cresciuta nella campagna alle porte di Venezia, la passione per il cibo (insieme alla cicatrice di un morso di coniglio sulla punta di un dito) l’accompagna fin dalla più tenera infanzia, quando trotterellava al fianco della nonna materna – inimitabile cuoca contadina – tra aia, campi e cucina, e affiancava (con vanga e rastrello mignon appositamente creati) il nonno nei lavori nell’orto. Dalla mamma eredita l’amore per la lettura, e l’attenzione verso una cucina salubre ed eticamente corretta. Di pari passo, crescono in lei la passione per le tematiche storico-sociali (che sfocia in una laurea in storia, con tesi sulla prostituzione a Venezia durante le dominazioni ottocentesche), la voglia di capire l’umanità che la circonda, di conoscere culture diverse, ma anche di approfondire, riscoprire, non far dimenticare quella di provenienza (Venezia ed il suo territorio sono una miniera inesauribile). Questa miscela l’ha portata anche verso uno stile di vita più consapevole, in cui trovano spazio autoproduzione, scambio, riuso&riciclo. Da anni viaggia prediligendo lo scambio casa; fa inoltre parte del network Couchsurfing. Ma insomma, che cosa fa Elisabetta? Cucina su richiesta, tiene lezioni e laboratori, scrive (libri e articoli), organizza eventi che ruotano intorno al mondo del cibo e dell’editoria. Oltre che con i privati, collabora con associazioni ed istituzioni, sia in Italia che all’estero. Ah… poi danza, crea gioielli utilizzando cocci e pietre che raccoglie sulla spiaggia… e fa la mamma. Per dare un’occhiata ai libri e quaderni pubblicati da Elisabetta andate sul suo Blog: www.panemieleblog.blogspot.com  

Bigoli in salsa

I bigoli in salsa: un piatto culto della cucina veneziana assolutamente da assaggiare

La cucina popolare, si sa, spesso coniuga sacro e profano. E’ il caso dei “bigoli in salsa“, piatto culto della cucina veneziana. Chissà perché, infatti, i bigoli in salsa è storicamente considerato un piatto da “penitenza”, da consumarsi preferibilmente la Vigilia di Natale, il Venerdi Santo e il Mercoledì delle Ceneri. In realtà se non fosse per le oggettive controindicazioni a livello sociale (potrebbe provocare un alito un po’ pesantino…) io lo mangerei pure ogni giorno. Gli ingredienti, infatti, sono pochi ma decisamente adatti per chi ama i sapori decisi, professionisti della forchetta insomma: acciughe e cipolle. RICETTA BASE La ricetta dei bigoli in salsa è semplice: basta prendere 70 grammi di filetti di acciughe scolate (non partite dalla pasta di acciughe, per carità, è un insulto alla ricetta) e scioglierle rosolandole nell’olio extravergine di oliva. Una volta ottenuta una specie di salsa, appunto, si aggiungono due cipolle grosse tagliate finemente alla julienne, lasciandole appassire con il coperchio della padella chiuso. Riaprendo il coperchio, verificato che le cipolle si sono adeguatamente appassite, aggiungete al limite un po’ di acqua di cottura. Occhio al sale! Assaggiate il sugo perché potrebbe risultare terribilmente salato o, au contraire, un po’ insipido a seconda delle acciughe utilizzate. E non dimenticate un po’ di pepe. Tenete i bigoli un po’ indietro nella cottura, diciamo un minuto, e una volta scolati saltate per un paio di minuti in padella con la salsa e un po’ di acqua di cottura se necessaria, fino a quando i bigoli non sono ben permeati dal “sugo”. Per la cronaca, a me piace utilizzare la cipolla di tropea, più dolce e scenografica. RICETTA 2.0 Una variante molto gustosa è quella di preparare la salsa senza la cipolla, mettendo un cinquanta per cento in più di acciughe, saltando il tutto con delle buone tagliatelle artigianali. Una volta impiattato il tutto, guarnire con dell’ottima burrata. Ricetta a cura di David Marchiori, Cuoco e gestore dell’Osteria Palaplip a Mestre e ideatore del Blog incoscienzaatavola.it

Murano da scoprire: Marina e Susanna Sent

Murano, un’isola di Venezia piena di sorprese.. se sai dove andare!

Murano è un’isola straordinaria da scoprire oltre la facciata di paccottiglia di dubbia provenienza e insistenti intromettitori (zelante omaccione che, appena scesi dal vaporetto che vi ha condotti a Murano, cercherà di accalappiarvi e di portarvi nella sala vendita che gli dà maggior “soddisfazione”. Nella versione light vi inviterà solo a dirigervi “to the furnaces”: le sue furnaces). L’isola di Murano vale più una gita, soprattutto se siete armati di buone guide, e se ci andate in giorni feriali quando sono aperti gli show room dei produttori veri e non solo di vetro artistico. LO SHOWROOM DELLE SORELLE SENT Un buon indirizzo assolutamente da non perdere per le donne moderne e ricercate è sicuramente il nuovo spazio total white delle sorelle Marina e Susanna Sent. Dalla ristrutturazione di una cavana (un ricovero per barche) è stato ricavato questo luminosissimo open space che si affaccia sulla laguna. Gli oggetti sono esposti con ampio respiro, dando la possibilità ancor di più di apprezzare la ricercatezza degli accostamenti tra vetro e altri materiali come gomma, acciaio, legno e carta da cui nascono orecchini, bracciali, collane dal gusto minimal ma dai colori accesi. Potete trovare anche sculture in vetro, ciotole, piatti e foulard, essenziali e lineari in sintonia con lo stile dei gioielli. Arrivarci è facile: scendete alla prima fermata di Murano (Fermata Colonna) poi – scansando gli intromettitori di cui sopra – tenete la sinistra e fate tutta la fondamenta. Appena prima del ponte a destra troverete il cancello di entrata. Prezzi: collane 25/200 €, orecchini 15/40 € Marina e Susanna Sent Aperto dalle 10 alle 17, chiuso sabato e domenica Fondamenta Serenella 20, Murano 041 5274665 www.marinaesusannasent.com La rubrica BRAVI QUESTI è curata da Michela Scibilia, autrice dell’utilissima guida alla Venezia (e Laguna) Low Cost. Qui tutte le sue interessanti Guide pratiche a Venezia http://www.teodolinda.it/index.php/guide Venezia (e laguna) low cost: Guida anticrisi alla città più bella del mondo (Varia)

