Delitti nell’isola degli orti

Delitti nell’isola degli orti

Scene del crimine: I delitti passionali più famosi dell'Isola di Sant'Erasmo a Venezia

Sant'Erasmo è un'isola tra Murano e Burano, una lingua di terra con poco più di seicento abitanti, ricca di orti e vigneti, dove la specialità da tutti conosciuta è il famoso carciofo violetto. Facilmente raggiungibile da Venezia può considerarsi una bella passeggiata tra la laguna e la campagna, quello però che si ignora è che in questo piccolo paradiso, fatto di poche case e molta natura, i soldati del Consiglio di X, la temibile magistratura che indagava al tempo della Serenissima i crimini più truci, nel febbraio del 1705, cercavano una donna di nome Antonia detta Tonina Vianello, residente nell'isola ed il suo amante Antonio Fontanella detto Bevilacqua di Murano, per un crimine alquanto nefasto: uxoricidio. Si era scoperto che la notte della festività di San Tornio, che cadeva il 19 dicembre, i due amanti assalirono nel proprio letto il povero Stefano Vianello, uccidendolo con sei ferite alla gola e allo stomaco, per poi seppellirne il cadavere nella “caneva”, ovvero nella cantina. Quando gli abitanti dell'isola si accorsero che mancava quell'ortolano, i due diabolici compagni dissero che si era forse recato a Chioggia o Pellestrina a vendere la propria verdura. Antonia e Antonio presi dal dubbio di essere scoperti fuggirono ed il parroco nell'andare nella loro casa per benedirla nel giorno dell'epifania, insospettito nel non trovare qualcuno, avvisò il Consiglio di X che non tardò a scoprire nella fossa i miseri resti di Stefano. I due non vennero mai arrestati, la Serenissima decretò il 27 febbraio che la pena sarebbe stata la decapitazione e lo squartamento per l'uomo, mentre la donna sarebbe stata "solo" decapitata. Settant'anni prima, precisamente nel 1624, c'era stato un altro caso molto simile: Leandro Capuzzo, un onesto ortolano dell'isola, fu ucciso dalla moglie Margherita e dall'amante Domenico Zonta, un giovane bracciante assunto da poco. Il finale questa volta fu diverso, l'8 febbraio di quell'anno entrambi gli assassini salirono il palco tra le due colonne di San Marco per essere decapitati. Non si può certo dire che in isola i mariti dormissero sonni tranquilli... Testo a cura di Davide Busato di Veneziacriminale