Il Canale di Sant’Angelo di contorta

Il Canale di Sant’Angelo di contorta

Nella metà del '500 un fatto di sangue rese famoso il Canale di Sant'Angelo di Contorta

Oggi, con il tema delle Grandi Navi, si sente spesso parlare del canale di S. Angelo di Contorta, venuto alla ribalta di recente. C'è chi vuole fare passare per di là il nuovo Canale dove transiteranno le Navi da crociera, ma molti non sono d'accordo. Davide Busato ci spiega le origini di questo curioso nome, che deriva da una piccola isola nei pressi di Fusina dove avvenne, nei secoli passati, un fatto di sangue. Nel 1518 il monastero dell'isola, dopo varie vicissitudini, ospitava i frati carmelitani della congregazione di Mantova. Meno di una quarantina di anni dopo lo abbandonano per andare ad abitare alla Giudecca, nel monastero di Sant'Angelo, fondato in un luogo remoto chiamato il Monte dei Corni, la discarica delle corna dei buoi macellati a Venezia. La mattina del 16 febbraio 1665, frate Alberto Lauri scoprì per caso che il suo priore si trovava ferito a casa di alcune donne. Era stato chiamato un barbiere (all'epoca faceva funzioni anche di medico) il quale accertò che le due ferite potenzialmente mortali erano alla testa e al fianco, tutte provocate da un coltello genovese. Chi lo aveva accoltellato? Di questa grave situazione fu informato il Magistrato Sopra i Monasteri, il quale chiese l'intervento del temibile Consiglio dei Dieci. Meno di una settimana dopo conoscevano il nome dell'autore dell'atroce gesto: il ferrarese Fra' Valentino Guanciati. Ma perchè tanto odio verso il priore? La causa era un'indagine interna al monastero contro il frate per un debito che non voleva saldare. Il classico movente economico. Il consiglio dei Dieci, il 12 aprile, emise un bando affinché Fra' Valentino si presentasse entro otto giorni a Palazzo Ducale. Questi era però fuggito e cosi venne condannato in contumacia a 20 anni di prigione all'oscuro, oltre al risarcimento 600 lire e all'obbligo di avere il perdono del priore, che era miracolosamente sopravvissuto. Non andò molto meglio all'isola che i frati avevano lasciato: Sant'Angelo di Contorta era diventata una polveriera e un fulmine nel 1689 centrò un deposito facendo saltare in aria oltre 800 barili di polvere pirica e dilaniando gli edifici presenti. Da quel momento fu abbandonata e relegata all'oblio...fino ad oggi. Testo a cura di Davide Busato ideatore del Blog VeneziaCriminale