Le eccellenze enogastronomiche venete a Gusto in Scena

Tantissimi presidi d’eccellenza veneti e friulani, scelti da Slow Food, a Gusto in Scena, grande manifestazione enogastronomica a Venezia

Grande successo per la manifestazione enogastronomica veneziana GUSTO IN SCENA che ha visto protagonista, lunedì 17 marzo 2014, la star di Masterchef, Carlo Cracco, chiamato a partecipare a CHEF IN CONCERTO, il congresso di alta cucina dove grandi nomi della ristorazione si confrontano nella “Cucina dei senza“. LO CHEF SI TRASFORMA IN GURU DEL BENESSERE E’ infatti questo il tema portato avanti dall’evento enogastronomico veneziano di quest’anno, che ha ottenuto per questo il Patrocinio del Ministero della Salute. Lo chef ormai si si deve preoccupare anche e soprattutto della salute del cliente, trasformandosi in guru del benessere. “Non si tratta di togliere sapore al cibo ma di esaltarne le caratteristiche” dice l’ideatore di GUSTO IN SCENA, Marcello Cremonini. Filosofia sposata appieno anche da Carlo Cracco, che da sempre cerca di intervenire il meno possibile sulla materia prima per educare il palato a distinguer i sapori. Passato ai fornelli,  lo chef  ha preparato la ricetta senza grassi “Rognone cotto sul sale e infuso di china” e quella senza senza sale, “Minestra di Parmigiano Reggiano”. SEDUZIONI DI GOLA: farmaciaitaly levitra ECCELLENZE VENETE E FRIULANE GUSTO IN SCENA ospita poi SEDUZIONI DI GOLA, al piano terra della Scuola di San Giovanni Evangelista, una selezione di numerose specialità enogastronomiche locali, italiane e internazionali. Grazie alla sinergia con Slow Food, sono presenti anche presidi d’eccellenza provenienti dal Frilui e dal Veneto: come la Pitina della Val Tramontina prodotta dall’Azienda Bier di Pordenone; l’Oca in onto dell’Azienda Littamè di Sant’Urbano (PD); la Stortina veronese presentata da Poltronieri Salumi; e l’Asiago Stravecchio dell’azienda agricola Waister dell’Altopiano di Asiago. Inoltre quest’anno partecipano anche grandi realtà di altissimo livello come i cioccolati di Domori e la frutta candita di Agrimontana. MAGNIFICI VINI: 150 vini a confronto GUSTO IN SCENA mette in mostra, con MAGNIFICI VINI (nella splendida cornice del Salone Capitolare della Scuola di San Giovanni Evangelista), anche l’enologia di eccellenza. Gli vini sono esposti in base alla provenienza, mare, montagne, collina, pianura. Quest’anno il Salone dei vini ospita anche cinque cantine internazionali molto curiose, mettendo “vicini” Georgia, Sud Africa, Palestina, Austria. Alcune Cantine sono molto famose e altre sono piccole e ancora poco conosciute( con dei vini eccezionali però, come l’Amarone di Ferragù).

Scena del Crimine: un uomo mascherato adescava giovani donne nel 1754

Un Cold Case: un ladro e stupratore si aggirava per le calli di Venezia nel 1754

Il campiello del Sole è un piccolo angolo tranquillo della caotica area di Rialto a Venezia, proprio dietro la chiesa di Sant’Aponal. Il nome deriva da una osteria all’insegna del Sol che sorgeva in questo campo. Oggi dell’osteria non rimane traccia e nemmeno di ciò che vi accadde nel carnevale del 1754. Il carnevale all’epoca della Serenissima durava sei mesi e qualsiasi persona poteva mascherarsi e confondersi, nobili e popolani, foresti e veneziani. Caterina, vedova di Giuseppe Nogrisich, originario di Spalato, si trovava in Campo San Luca a Venezia quando fu avvicinata da un uomo in maschera. Quell’uomo si chiamava Daniel Lanza ed era un insegnante di francese, anche se precedentemente aveva svolto la meno nobile arte del furto. Dopo averla convinta a seguirlo all’osteria del Sol, la portò nelle camere di sopra. Caterina pensò probabilmente a una avventura romantica e invece si trovò ben presto legata e imbavagliata. Il giorno dopo l’oste, che non l’aveva vista scendere, salì nella stanza e la trovò ancora viva, anche se in condizioni tali da dubitare che sarebbe sopravvissuta. Le mancava la biancheria intima, oltre ai soldi. Caterina fu la quarta vittima di uno stupratore seriale che per quasi un anno terrorizzò Venezia. Daniel Lanza colpì sette volte tra Cannaregio e San Polo, prima di sparire definitivamente dalla scena. Per un periodo ebbe un complice che venne successivamente trovato morto, forse proprio per mano del maestro di francese. Daniel amava legare le proprie vittime dopo averle spogliate e le torturava spesso con un coltello. In quasi tutte le aggressioni portò via un trofeo, spesso la biancheria intima ma nell’ultima caso anche il tabarro. Cambiò almeno due volte il nome per nascondersi ai soldati del Consiglio dei Dieci che cercarono di arrestarlo per mesi, senza successo. Nessuna delle sue vittime per fortuna morì, nemmeno la sfortunata Caterina. Daniel Lanza è uno dei rari casi nei quali il colpevole riusci a fuggire alla terribile giustizia della Serenissima che lo condannò in contumacia.

