Julia Roberts debutta al Lido, ma Venezia la conosce piuttosto bene e ci torna volentieri questa volta come protagonista del film di Luca Guadagnino. Red Carpet emozionante con fan in delirio che continuano a vederla sempre come la perenne “Pretty Woman”.
After the Hunt è un avvincente thriller psicologico su una professoressa universitaria che si ritrova a un bivio personale e professionale quando una studentessa modello muove un’accusa contro uno dei suoi colleghi, e rischia di mettere a nudo un oscuro segreto del suo passato.
Nel thriller di Luca Guadagnino, scritto da Nora Garrett, una devastante accusa universitaria scatena un’ondata di caos pubblico e personale che offusca la verità su quanto accaduto, rendendola irriconoscibile. Segreti, inganni, furie e obiettivi contrastanti per i cinque personaggi principali del film si scontrano presto nel racconto morale di After The Hunt. E mentre la tensione aumenta, il film diventa una provocazione intenzionale, uno specchio di questo momento moderno, che esplora le dinamiche di potere, privilegio, comunità e come interagiscono con una serie di fragilità umane.
After The Hunt racconta la storia psicologicamente incalzante della talentuosa e ambiziosa professoressa di filosofia Alma Imhoff, che è in una corsa a tutto campo per ottenere la cattedra che sa che il suo lavoro merita. Ma quando la studentessa di punta di Alma, Maggie, chiede improvvisamente aiuto, muovendo accuse contro il collega e caro amico di Alma, Hank Gibson, la storia privata di Alma, a lungo sepolta, rischia di venire alla luce. La vincitrice del premio Oscar® Julia Roberts è affiancata dal candidato all’Oscar® Andrew Garfield, dalla vincitrice dell’Emmy® Ayo Edebiri, dalla candidata all’Oscar® Chloë Sevigny e dal vincitore del SAG Award® Michael Stuhlbarg, creando un cast stellare, tutti equilibrati per abilità e versatilità. Le loro interpretazioni complesse sottolineano il netto rifiuto di After The Hunt di fornire risposte facili e di addentrarsi invece nel territorio confuso e diviso che tutti noi riconosciamo vividamente come il mondo in cui viviamo oggi.
Questo senso viscerale della vita, così come la percepiamo, è una qualità fondamentale della narrazione nella visione autoriale di Luca Guadagnino. Con la sua meticolosa arte cinematografica e il suo amore per le domande difficili, la mente del pubblico rimane spesso attiva anche dopo la fine dei titoli di coda. Per Guadagnino, la storia di un campus universitario d’élite in subbuglio è stata una calamita proprio perché sembrava destinata ad accendere un dibattito, non solo su quali personaggi della storia dicano la verità, ma anche su come status, desideri e pregiudizi influenzino la nostra visione della realtà.
Il regista, che si è imposto con il sensuale Io sono l’amore e il classico di formazione Chiamami col tuo nome, ha portato la sua voce inimitabile e il suo umanesimo in una vasta gamma di temi e ambientazioni di grande impatto, dalla storia d’amore vampiresca di Bones and All al triangolo amoroso tennistico di Challengers, fino a un adattamento di Queer di William S. Borroughs. Ma After The Hunt porta Guadagnino, che adora le grandi tele cinematografiche, nella sua narrazione più caleidoscopica, trasformando il resoconto di un presunto crimine in un’indagine a più livelli sulla natura umana e sulla verità inconoscibile.
La Roberts ha accettato il progetto per quella che considerava una narrazione insolitamente acuta e intricata, e per la possibilità di immergersi nei meandri di una donna oscuramente affascinante, diversa da qualsiasi altra abbia interpretato nella sua carriera da premio Oscar. Immersa nel progetto subito dopo aver letto la sceneggiatura, è diventata un’incrollabile sostenitrice di Guadagnino. Anche lei vede il film come un’occasione di dialogo. “Questo è uno di quei film in cui puoi uscire dopo, analizzare ogni momento e discutere sul perché ogni personaggio abbia fatto quello che ha fatto. Per me, è questo che rende il cinema fantastico”, afferma la Roberts. L’esordiente Ayo Edebiri, già pluripremiata per il suo amato ritratto dello chef Sydney in The Bear, osserva: “Spesso tendiamo a non affrontare la conversazione nel suo complesso, a non parlare dei dettagli più complessi, che sembrano troppo scottanti da toccare. La cosa più entusiasmante di questo film e dell’approccio di Luca è che lui ha detto: mostriamo tutto e poi parliamone seriamente”.
Guadagnino vede in ultima analisi lo spazio dedicato alla partecipazione del pubblico come l’ultimo livello del suo atto creativo. “Il cinema esiste per raccontare storie”, afferma, “e questa è una storia che vuole trovare una riconciliazione nel dibattito pubblico”.
il film arriva in sala dal 16 ottobre 2025.
Diana Barrows