Lo strano caso dello scannapreti

Lo strano caso dello scannapreti

Nel 1800 salì agli albori della cronaca lo strano caso dello scannapreti: un pazzo girava per Venezia attaccando i membri del clero.

La mattina del 15 ottobre 1886, i principali quotidiani di Venezia dedicarono la prima pagina allo scioccante attentato a monsignor Angelo Bianchini, accoltellato mentre usciva dalla Basilica di San Marco. Tutti lessero delle sue ferite non troppo gravi e dell'attentatore immediatamente fermato dalla gente della piazza. Qualcuno anche lo avrà riconosciuto tra quelle righe, si chiamava Vianello Vianelli di 38 anni, originario di Chioggia e parente del famoso studio di fotografia Vianelli. Da giovane era entrato in seminario, abbandonandolo prima di prendere i voti maggiori per abbracciare la religione evangelica. Sulla sua apostasia si era fatta molta pubblicità, annunciandola con manifesti nella chiesa di San Luca. Ma perchè tanto odio per la vittima? Il prete era stato rettore al tempo del suo seminariato e notando dei segnali di squilibrio, lo aveva fatto internare due mesi nel manicomio di San Servolo. Dopo quel periodo passato tra stanze imbottite e le urla dell'elettroshock, riconosciuto in miglioramento, venne rilasciato e mandato a vivere in una casa dove una pia donna lo avrebbe controllato da vicino. La gente se lo ricordava spesso al Caffè Martini a San Fantin, intento a leggere i giornali e molto spesso a commentarli a voce alta. Parlava di filosofia, storia, filologia, intrecciando teorie che pochi capivano, frutto degli studi del seminario e della sua eccentrica mente. Il 23 ottobre iniziò il processo tanto atteso e dopo una brillante difesa, giocata tutta sulla presunta pazzia, venne condannato ad un solo anno, eppure non si meritò il nome di scannaprete in questa occasione. Alle 10 del mattino del 30 marzo 1889 un prete settantenne saliva le scale della Cancelleria patriarcale in calle della Canonica, sul retro della basilica di San Marco. Quando fu a metà strada un uomo lo accoltellò, ferendolo alla natica destra: era proprio il Vianello. Fu solo in quella occasione che a Venezia fu così battezzato come lo “scannapreti” o il “pretefobico” e questa volta la giuria lo condannò a cinque anni nel manicomio di Ferrara, facendolo sparire dalle cronache cittadine.