Testo a cura di Davide Busato di VeneziaCriminale  (la foto di copertina è di Federico Roiter)

Il Forcolaio Matto

Il Forcolaio Matto è uno dei pochi a Venezia a intagliare forcole, lo scalmo per il remo tipico delle imbarcazioni veneziane

A Venezia nascono ancora adesso laboratori in grado di dare valore all’artigianato locale. E’ il caso de Il Forcolaio Matto, la bottega aperta da circa un anno da Piero Dri, professione “remer“, costruttore di remi e forcole per imbarcazioni veneziane. Recentemente la Voga alla Veneta è rinata. Tantissime famiglie, coppie, amici, decidono di prendere la barca a remi, il sabato e la domenica, e girare per i canali di Venezia solo per il gusto di farsi una passeggiata. Gli stretti canali della città obbligano i vogatori a remare in piedi e in modo asimmetrico per migliorare visuale e manovrabilità. Per questo nelle imbarcazioni veneziane è necessario uno scalmo libero, sul quale il remo possa lavorare agevolmente: la forcola. A seconda del tipo di imbarcazione la forcola cambia leggermente forma e caratteristiche, tanto da diventare un vero e proprio originale oggetto scultoreo. Chi ha bisogno di una forcola si rivolge al remer. Ce ne sono solo quattro a Venezia, e uno di questi è Il Forcolaio Matto. Piero Dri è un giovane veneziano laureato in astronomia da Padova. Il curriculum di studi lo avrebbe portato lontano dalla sua amata Venezia, dalle acque della Laguna, dove fin da piccolo andava a remare col nonno. Ha così deciso di imparare un mestiere molto diverso: per 6 anni è andato a bottega dal maestro remer Paolo Brandolisio. Ora, grazie al suo laboratorio in Calle del Cristo, una calletta laterale di Strada Nuova, a pochi passi da Campo Santi Apostoli e Rialto, lavora i pezzi di legno che va a scegliere personalmente. Nelle sue mani il legno di noce, pero, ciliegio si trasforma in meravigliose forcole: un oggetto indispensabile per chi rema a Venezia ma caratterizzato da un connotato scultorio tale che può essere tranquillamente usato come oggetto d’arredo unico e originale. Non a caso c’è chi gli chiede delle forcole anche per regalarle ai matrimoni o per mettersela semplicemente in casa sulla credenza del salotto. Oltre alle forcole Il Forcolaio Matto fa anche remi, costruiti in legno Ramin proveniente dall’Indonesia, e taglieri, gioielli, tutti rigorosamente in legno. Una forcola può costare dai 300€ ai 1200€. Orari: Lun – Ven: 8.30 – 13.00, 15.00 – 18.30 / Sab: 9.00 – 12.30 Telefono: 041 877 8823 Come arrivare: Calle del Cristo, Cannaregio 4231 Trasporti pubblici Linea di trasporto pubblico ACTV n.1 – Fermata Ca’ d’Oro.

Altinum Welcome Card

Su Altinum Welcome Card la mappa di Venezia.net

La nostra Mappa di Venezia, strumento indispensabile per una visita serena ma approfondita alla nostra incantevole città sull’acqua, che tutti possono scaricare gratuitamente dal nostro portale qui, è diventata parte integrante dell’Altinum Welcome Card, il kit che viene consegnato a chi soggiorna ad Altino, una ridente località a pochi passi da Venezia, famosa per l’Area archeologica e il Museoassolutamente da visitare. L’Altinum Welcome Card è un kit formato da una Card per usufruire di sconti nei negozi e nei ristoranti di Altino, una piccola Guida informativa al territorio altinate e all’enogastronomia locale e una Mappa. La Cartina di Venezia che offriamo sul nostro portale è diventata parte integrante del Kit: oltre alla pianta della città, con i suoi canali e calli, campi e piazze, è presente la mappa delle linee di navigazione e gli orari dei treni da e per Altino. La Card di Quarto d’Altino è valida per tutto il periodo di permanenza nel territorio ed è GRATUITA. Si può richiedere in tutte le strutture ricettive del territorio.

Il Baccalà Mantecato

Sulla polenta o su un crostino, fritto o a forma di polpetta: a Venezia è d’obbligo mangiare il Baccalà Mantecato

A Venezia se uno vi chiama con l’appellativo ‘’baccalà’’ significa che non ha una grandissima stima di voi, nonostante il baccalà sia una delle colonne portanti della cucina veneziana. Il nome baccalà, tra l’altro, è un grandissimo misunderstanding semantico, visto che normalmente il termine viene utilizzato per il merluzzo bianco conservato sotto sale. A Venezia e Vicenza, invece, il termine baccalà è riferito allo stoccafisso, cioè il merluzzo essiccato. A Venezia il baccalà per eccellenza è il mantecato: lo si trova nel bacaro più sordido fino al ristorante più prestigioso, su di un crostino o su un letto di polenta, o addirittura a mò di polpetta, fritto. RICETTA BASE Prepararlo non è affatto difficile, ci vuole solo un po’ di cura: acquistate del baccalà, secco o ammollato. Va da sé che nel primo caso dovete lasciarlo in ammollo una giornata. Immergete il baccalà in una pentola d’acqua, e una volta raggiunta l’ebollizione fatelo bollire dieci minuti.Io mi accorgo se è pronto quando la schiuma della cottura fuoriesce dalla pentola e inonda il piano di cottura, ma questo fa parte delle cose da non fare a casa vostra. Spegnete e lasciate riposare un quarto d’ora. Una volta scolato il baccalà, lo mettete in una ciotolona, meglio ancora se di una planetaria. Aggiungete mezzo bicchiere di acqua di cottura, un po’ di sale, dell’aglio sminuzzato, abbondante pepe e magari un po’ di pelle del baccalà stesso (il panino con la pelle del baccalà bollita, olio extravergine, sale e pepe è una delizia..). Cominciate quindi a mescolare il contenuto della ciotolona (boule per i più eruditi) con un frustino elettrico, o avviate la planetaria a bassa velocità. Aggiungete quindi dell’olio di semi a filo come se doveste montare una mayonaise, in quantità variabile fino ad ottenere la consistenza desiderata (dai 15 ai 30 minuti). Contrariamente a quanto viene talvolta segnalato, non va usato il latte, e nemmeno l’olio extravergine, che al limite può essere aggiunto come guarnitura o decorazione. RICETTA 2.0 Una variante interessante a questa ricetta è costituito dall’aggiunta di un pesto di pistacchi a metà mantecatura. Provatelo, è delizioso. Ricetta a cura di David Marchiori, gestore dell’BioOsteria al Palaplip, Centrale dell’Altraeconomia, e ideatore del Blog Incoscienza a tavola

