Solo due personaggi hanno la fortuna di essere immortalati in monumenti equestri a Venezia
A Venezia ci sono solo due monumenti equestri. Il primo, opera dello scultore Ettore Ferrari, riproduce
Re Vittorio Emanuele II (1820-1878) e si trova sulla riva degli Schiavoni a San Marco. Il secondo, più interessante per quanto riguarda le storie e le leggende ad esso collegate, si erge in
Campo Santi Giovanni e Paolo: iniziato da Andrea Verrocchio e concluso da Alessandro Leopardi, riproduce il capitano di ventura
Bartolomeo Colleoni (1395-1475), che da giovane fu sotto il comando del famoso "Conte di Carmagnola". La sua triste vicenda diede spunto ad
Alessandro Manzoni per una delle sue tragedie.
Tra il XV e il XVI sec vennero alla ribalta molti capitani di ventura, uno dei più famosi è proprio
Bartolomeo Colleoni. Fu il primo che mise su carretti i cannoni e li usò in aperta campagna. Arrivò a far transitare l’esercito veneziano attraverso il Lago di Garda grazie a navi appositamente costruite. Il
Colleoni divenne cavaliere dopo essersi fatto valere nel fallito attacco a Cremona. Nel suo testamento chiese alla Serenissima di poter avere una statua in Piazza San Marco ma gli fu fatto solo un monumento ai
Santi Giovanni e Paolo.
Come dicevamo prima il
Colleoni, quando fu a servizio di
Venezia, era sotto il comando di Francesco Bussone (1385-1432), conosciuto come il Carmagnola. Bussone riportò molte vittorie ma anche molte invidie. Poteva essere l’uomo giusto per conquistare la Lombardia viscontea e con essa l’intera Italia. Ma nel 1430 subisce una dura sconfitta perdendo quasi seicento cavalli. Convinti che li stia tradendo, gli Inquisitori di Stato veneziani lo giudicano un traditore. Con un inganno lo fanno rientrare a Venezia e lo arrestano. Il cinque maggio del 1432 viene
giustiziato per decapitazione e la sua testa esposta per tre giorni sulla pietra del bando.
Due famose leggende girano intorno a questa testa: la prima vuole che sia riprodotta in pietra sul loggiato della
Basilica. Ma quella piccola scultura in pietra che si vede è un bottino dei tempi delle crociate e raffigura probabilmente Giustiniano I (484-565). La seconda, invece, sostiene che la testa sia quella posta tra le zampe del leone sul
campanile di San Polo. Ma anche questa volta, lo stile ci fa pensare che possa essere ben precedente alla triste storia del Carmagnola.
Testo a cura di Davide Busato di Venezia Criminale