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Venezia le è già valso un oscar con “The Black Swan”, il film di Darren Aronofsky presentato alla mostra del 2010, Natalie Portman torna al Lido dalla porta principale, attesa questa volta come una vera diva. Grazie a lei dobbiamo il ritorno di molte produzioni americane che riconoscono in Venezia un “passaggio obbligato” per l’oscar…
Natalie presenta a Venezia ben due film: Jackie del regista cileno Pablo Larraín e Planetarium di Rebecca Zlotowski.
Planetarium, ambientato nella Parigi, tardi anni Trenta narra la storia di Kate e Laura Barlow, due giovani spiritiste americane. Affascinato dal loro dono, André Korben, potente produttore cinematografico francese, le ingaggia per girare un film molto ambizioso. Nel vortice del cinema, degli esperimenti e dei sentimenti, questa nuova famiglia non si accorge di ciò che si sta preparando per l’Europa... “Un mondo come il nostro nel quale non sappiamo mai che cosa stia per cambiare” commenta la regista.
Planetarium suscita molta curiosità per la partecipazione di Lily-Rose Depp, la giovane figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, partner di Natalie in scena. Ma L’attenzione maggiore naturalmente è su Jackie il film in concorso che ha già ricevuto un riscontro molto positivo dalla critica e dal pubblico…
“Jacqueline era un’icona di stile” dice Pierre Cardin, raccontando al Corriere della sua amicizia con i Kennedy e dei suoi capi indossati da ambedue.
Natalie Portman incarna perfettamente Jacqueline Kennedy: elegante, attraente e sofisticata come lei si presenta sul red carpet con un sorriso sincero verso il suo pubblico a cui si concede generosamente con ripetuti ritorni ai fan che la contemplano nella sua minuta bellezza e semplicità.
Minuta ed apparentemente fragile ma in Jackie interpreta la storia di una donna estremamente forte, tenace e determinata, Jacqueline Kennedy che dopo l’assassinio del “suo” presidente Kennedy lotta contro il proprio trauma e il proprio dolore per riconquistare fiducia, consolare i figli e definire l’eredità storica del marito.
Il brillante regista cileno Pablo Larraín, capace di entrare nel profondo dei personaggi, commenta: “Tutti conosciamo la storia dell’assassinio di John F. Kennedy. Ma che cosa accade se ci concentriamo soltanto su di lei? Come sono stati i tre giorni successivi, il dolore soffocante, i figli sconvolti, gli occhi del mondo intero su di lei?”
…”Jacqueline Kennedy è stata una delle donne più fotografate del XX secolo, sulla quale sono state scritte centinaia di libri e incentrati innumerevoli film e serie tv. Eppure, di lei sappiamo ben poco. Quello che possiamo fare è cercare. E mettere insieme un film fatto di frammenti. Scaglie di memoria. Luoghi. Idee. Immagini. Persone”.
…”Jacqueline Kennedy, pur nella nebbia del suo trauma, sapeva – qualcuno doveva finire la storia di quell’uomo. In pochi giorni lei ha trasformato il marito da un personaggio qualunque in una leggenda. Ne ha definito l’immagine, ne ha consolidato il lascito. E nel farlo, lei stessa è diventata un’icona, per sempre nota al mondo intero con il semplice nome... Jackie.”
Testi e foto Diana Barrows