Tempo di Carnevale, tempo di “Fritole Venexiane”

Le Fritole Venexiane sono il tipico dolce di Carnevale a Venezia. Vi proponiamo anche la versione salata.

Bene, dopo aver svelato inequivocabilmente sin dalla prima frase l’origine tipicamente veneziana del famoso dolce di Carnevale, andiamo a scoprirne di più sulle Frittelle. Quando ero bambino mia madre, per Carnevale, faceva sempre le frittelle. Poi ho scoperto che usava delle buste già pronte, bastava semplicemente amalgamare gli ingredienti e friggire. LA RICETTA BASE: Frittelle dolci La verità è che la parte più difficile della preparazione delle frittelle sta proprio nella frittura. Per il resto basta amalgamare: 200 cc di acqua400gr di farina, 50 gr di zucchero, 30 di burro sciolto, 1 uovo + 1tuorlo, 25 gr di lievito fresco e 3 di lievito secco, mezza fiala di aroma vaniglia, 50gr di uvetta, 50gr di pinoli, 20 gr di grappa, 20gr di rum, 5 gr di sale. Dopo aver lasciato riposare l’impasto per tre ore dentro un recipiente coperto ben più grande dell’impasto stesso, cominciate a raccogliere con due cucchiai un po’ dell’impasto, formando delle palle di circa 3 cm di diametro da immergere nell’olio di semi di arachidi ben caldo, girandola di tanto in tanto fino ad ottenere un colore bruno. Così facendo la fritola si gonfierà nell’olio fino alla dimensione di 4/5 cm che storicamente la contraddistigue. Una volta rotolata ancora calda nello zucchero semolato, la frittella sarà pronta per essere mangiata. LA RICETTA 2.0: Frittelle Cacio e Pepe Ormai nelle pasticcerie se ne trovano con ogni farcitura: zabaglione, cioccolato, creme varie. Ho quindi deciso di riprodurre una versione salata, una‘’falsa frittella’’ al cacio e pepe. Per preparare questa originale variazione vi garantisco che non occorre essere uno chef stellato, basta infatti mescolare: 200 cc di acqua400gr di farina, 70 di pecorino, 50 di burro sciolto, 1 uovo+ 1tuorlo, 25 gr di lievito fresco e 3 di lievito secco, tanto pepe grattugiato secondo le vostre esigenze, 10 gr di sale. L’impasto poi seguirà lo stesso destino della fritola dolce, sia per la lievitazione che per la frittura, evitando magari di rotolare quanto ottenuto nello zucchero! Ciò nonostante, la fritola cacio e pepe assomiglia decisamente all’originale, sia esternamente che internamente. Inutile specificare che l’effetto al palato risulti decisamente diverso, evitate quindi di servirle come dolce, a meno che non vogliate fare uno scherzo di carnevale. Testo a cura di David Marchiori, gestore dell’Osteria Palaplip a Mestre e autore del Blog INCOSCIENZAATAVOLA

Scena del Crimine – La Calle del Volto a Venezia

In Calle del volto a Venezia, nel 1758, è avvenuto un truce omicidio

A Venezia alcune calli si chiamano “del Volto”, un nome un po’ inquietante dovuto agli archi o volti, che congiungono le case. Ce ne sono ai Gesuiti, a San Lio ma forse la più famosa è quella a San Matteo di Rialto, che, nel luglio del 1758, è stata la scena di un crimine truce e violento: l’omicidio di Antonia Lazari. La calle del Volto a San Matteo è una piccola calle nascosta dietro il mercato di Rialto conosciuta soprattutto dai veneziani, che la usano per raggiungere Rialto senza dover percorrere la più trafficata Ruga Vecchia di San Giovanni. Nel 1758 Antonia Lazari fu trovata nascosta sotto il pagliericcio del letto di una delle case al primo piano della calle. Era stata accoltellata cinque volte, alla testa e al corpo, tre delle ferite erano mortali. L’arma era un coltello da lancio o una baionetta modificata, di fattura antica. La Lazzari era una vedova di circa sessant’anni, benestante, che risiedeva a San Boldo nel sestiere di San Polo. L’ultima volta che fu vista viva era entrata nella casa in calle del Volto che apparteneva a un sarto: Zan Maria Millevoi. L’indagine fu svolta dall’Avogador di Comun Francesco Angaran, il quale riuscì in breve tempo a ricostruire quanto accaduto. Il movente era senz’altro quello economico, il furto dei gioielli che la vedova indossava; l’assassino, invece, il sarto Millevoi. Quest’ultimo, originario di Albona, una città dell’Istria in Croazia, viveva a Venezia da alcuni anni, assieme a sua moglie Meneghina e alla figlia Anna Maria. Con un pretesto fece entrare in casa la Lazari per poi trucidarla. Dopo la scoperta del cadavere, si cercò la famiglia che, nel frattempo, era fuggita dalla città. Il caso Millevoi risulta interessante per due aspetti: il primo è che dell’assassino abbiamo un ritratto nell’archivio del Museo Civico Correr di San Marco, il secondo è che fu arrestato molti mesi dopo, a novembre, mentre si trovava a Roma. Il 18 dicembre dello stesso anno, il sarto fu giustiziato tra le due colonne di San Marco. Di sua moglie e della figlia si persero le tracce. Di questa storia rimane solo la calle del Volto a ricordarci questa Scena del Crimine. Testo a cura di Davide Busato di veneziacriminale.it (la foto di copertina è di Federico Roiter)

Gioielli e oggetti di designer emergenti a Venezia: Ohmyblue

BRAVI QUESTI! di Michela Scibilia: Gioielli e oggetti di designer emergenti in vendita a Venezia

I giOvani, i giOvani, i giOvani… ogni tanto si organizzano. Elena Rizzi, vivace e ricciuta trentenne, dopo una lunga esperienza nel settore, da ormai un anno ha aperto la sua galleria/ studio/ bottega in Campo San Tomà. In questo uno spazio chiaro e pulito propone soprattutto gioielli in oroacciaiocordapagliavetro, ma anche piccoli complementi d’arredo, foulardcappelli,  tutti selezionati personalmente tra i lavori di designer emergenti ma spesso già quotatissimi, che va a scovare di persona uno ad uno. Basta un’occhiata  al sito www.ohmyblue.it sempre aggiornato, grazie all’attivissimo staff, per rendersi conto dell’alto livello di ricerca: pezzi farmaciaitaly.com/levitra.html unici che ti assicurano il look giusto soprattutto nei giorni di Biennale. Certo, oggetti talmente perfetti e unici che è meglio indossarli uno alla volta e magari con un abitino semplicissimo. Vi consigliamo di farci un salto, per percepire la passione e la capacità che l’hanno già promosso a indirizzo preferito dei più raffinati e ricercati architetti. Da aprile una organizzeranno una serie di incontri per conoscere qualcuno di questi designer/artigiani. Qualche prezzo: fede d’argento 45-58, anello vuoto in foglia d’oro 480, orecchini 65-220 Testo a cura di Michela Scibilia autrice della utilissima Guida VENEZIA Low Cost Guida anticrisi alla città più bella del mondo

Tiramisù o Zuccamisù?

Si dice che il dolce tiramisù sia stato inventato a Treviso, l’avete mai provato nella versione Zuccamisù?

Il tiramisù è uno dei dolci più diffusi, a casa e al ristorante. Come accade per molte pietanze, il pedigree del dessert non è certificato al cento per cento, ma, le versioni più accreditate della storia del Tiramisù lo collocano come dolce originario della marca trevigiana, e quindi assolutamente veneto, per l’esattezza presso il ristorante ‘’Le Beccherie’’, negli anni ’60. Vero o meno che sia, non esiste ristorante, osteria o tavola calda del nostro territorio che non l’abbia proposto in una delle sue molteplici varianti: con marsala, con gocce di cioccolato, con la ricotta, alla frutta o con i pavesini e gli oro saiwa al posto del classico savoiardo. LA RICETTA BASE La crema, tradizionalmente, propone il rapporto: 100 gr di mascarpone, 1 rosso d’uovo, mezzo albume e 1 cucchiaio di zucchero. Al tuorlo montato con lo zucchero va amalgamato il mascarpone e successivamente aggiunto l’albume rigorosamente mescolato con il cucchiaio dal basso farmaciainitalia.com/propecia.html verso l’alto, altrimenti rischia di smontare. Questa golosissima crema va poi alternata a strati con i savoiardi imbevuti di caffè amaro e conservata in frigo, non dimenticando di spolverare con del cacao amaro la superficie prima di servirlo ( appena prima.. altrimenti si inumidisce tutto e non è un bel vedere). LA RICETTA 2.0 Confesso che anch’io sono caduto nel trappolone della versione alternativa del tiramisù: partendo dall’ossequioso rispetto della ricetta originale, ho pensato di creare lo ‘’zuccamisù’’. Ammetto di aver cominciato dal nome, ma il risultato è eccellente: tra lo strato di savoiardi e quello di crema al mascarpone basta porre uno strato pari ad un quarto dell’altezza totale del dolce di purea di zucca al forno miscelata con  della cannella, senza zucchero. Provate anche voi a proporlo a tavola, nella giusta stagione. Non dico che mi ringrazierete, ma sicuramente farete una bella figura! Testo a cura di David Marchiori cuoco e animatore della Bio Osteria della PLIP, Centrale dell’Altreconomia Veneziana, e ideatore del Blog http://www.incoscienzaatavola.it  

La Venezia più singolare e unica

Da febbraio 2014 spazio alla Venezia più singolare su Venezia.net

Venezia non è solo fatta di circuiti turistici ma è una realtà viva e pulsante. Per questo abbiamo pensato a una serie di rubriche che permettano a tutti di conoscere e visitare la nostra città in un modo diverso, lontano dai soliti percorsi, dai soliti ristoranti, dai soliti negozi per turisti: una guida alla Venezia più singolare. La nuova sezione dedicata alla Venezia più singolare è quella denominata News e Curiosità e la trovate cliccando sul banner sotto le foto in homepage e in fondo alla stessa pagina sotto gli eventi. Le rubriche in partenza questo mese trattano di cucina veneta, dei piatti che caratterizzano la nostra tradizione, anche se con un tocco di innovazione e fantasia; di artigiani, dei tanti piccoli e deliziosi negozi di artigianato che riempiono le calli di Venezia, offrendo prodotti originali, unici e inconfondibili; di misteri e misfatti che hanno caratterizzato la storia della città lagunare, il cui ricordo aleggia ancora nei luoghi dove sono avvenuti. A curare queste rubriche sono veri veneziani, che con il loro impegno e dedizione, da anni cercano di trasmettere al mondo l’idea di una Venezia diversa, e non di un immenso parco delle meraviglie a cielo aperto. Veli presentiamo qui sotto: BRAVI QUESTI! Michela Scibilia, art director dello  Studio Scibilia, curerà la rubrica dedicata agli artigiani e botteghe veneziane. E’ autrice di quattro originali e utilissime guide sulla città di Venezia perfette per i turisti più sensibili: Venezia (e Laguna) LOW COST, Venezia botteghe e dintorni, Venezia Osterie e dintorni, Guida completa all’isola di Murano. Da sempre convinta che “una Venezia migliore è possibile” combatte a suon di pubblicazioni e attività nel campo della cultura, del buon cibo, del buon vino e della buona manifattura, la deriva “Veniceland” della sua città. Michela è un’icona di una venezianità contemporanea. Una venezianità possibile a patto di trasformare le peculiarità in opportunità.  Quando non è al suo amato computer mac (quasi sempre) Michela sfreccia per le calli armata di macchina fotografica e con la scusa di aggiornare le sue fortunatissime guide si intrufola dovunque. Per noi scoverà e porterà alla luce le tante piccole botteghe veneziane che si caratterizzano per un ideale connubio tra innovazione e tradizione. Portatrice sana di un dna pieno di passione e di senso civico, Michela Scibilia sa offrire attraverso il suo lavoro di autrice, grafica, coordinatrice, scrittrice, una risposta positiva e concreta ai problemi della nostra città. Clicca qui per vedere le sue Guide di Venezia UN POST A TAVOLA David Marchiori, cuoco per caso ma per vocazione, è l’animatore della Bio Osteria della PLIP, Centrale dell’Altreconomia Veneziana e ideatore e curatore del Blog incoscienzaatavola.it. David ci è arrivato dopo 40 anni di altro, passando per incarichi di consulenza farmaciainitalia.com ministeriale e anni di terzo settore vagabondando per l’Europa e per il nostro paese parlando di consumo responsabile e filiera partecipata. Membro del Coordinamento delle Reti di Economia Solidale, David adora il cibo come una divinità pagana, ne parla con fervore, si commuove davanti ad un guanciale di Sauris o davanti ad un risotto di zucca. Condannato a questa convinvenza con la pulsione per il cibo, David mescola tradizione con ricerca, innovazione con gusto, facendo giustizia per tutte quelle persone per cui la cucina non è un problema da risolvere ma una vera e propria storia d’amore, di quelle rare, che non finiscono mai. ‘’Ecochef’’ a chiamata per la trasmissione Rai ‘’Geo’’, David predilige le ricette con pochi ingredienti ma buoni, mettendo al bando le ‘sfumate di vino’ o i soffritti a tutti i costi, scalogno compreso, senza disdegnare i ‘’potacci’’, ma di qualità, con una storia da raccontare. David vi conduce alla scoperta delle ricette della tradizione veneziana con ossequiosa attenzione, per poi presentarvene la versione 2.0, quella che si mescola con altre tradizioni della variegata proposta gastronomica del nostro paese, che magari al momento vi spiazza ma poi vi regalerà nuovi e stimolanti sapori. Clicca qui per scoprire il suo Blog di cucina. SCENA DEL CRIMINE Davide Busato, fondatore assieme a Paola Sfameni nel 2006 della società Arcomai Snc, specializzata in ricerche d’archivio e archeologiche, è ricercatore storico e collabora con università italiane e straniere. Per venezia.net cura una sezione dedicata ai più famosi e truci crimini del passato, avvenuti in Laguna. Il noir è il suo forte! Ama passare ore a studiare documenti storici in cui vengono descritti i più efferati omicidi e scoprire misteri rimasti insoluti. È infatti autore del sito www.veneziacriminale.it dov’è rappresentata la prima Crime Map di Venezia tra il Seicento e l’Ottocento e del blog veneziacriminale.wordpress.com. In collaborazione con alcune agenzie di viaggio è ideatore di un’originale itinerario a Venezia dal titolo accattivante: “Calli Insanguinate” il primo tour sul crimine e la Giustizia durante la Serenissima. Con la società Sestante di Venezia, da primavera 2014, è ideatore e organizzatore di spettacoli teatrali noir che si terranno su suggestive imbarcazioni veneziane in moto lungo i canali della magica Laguna di Venezia. Perchè non unire un piacevole giro in barca con una rappresentazione teatrale ad hoc? Con l’archeologa Paola Sfameni ha dato luogo anche alla creazione dell’itinerario “Dalle origini di Venezia tra terra e acqua” il primo percorso in Laguna Nord che porta alla scoperta di chiese e monasteri scomparsi. I suoi libri: I serial Killer della Serenissima: assassini, sadici e stupratori della Repubblica di Venezia (2012) e Venezia Criminale: delitti e misteri del ‘700 (2013) con Helvetia editrice. Clicca qui per scoprire il suo Blog sulla Venezia Criminale

Venezia Nascosta dalla A alla Zeta

Una rubrica speciale completamente dedicata a Venezia e alle sue leggende, misteri, curiosità.

Grazie alla preziosa collaborazione di Davide Busato, di professione Ricercatore Storico, da anni impegnato a riscoprire la storia millenaria della spendida Venezia, Venezia.net vi propone una serie di curiosità o leggende sulla città. Nel narrarvi vicende e leggende di Venezia siamo andati in ordine alfabetico, dall’A di Archeologia alla B di pietra del Bando, dalla E di Erbarie e mercati alla  I di Inquisizione, dalla L di Leoni alla M di Massoneria, dalla P di Peste alla T di cavalieri Templari, dalla V di Veleni alla Z di Zucchero. Per ogni lettera vi racconteremo una storia diversa, che mette in luce un aspetto poco conosciuto, insolito, o semplicemente perso nella notte dei tempi, della nostra meravigliosa città sull’acqua. Di tutto quello che vi racconteremo potrete trovare traccia in Laguna, nei Palazzi, tra le Calli e i Campi di Venezia. Tutte queste storie verranno raccolte in una pubblicazione VENEZIA NASCOSTA DALLA A alla Z, che potrete scaricare gratuitamente e magari portare con voi durante la vostra vacanza. Trovate i post  tutti qui  Davide Busato è nato a Venezia nel 1975. Fondatore assieme a Paola Sfameni nel 2006 della società Arcomai Snc, specializzata in ricerche d’archivio e archeologiche. Ricercatore storico, collabora con università italiane e straniere. Consigliere dell’Università Popolare di Venezia. Dal 2011 cura la rubrica “Cronaca dal passato” del sito d’informazione www.dazebaonews.it. È autore del sito www.veneziacriminale.it dov’è rappresentata la prima Crime Map di Venezia tra il Seicento e l’Ottocento e del blog veneziacriminale.wordpress.com nel quale ospita gli scritti di altri autori come Lara Pavanetto e Federico Toffano. Nel 2013 ha curato la prima rassegna letteraria di cronaca nera coinvolgendo scrittori come: Fabio Sanvitale, Claudio dell’Orso e Monica Zornetta. Ha pubblicato Metamorfosi di un litorale. Origine e sviluppo dell’isola di Sant’Erasmo nella laguna di Venezia (2006) con Marsilio, I serial Killer della Serenissima: assassini, sadici e stupratori della Repubblica di Venezia (2012) e Venezia Criminale: delitti e misteri del ‘700 (2013) con Helvetia editrice. Man mano che pubblicheremo i post li troverete tutti qui 

Riva di Biasio: un serial killer a Venezia?

I Veneziani hanno uno strano gusto dell’orrido: Riva de Biasio sul Canal Grande è intitolata a un serial killer?

Parliamo un po’ dei misteri, delle leggende, dei segreti di Venezia, una città che nasconde , tra le sue innumerevoli calli e campielli, rive e fondamenta, una gran quantità di storie incredibili. Cominciamo con una delle leggende più raccapriccianti. Si astengano dal leggere i deboli di stomaco. A pochi passi dalla Stazione Santa Lucia si apre, lungo il Canal Grande, Riva de Biasio (si scorge anche prendendo il vaporetto, è proprio la fermata successiva alla Stazione). Se dessimo completo credito alla macabra storia che vi stiamo per raccontare, potremmo dire con certezza che,  intitolando la Riva a tal Biasio, i veneziani avevano veramente uno strano gusto per l’horror: è come se a Londra avessero deciso di dedicare una via a Jack lo Squartatore. Si racconta infatti che proprio su questa fondamenta si aprisse la “bottega” (una locanda o piccola cucina) di Biasio (Biagio) Carnico, un “luganegher” (macellaio o salsicciaio in veneziano) noto in tutta la città per il suo saporito sguazzetto: uno spezzatino così appetitoso che tutti, popolino e patrizi, apprezzavano molto. L’ inconfondibile e unico sapore del suo piatto era un mistero. Nessuno sano di mente avrebbe mai collegato la prelibatezza della sua ricetta alle innumerevoli e misteriose sparizioni di “putei” (bambini) nella zona. Avete i brividi? Ebbene sì… propinò il suo famoso sguazzetto per anni a tutti, finchè un operaio, che si stava apprestando a ingurgitare il suo piatto preferito, non vi trovò immerso un ditino. Naturalmente si recò immediatamente alle autorità e Biasio venne subito imprigionato. Sotto tortura confessò i suoi delitti, ammettendo che l’ingrediente segreto dello sguazzetto era carne di bambino frollata. Lui stesso si procurava e curava la carne dei poveri “putei” misteriosamente scomparsi! Nelle sue cantine trovarono i resti degli efferati omicidi. La giustizia veneziana fu altrettanto feroce nei suoi confronti: la sua locanda venne immediatamente rasa al suolo, e a Biasio vennero prima tagliate le mani, venne poi torturato sulla via che portava a San Marco e decapitato pubblicamente tra le due colonne della piazzetta (dove avvenivano tutte le esecuzioni). Come se non fosse sufficiente, venne poi squartato come un bue e i suoi resti vennero esposti per giorni ai quattro angoli della città. La riva si chiamò da quel momento RIVA DI BIASIO. Verità o leggenda?   Leggende e Misteri di Venezia: una Riva intitolata a un serial killer? A pochi passi dalla Stazione Santa Lucia si apre, lungo il Canal Grande, Riva de Biasio.Qui aveva la sua osteria Biagio Carnico,famoso per il suo spezzatino

Palazzo Mastelli e le sue misteriose statue

La leggenda che si nasconde dietro alle Statue di Campo dei Mori a Venezia

Palazzo Mastelli a Venezia, davanti alla Chiesa della Madonna dell’Orto, è famoso per essere stato in un passato recente infestato da fantasmi burloni e perchè una leggenda antichissima vuole che i proprietari del palazzo siano stati pietrificati per la loro estrema disonestà nel campo degli affari: le statue che li raffigurano, poste nel vicino Campo dei Mori e sulla facciata del palazzo, non sarebbero altro che loro stessi…pietrificati! Palazzo Mastelli venne così chiamato dal soprannome che i veneziani affibbiarono agli antichi proprietari, i tre fratelli provenienti dalla Morea, Rioba, Afani e Sandi, che costruirono l’edificio intorno ai primi del 1100 : avari e disonesti commercianti possedevano ovviamente molti “mastelli” (catini) pieni di soldi. Il Palazzo è anche denominato del Cammello perchè un bassorilievo sulla facciata rappresenta per l’appunto un uomo con un cammello. Ma veniamo alla leggenda che riguarda il palazzo e le statue che potrete trovare nel vicino Campo dei Mori. Si narra che un giorno una donna andò a trovarli per comprare delle stoffe pregiate perchè rimasta vedova aveva appena ereditato un negozio di sartoria. I tre fratelli, noti per essere senza scrupoli, le proposero baratofarmacia.com/cialis.html delle stoffe di scarsa qualità a un prezzo irragionevole pensando di potersi approfittare dell’inesperienza della donna. Ma lei, che invece di stoffe se ne intendeva stette al gioco e, nominando il nome di Dio, maledì il denaro che offrì loro in cambio delle stoffe: appena i commercianti presero in mano le monete che gli consegnò la donna si trasformarono immediatamente in pietra. Le quattro statue, tre raffiguranti i fratelli e una con un cammello vennero rinvenute dal servitore il giorno dopo e finirono sulla facciata del palazzo e nel vicino Campo dei Mori. La Statua del Sior Rioba è tra l’altro tuttora molto toccata dagli abitanti: si dice che se si tocca il naso della statua si avrà fortuna nel campo degli affari. Palazzo Mastelli è anche legato a un’altra leggenda più recente. Si racconta che nel 1757 fosse infestato da fantasmi burloni che ogni giorno alla stessa ora facevano suonare contemporaneamente tutti i campanelli della casa. Il fatto aveva così spazientito e spaventato i proprietari che venne chiamato addirittura il Cappellano di San Fantin per fare un esorcismo. L’operazione ebbe successo, a quanto pare, visto che da quel momento i fantasmi non si fecero più sentire!

Bacari e Cicheti

Per uno spuntino veloce a Venezia si va nei bacari a mangiar cicheti

Per chi viene a Venezia, sia che si trovi di passaggio sia che ci rimanga un po’ di giorni, è assolutamente d’obbligo fare un giro per Bacari, le tipiche osterie dove si assaporano spuntini e si beve del buon vino, per lo più in piedi, ma a volte anche seduti. Stiamo parlando di uno spuntino rapido, appagante e soprattutto economico. Il termine “Bàcaro ha un’origine controversa: c’è chi sostiene che derivi da Bacco (dio del vino), e chi sostiene che venga dall’espressione “far bàcara”, che in dialetto significava festeggiare rumorosamente. I bàcari sono punti di ritrovo frequentatissimi dai veneziani. Al loro interno è possibile assaggiare ottimi “cicheti”, ovvero stuzzichini di tutti i tipi: dal baccalà mantecato alla polpetta, dalle sarde in saor alle verdurine saltate, dagli scampi alla soppressa. Il tutto naturalmente è accompagnato da un bicchiere di buon vino: prosecco, raboso, cabernet o soave. Al banco vi capiterà di sentire l’espressione “ombra de vin“: il bicchiere del vino a Venezia si chiama tradizionalmente “ombra”, perché i venditori di vino erano soliti mercanteggiare sotto il campanile e per tenerlo fresco seguivano l’ombra. Non possiamo esimerci dal citare alcuni dei nostri bacari preferiti: il “Muro” in Campo Bella Vienna a Rialto, e  lì vicino: “All’Arco“, “Ai do Mori” e “Ae do spade“, in una calletta laterale della Ruga Rialto; “La Vedova“, davanti alla fermata della Ca d’oro; e la “Cantina Ai Schiavi”(chiamato al Bottegon) in Fondamenta Nani, vicino alle Zattere.

L’Arzanà – Piccolo Museo delle imbarcazioni veneziane

Arzanà – Piccolo gioiello nascosto – Museo vivente delle imbarcazioni veneziane

A Venezia esiste un piccolo “Museo vivente”, poco conosciuto e quindi quasi segreto, che raccoglie esemplari unici di imbarcazioni veneziane d’epoca. L’universo delle barche tradizionali di Venezia costituisce un patrimonio culturale e collettivo che rischiava di scomparire se una fiera Associazione Veneziana, dal nome dantesco, “Arzanà” (in dialetto significa Arsenale), non si preoccupasse, da una decina di anni, di salvaguardare, conservare e studiare la cantieristica veneziana. Un tempo una gran varietà di barche solcavano i canali veneziani. Nel 1600 si contavano quasi 10.000 imbarcazioni in Laguna tra gondole di parata, gondole di casata, caorline, sandali, etc.. Con l’avvento prima dei natanti a motore, il patrimonio delle barche tradizionali rischiava di andar perduto. Proprio per evitare che tante imbarcazioni tipiche cadessero nell’oblio (una volta terminata la loro esistenza le barche venivano semplicemente dismesse e diventavano legna da ardere) l’Associazione Arzanà, ha acquistato l’anticoSquero “Casal dei Servi”, a Cannaregio, in Cal delle pignatte, e lo ha trasformato in un eccezionale piccolo “Museo vivente” dove, se si ha un po’ di tempo a disposizione e la voglia di scoprire l’universo delle barche veneziane, una visita è d’obbligo (solo tramite prenotazione mandando una mail a associazionearzana@gmail.com). Lo Squero era il luogo dove a Venezia venivano costruite le imbarcazioni minori, quelle più piccole per intenderci. Quello di Casal dei servi è uno dei più famosi perchè proprio qui vennero rinnovati, alla fine dell’800, i procedimenti costruttivi della gondola che ne modificarono stabilmente le caratteristiche strutturali. Al suo interno l’associazione raccoglie al suo interno l’arredo da lavoro di vecchi squeri e alcune barche ora estinte. Uno dei pezzi forti della collezione è il gondolin da fresco, unico esmplare al mondo in un ottimo stato di conservazione. Questo tipo di gondola, usata per le “passeggiate” sull’acqua d’estate, era di spessore ridotto per andare molto più velocemente. Per ulteriori informazioni associazionearzana@gmail.com